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La tassazione del reddito dei non residenti

Un caso pratico: il contenzioso tra il Fisco e Valentino Rossi

Come già accennato, molti tra artisti e sportivi negli ultimi anni sono balzati sulle cronache dei giornali in seguito ad evasioni fiscali, il caso più clamoroso riguarda sicuramente Valentino Rossi che è solo l’ultimo di una lunga lista di sportivi accusati di aver evaso il fisco: tra questi ricordiamo Diego Armando Maradona, con oltre 30 milioni di euro, Loris Capirossi, Alberto Tomba, Max Biaggi.
Il motociclista pesarese aveva evaso il fisco per 25 milioni di euro, dovuti per gli anni 2000-2004, infatti, aveva ricevuto un accertamento da 112 milioni di euro, comprensivo di sanzioni e interessi, dall'ufficio dell'Agenzia delle Entrate, in base al quale risultava tra il 2000 e il 2004 un imponibile non dichiarato di 60 milioni.
Rossi aveva comunicato al fisco di aver trasferito la propria residenza in Gran Bretagna il 15 marzo del 2000 ma le indagini condotte dall'ufficio di Pesaro dell'Agenzia delle Entrate, avevano certificato che Rossi in quegli anni aveva presentato le dichiarazioni tributarie in Inghilterra, ma per cifre irrisorie, attestando di essere residente ma non domiciliato, eppure Rossi risultava essere uno tra gli sportivi più pagati. Nello specifico, nel 2000 aveva presentato una dichiarazione infedele relativamente a tutte le imposte, mentre negli anni dal 2001 al 2004, aveva presentato dichiarazione infedele per l'Irpef, l'aveva del tutto omessa per Iva e Irap e aveva dichiarato redditi da fabbricati per importi irrisori, invece, in Gran Bretagna aveva dichiarato un reddito di 825 mila sterline (poco più di un milione di euro) nel 2001, un milione di sterline per il 2002 (circa 1,6 milioni di euro) e 650mila sterline per il 2003 (circa 1 milione di euro).
Il trasferimento fittizio per l'Agenzia delle Entrate in Gran Bretagna gli aveva permesso di usufruire del regime dei "resident but not domicilied" che consente al contribuente di dichiarare solo i redditi prodotti in Inghilterra.

In quegli anni, quindi, Rossi dichiarava in Italia i soli redditi di fabbricati e in Inghilterra i redditi prodotti nell'isola, cioè quasi nulla, mentre non risultavano da nessuna dichiarazione le ricche sponsorizzazioni e il contratto con la Yamaha, la società per cui correva. Infatti, i consulenti fiscali di Rossi avevano costituito una serie di società estere alle quali erano intestati i vari contratti delle sponsorizzazioni con sedi di volta in volta a Dublino, Londra o altri paesi. Secondo l'Agenzia delle Entrate, Rossi, oltre ad avere in Italia la sede principale degli affari e degli interessi economici, aveva mantenuto un solido legame "di natura sociale e familiare".
Alla fine Valentino Rossi ha utilizzato lo strumento dell’accertamento con adesione e ha versato nelle casse dell'erario circa 19 milioni di euro per gli anni 2001-2004 ai quali si aggiungono le somme relative al biennio 2005-2006, per un importo complessivo considerando il periodo 2001-2006 di circa 35 milioni.
La collaborazione fornita da Valentino Rossi e dai suoi consulenti durante gli incontri con i funzionari ha consentito di rideterminare l'ammontare dei compensi effettivamente percepiti nei vari anni e di individuare le prestazioni eseguite nel territorio nazionale, al fine di poter escludere dalla tassazione, ai fini dell'Iva e dell'Irap, quelle rese all'estero. E' stato inoltre possibile quantificare le spese sostenute per la produzione del reddito e l'ammontare delle imposte già pagate all'estero, al fine di evitare una duplicazione di tassazione. Per effetto della definizione mediante accertamento con adesione, le sanzioni (irrogate nella misura massima) sono state ridotte a 4,18 milioni , pari a un quarto del minimo come previsto dalla legge.

In conclusione bisogna sottolineare che i mass media, attraverso la loro attività di cronaca, non fanno altro che veicolare l’opinione pubblica, indirettamente, verso una denuncia di una presunta pratica evasiva comune da parte del mondo dello sport e dello spettacolo. Quindi un eventuale processo tributario si troverebbe a far fronte ad un pregiudizio collettivo che metterebbe in seria difficoltà il regolare esercizio della funzione di giustizia da parte del giudice ed esporrebbe il personaggio noto a conseguenze negative dal punto di vista dell’immagine, allora la via dell’accertamento con adesione, più che una libera scelta, rappresenta la via meno costosa e l’unico modo per scappare alla campagna denigratoria dei mass media.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La tassazione del reddito dei non residenti

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Informazioni tesi

  Autore: Raffaele Quaranta
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Pasquale Pistone
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 103

FAQ

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