Analisi economica della raccolta differenziata: il caso del Comune di Marsciano

I dati parlano di una crescita della raccolta differenziata e del riciclo dei rifiuti che ammontano nel 2010 a 1,6 miliardi e nello stesso anno il totale delle materie riciclate ha raggiunto il 64,6% degli imballaggi immessi al consumo (+4,6% rispetto all'anno precedente). Secondo il rapporto CONAI, il riciclo ha tagliato nel 2010 63,3 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, e tre imballaggi su quattro (74,9%) sono stati recuperati; dal 1999 al 2010 la raccolta e il riciclo degli imballaggi ha apportato benefici netti pari a 9,3 miliardi di euro di valore eco-ambientale e il riciclo ha evitato l'immissione in atmosfera di 63 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Senza la raccolta differenziata e il riciclo, infatti, tutte le frazioni sarebbero confluite nei rifiuti urbani indifferenziati e come tali avviate a smaltimento con i relativi oneri. Il beneficio legato a questo aspetto ammonta a 4,5 miliardi di euro. Il problema semmai rimane nella differenza di costo: il costo unitario medio di un materiale riciclato, infatti, è superiore a quello di uno prodotto ex-novo e quindi un foglio di carta riciclato, per esempio, rispetto ad uno vergine porta con se un maggiore carico di costi comuni (su tutti i salari degli addetti alla raccolta differenziata e le attrezzature speciali per la raccolta e lo smistamento dell’immondizia). Questo primo aspetto è già un limite al ricorso al riciclo delle materie seconde. Del resto, per quale motivo il consumatore dovrebbe scegliere tra due prodotti perfetti sostituti quello con il prezzo maggiore?
Perché i prodotti “vergini” sono realizzati da risorse limitate nel tempo a causa dello sfruttamento selvaggio degli ultimi decenni (si può fare un parallelo con il prezzo del petrolio al barile, il quale aumenta sensibilmente ogni anno e per frenare questa crescita evitando in tal modo un secondo shock petrolifero dopo quello del 1974-1975, le nazioni più sviluppate stanno investendo sempre più denaro per aumentare il potenziale delle tecnologie delle risorse energetiche alternative).
Quindi riciclare o valorizzare i rifiuti generati dalla produzione e dal consumo diventa una scelta obbligata sia per ridurre il prelievo di risorse dall’ambiente sia per contenere il rilascio di sostanze inquinanti, Inoltre, anche se il costo unitario medio per produrre un’unità di prodotto ottenuto da materiale riciclato, il costo di smaltimento in discarica del rifiuto “vergine” rispetto all’utilizzo degli impianti di recupero è nettamente superiore. Infatti, il costo dell'incenerimento di una tonnellata di rifiuti varia, a valle dei costi di raccolta e secondo l'impianto, tra 96 e 192 euro/tonnellata, mentre il trattamento della carta straccia costa tra 64 e 96 euro/tonnellata.