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La letteratura giovanile e i problemi adolescenziali

La nuova letteratura

Nel suo I diamanti in cantina, Antonio Faeti propone come anno della svolta per la letteratura per l’infanzia italiana il 1987. Egli stesso considera la sua una scelta bizzarra, poiché legata all’arrivo sugli scaffali delle librerie proprio in quell’anno di una collana che funge da punto di rottura con il passato. Oggi questa scelta non è affatto ritenuta bizzarra, anzi, il 1987 è ormai ritenuto l’anno in cui quelli che prima erano segnali sparsi di un cambiamento che si stava facendo strada a fatica, diventano ora evidenti e occupano la scena dell’editoria specializzata. La collana alla quale Antonio Faeti fa riferimento è quella de Gl’Istrici dell’editore Salani, collana diretta dalla scrittrice per l’infanzia italiana Donatella Ziliotto, che già in passato si era occupata di selezionare titoli per la collana Il martin pescatore dell’editore Vallecchi, destinata sempre alla stessa fascia di lettori e nella quale aveva trovato posto una scrittrice rivoluzionaria per la portata delle sue opere come Astrid Lindgren. La Ziliotto valuta attentamente il panorama internazionale della letteratura per l’infanzia ed è grazie a questo sguardo aperto alle novità più sorprendenti che arriva in Italia per la prima volta un’opera, Il GGG, di uno scrittore del calibro di Roald Dahl. Di fronte all’innovazione portata dalla sua scrittura, la definizione "i libri che pungono la fantasia" che l’editore Salani ha scelto per la collana Gl’Istrici, sembra davvero azzeccata.

Nello stesso anno (1988) vedono la luce diverse collane Junior Mondadori, destinata ognuna ad una precisa fascia d’età, mentre, nel caso di Gaia (1989), diretta da Francesca Lazzarato e Margherita Forestan, il pubblico di riferimento è quello femminile. Il tratto che accomuna queste e altre collane è quello di non essere frutto del caso, ma, al contrario, di avere alle spalle un progetto, un’idea, quasi una politica che sia leggibile già dalla selezione delle opere. L’obiettivo era quindi quello di creare un’editoria con un profilo, un’identità ben definita.

Primo risultato importante, figlio dell’abbandono del vecchio modo di fare letteratura, è la comparsa di personaggi finalmente "umani", non più modelli perfetti di figli o genitori, ma persone complesse e contraddittorie, non più solo completamente buone o cattive, ma problematiche e combattute.
Viene dato spazio ai sentimenti e ai disagi che i personaggi provano di fronte alle circostanze in cui si trovano, stati d’animo prima nascosti dietro il dover dimostrare di essere sempre all’altezza di qualsiasi situazione.
Più specificatamente, i bambini e i ragazzi sono finalmente tali, dopo essere stati per interi decenni solo delle controfigure degli adulti, che manifestavano nei dialoghi e nei comportamenti il pensiero e i desideri di questi ultimi.
I ragazzi anzi cominciano a lamentarsi di non essere capiti da molti adulti e criticano deliberatamente le convenzioni e il loro modo di essere e fare, mentre si sentono vicini ad alcune figure speciali di adulto, una maestra fuori dagli schemi o un nonno con ancora tanta voglia di avventura, dai quali sono ascoltati e ricevono l’importanza e l’attenzione che tutto il resto del mondo non dà loro.

Sono queste figure di adulti-giovani, non nel senso che spesso oggi si intende, come il genitore-amico, ma adulti che non hanno dimenticato di essere stati anche loro bambini e ragazzi e che conservano ancora in qualche angolo del cuore la stessa natura sognatrice e anticonvenzionale, figure con le quali un adolescente riesce con più facilità ad entrare in sintonia proprio per questa loro capacità di saper vedere ancora le cose con lo stesso sguardo.

Un tratto che caratterizza molti di questi nuovi bambini e ragazzi è la trasgressività, laddove invece nel passato era la loro docilità a predominare e ad essere messa in mostra come una caratteristica positiva e da incoraggiare. Questa trasgressività non viene fuori solo con i soliti capricci da bambini, ma anche e soprattutto nel modo di rapportarsi con gli adulti, nel loro modo di esprimere, nel dialogo e nei comportamenti, la propria personalità e le proprie convinzioni, il loro modo di vedere le cose. Si assiste quindi a dei confronti tra due generazioni, anzi, spesso a degli scontri tra consigli dei genitori e risposte dei loro figli.

Uno scontro che serve a dimostrare la propria crescita e il proprio cammino verso un’autonomia di pensiero e di giudizio, ma che risulta utile ai genitori stessi, spesso rinchiusi nelle loro obsolete convinzioni; scontro dal quale usciranno entrambi arricchiti e i genitori, a volte, smascherati, nel loro proclamare principi ai quali nemmeno loro stessi credono e si attengono più.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La letteratura giovanile e i problemi adolescenziali

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Informazioni tesi

  Autore: Claudia Anna Aricò
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Messina
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Fiorella Bongiorno
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 82

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Parole chiave

morte
mass-media
adolescenti
malattia
razzismo
disturbi del comportamento alimentare
sessualità
letteratura giovanile
1987
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antonio faeti
bianca pitzorno
problemi adolescenziali
rapporto con gli adulti
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