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Moravia saggista in articoli noti o sconosciuti: 1927-1945

Moravia su Gli Indifferenti e la critica italiana contemporanea

Moravia espone per la prima volta le sue teorie in merito alla questione della critica letteraria in Italia nel 1931 sul quotidiano romano “Lavoro Fascista”; sulle sue pagine lo scrittore aveva ripubblicato, nel Gennaio 1930, Assunzione in cielo di Maria Luisa, racconto già comparso su “Interplanetario” nel Marzo 1928.

La partecipazione dello scrittore al clima culturale di “Lavoro Fascista” viene ricordata da Renzo Paris, sottolineando che, nonostante l’orientamento esplicitamente fascista del quotidiano, Moravia "non si rifiutò […] di rispondere ad un’inchiesta sugli scrittori che Enrico Rocca aveva promosso su quei fogli il 25 Febbraio del 1931". Anzi, probabilmente fu proprio l’ammirazione per il critico, che "nel “Lavoro Fascista” scrisse due colonne di meraviglie" su Gli Indifferenti, che indusse Moravia a rispondere ai quesiti posti dal direttore.

Nella sua recensione Rocca celebra Gli Indifferenti come "romanzo solidissimo", che "pur essendo di un giovane […] è di una maturità da far trasecolare, di un’esperienza concentrata fino a diventar corrosiva", insomma "un autentico capolavoro"; il critico aggiunge che "il merito di questo forte romanzo che l’Europa può invidiarci è quello di aver diagnosticato un morbo diffuso nella media società moderna e d’avergli dato un nome".

L’inchiesta promossa da Rocca su “Lavoro Fascista” inizia il 30 Gennaio 1931 e prosegue fino al 25 Aprile dello stesso anno; l’argomento del dibattito viene però accennato già in un intervento non firmato del Martedì 27 Gennaio 1931, in cui l’autore si chiede come possano gli artisti difendersi dai giudizi dei critici, senza anticipare tuttavia la soluzione al quesito.

"La formula per dirimere il conflitto degli autori con la critica […] con soddisfazione degli autori e gran gaudio del pubblico" viene rivelata il giorno successivo; il giornale avrebbe inviato a tutti gli scrittori, artisti e musicisti, una lettera con tre quesiti, esortando i destinatari a rispondere alle domande attraverso un profilo autobiografico o un’autocritica che sarebbero stati poi pubblicati sulle sue pagine. Lo scopo dell’inchiesta era di risolvere il problema del contrasto tra l’immagine reale degli artisti e quella tracciata, invece, dai critici, e spiegare veramente "ciò che l’artista pensa di sé, di ciò che ha creato e della propria particolare missione artistica e morale". Sono ottantadue gli artisti che partecipano all’inchiesta di Rocca; la risposta di Moravia viene pubblicata su “Lavoro Fascista” il 25 Febbraio 1931.

Lo scrittore esprime nel suo intervento, a tutt’oggi non pubblicato in volume, più un giudizio complessivo sulla critica letteraria in Italia che non una valutazione della propria attività di narratore. Moravia ricorda di dover essere riconoscente nei confronti dei critici per la lusinghiera accoglienza dimostrata da gran parte di loro nei confronti de Gli Indifferenti, favore che ha senza dubbio contribuito al successo del suo romanzo. Egli dichiara anche, però, che la critica italiana in generale è "impreparata, disarmata, goffa e in definitiva incomprensiva" nei confronti di questo genere letterario.

Questa incompetenza deriverebbe da una serie di fattori; in primo luogo, lo scrittore denuncia l’assenza in Italia di veri e propri romanzieri, "salvo i soliti Manzoni, Verga e Fogazzaro"; poi la mancanza di una tipologia di romanzo degna veramente di questo nome, e che lo scrittore indica con le due formule di "romanzo-opera di poesia" e di "romanzo- intelligenza obbiettiva". Proprio l’incapacità dei narratori italiani di dare a questo genere letterario una fisionomia ben definita ha determinato, per Moravia, il disprezzo della critica nei confronti di esso. Dopo aver favorito il frammento e la poesia, i critici hanno, per così dire, perso l’abitudine di fornire quelle "considerazioni sociologiche, psicologiche, etiche che sono indispensabili ad una comprensione completa del romanzo"; essi hanno smarrito anche la capacità di darne una visione d’insieme, limitandosi a celebrarne solo le cosiddette “pagine da antologia”.

E’ chiaro che l’accusa di Moravia si rivolge genericamente alla critica estetica di ispirazione crociana, dominante nella prima metà del Novecento, che celebra l’ideale della bellezza come unico criterio di valutazione dell’opera d’arte, trascurando l’importanza delle componenti di riflessione intellettuale e morale presenti in essa, anzi negando il loro effettivo valore artistico. La sua denuncia si volge, così, su due versanti: da un lato in direzione del primato della poetica del frammento, rispetto a quella romanzesca, nel primo Novecento; dall’altro verso la supremazia della critica idealistica che ne aveva legittimato l’esistenza.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Moravia saggista in articoli noti o sconosciuti: 1927-1945

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Informazioni tesi

  Autore: Serena Senesi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2000-01
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Lettere
  Corso: Lettere moderne
  Relatore: Giancarlo Bertoncini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 301

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Parole chiave

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articoli
poetica del romanzo
saggi letterari
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