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Elementi illuministici nel Barone Rampante di Italo Calvino

Libertinismo nel Barone rampante

Tra le righe di quest’ultimo passaggio del “fataliste”, notiamo come il carattere di Cosimo assomigli molto a quello del protagonista del Diderot, soprattutto per insolenza e sentenziosità. In realtà molto c’è di Jacques nel barone rampante. Cominciando dal fatto che entrambi si concedono volentieri avventure licenziose. Ancora una volta siamo di fronte a un topos della letteratura francese del XVIII secolo, e Calvino lo sa bene.
Il Jacques infatti non è altro che il racconto delle gesta amorose di questo valletto-servitore al suo Padrone: “Le maitre – Et le moment d’apprendre ces amours est-it venu ? […] Jacques commença l’histoire de ses amours.”
Le avventure erotiche del giovane barone iniziano nel capitolo XVIII, ma raggiungono l’apogeo nel capitolo XIX : “Presto cominciò a correre voce che una certa Checchina, di là della valle, fosse la sua amante.”; “un’altra, tale Zobeida, mi raccontò d’essersi sognata “l’uomo rampicante” (lo chiamava così) e questo sogno era così informato e minuzioso che credo l’avesse invece vissuto veramente”; “Ombrosa si riempì di bastardi del barone”; “tante se ne raccontavano, e cosa ci sia di vero non lo so”; “si dice d’una quercia, chiamata ancora la Quercia delle Cinque Passere, e noi vecchi sappiamo quello che vuol dire.”
Il Barone è un bell’uomo, ricco, stravagante, e come il valletto di Diderot, non disdegna avventure erotiche, meglio ancora se consumate in natura.

Il libertinismo non è una scuola filosofica, bensì un clima che caratterizzava alcuni personaggi del XVI, XVII secolo, i quali ritenevano una reciproca indipendenza tra ragione e fede, perché solo senza quest’ultima si poteva portare a compimento una ricerca scientifica. Nel capitolo XIII del Barone rampante, Calvino racconta come i libri di Cosimo avessero condannato il prete di famiglia Fauchelafleur al carcere, in quanto fu trovato in possesso di alcune opere del Bayle prestategli dal barone. Calvino nel suo romanzo non ci dice altro. Tuttavia appare chiaro il richiamo al Bayle come critico di tutte le superstizioni (che descriveva come il peggiore dei mali). Pertanto egli non solo veniva considerato molto pericoloso dalla chiesa, ma la sua lettura spiega anche le abitudini sensuali del barone . Infatti Bayle fu un filosofo appartenente alla tradizione libertina (1647-1706), la visione dei suoi lavori da parte di Cosimo, spiega il suo atteggiamento disinibito riguardo al sesso. Calvino, non diversamente da Diderot, attraverso l’attitudine del suo protagonista vuole distinguere il piano della fede da quello della morale e della scienza.

Concludo con un altro riferimento ipertestuale presente nell’opera di Calvino inerente al nostro discorso. Nel capitolo XII, dedicato al brigante Gian de’brughi, leggiamo che prima di incontrarlo, il barone stava su un albero leggendo il Gil Blas de Santillane di Lesage: altro autore francese legato all’illuminismo. Il suo romanzo tratta le avventure picaresche dello “scugnizzo” Gil Blas (caratterizzate anche esse da un andamento “rapido” e simile per tante cose al barone rampante di Calvino). Calvino ancora una volta non aggiunge altro nel suo romanzo. Ma per chi conosce un po’ l’opera di Lesage, sappiamo come di notte il suo personaggio imitasse i miagolii del gatto per attirare l’attenzione delle sue amanti: “je me mis à contrefaire tous les différents cris de chat qu’un bérger d’Olmedo m’avait appris”; “ je miaulait deux ou trois fois pour avertir que j’étais dans la rue.”
Analogamente possiamo leggere sempre nel capitolo XIX del Barone rampante come certe volte , “queste note ferine che gli uscivano dal petto trovavano altre finestre; bastava il segno dell’accendersi d’una candela, d’un mormorio di risa vellutate, di parole femminili tra la luce e l’ombra che non si arrivava a capire […]
Ecco una più sfrontata si faceva alla finestra come per vedere cos’era, ancora calda di letto, il seno scoperto, i capelli sciolti, il viso bianco nelle forti labbra schiuse, e si svolgevano dei dialoghi:
-Chi c’è? Un gatto?
E lui: - è uomo, è uomo.”

Questo brano è tratto dalla tesi:

Elementi illuministici nel Barone Rampante di Italo Calvino

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Informazioni tesi

  Autore: Valerio Bergesio
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Lettere
  Corso: Lettere
  Relatore: Giuseppe Leonelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 61

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illuminismo
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