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Il fondamento e i limiti del potere del datore di lavoro in materia di abbigliamento dei lavoratori

La tutela della personalità nel dettato costituzionale e codicistico

Sino agli anni '70 del secolo scorso la tutela della dignità e della personalità morale del lavoratore, anche in materia di abbigliamento, ha fatto ricorso alla Costituzione e al Codice civile. Prima dello Statuto dei lavoratori, quindi, la subordinazione non era confinata all'area della prestazione, ma riguardava di fatto l'intera persona del prestatore di lavoro. Ciò si verificava in quanto al lavoratore non erano riconosciuti determinati valori personali intangibili da parte del datore.

Sino al 1970, in sostanza, anche in materia di abbigliamento, il rilievo dato alle “esigenze dell'impresa” ha dato luogo ad una sovrapposizione delle regole dell'organizzazione precostituita dal datore di lavoro alle regole del contratto. Ciò ha "vanificato nello svolgimento del rapporto la distinzione tra prestazione lavorativa e persona del lavoratore, che è il principio informatore della concezione del contratto di lavoro come contratto di scambio".

Il testo richiamato a tutela dell‟individuo e delle sua personalità, nell'ambito delle prime cause in materia di abbigliamento, è la Costituzione. L'art. 2 stabilisce che "la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali, ove si svolge la sua personalità", e l'art. 3 dispone che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale… E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della personalità e l‟effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese».

L‟ambito lavoristico ricorre inoltre spesso in modo diretto nell'ambito della Costituzione. Oltre all'art. 1, il quale dichiara il lavoro come "fondamento della repubblica" (art. 1), numerose disposizioni sono dedicate alla tutela dei lavoratori. Basti pensare all'art. 4, che riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e proclama il dovere di ogni cittadino di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società; l'art. 32 Cost. che garantisce la salute come fondamentale diritto dell'individuo (e quindi anche del lavoratore), l'art. 35, comma 1, che afferma il principio della tutela del lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Inoltre l'art. 35, commi 2, 3 e 4, riguarda la formazione ed elevazione professionale dei lavoratori e la regolamentazione internazionale dei diritti del lavoro.

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Il fondamento e i limiti del potere del datore di lavoro in materia di abbigliamento dei lavoratori

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Informazioni tesi

  Autore: Valerio Tocci
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Roberto Romei
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 92

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