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L'uso degli strumenti finanziari derivati negli Enti Locali - Il caso del Comune di Trepuzzi

La normativa sulle operazioni di indebitamento degli Enti Locali

Alcuni eventi degli anni più recenti hanno fornito un impulso al ricorso all’indebitamento da parte degli Enti Locali.
Uno degli elementi cruciali è sicuramente identificabile nella autonomia che in Italia, come in numerosi altri Paesi OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), viene crescentemente riconosciuta agli Enti Territoriali.
L’inizio di tale evoluzione si può rinvenire nella legge n.142 del 1990, in cui furono poste le basi per il superamento del modello di finanza derivata. Il processo è continuato nel corso degli anni ’90, con il decentramento di funzioni previsto dalle c.d. leggi "Bassanini", fino alla riforma del Titolo V della Costituzione, entrata in vigore alla fine del 2001, come in precedenza esposto.
Tali maggiori competenze naturalmente sono state programmaticamente accompagnate da una diversa responsabilità finanziaria, separata e autonoma rispetto alla finanza statale; sebbene il nuovo articolo 119 della Costituzione non risulti ad oggi compiutamente attuato, il ricorso all’indebitamento da parte degli Enti Territoriali rappresenta indubbiamente uno dei primi segni visibili del nuovo assetto istituzionale.
La normativa vigente stabilisce in modo esplicito e rigoroso che il ricorso all'indebitamento da parte degli Enti Territoriali è ammesso esclusivamente nelle forme previste dalle leggi in materia e per la realizzazione degli investimenti. In tal senso sono sia l'articolo 202 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL, D.Lgs. n.267 del 2000), sia la normativa relativa alle emissioni obbligazionarie (legge n.724 del 1994).
Il principio del ricorso all’indebitamento solo per il finanziamento di investimenti è stato poi “costituzionalizzato” con la legge costituzionale n. 3 del 2001, di riforma del titolo V della Costituzione. Il nuovo testo dell'articolo 119 al sesto comma, infatti, sancisce la facoltà per le autonomie territoriali di ricorrere all'indebitamento al solo fine di finanziare spese di investimento escludendo, altresì, ogni garanzia dello Stato sui prestiti contratti.
L’ammissibilità del ricorso all'indebitamento esclusivamente per finanziare la spesa in conto capitale (cd. golden rule) è stata sostenuta dalla teoria economica sulla base della considerazione che l’uso del debito per finanziare spese correnti equivale di fatto ad una distruzione di capitale del Paese. Ad esempio, se al tempo t gli individui (siano essi i privati o lo Stato) consumano più di quanto producono, essi - secondo la teoria economica - distruggono il valore del capitale. In altre parole, il ricorso all’indebitamento per finanziare il consumo corrente consentirebbe di utilizzare - oggi - il reddito che sarà prodotto in periodi futuri, con pregiudizio delle generazioni future. Pertanto, solo se l’indebitamento è utilizzato per finanziare beni di investimento, l’effetto netto intertemporale sarà neutro.

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L'uso degli strumenti finanziari derivati negli Enti Locali - Il caso del Comune di Trepuzzi

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuele Fina
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Lecce
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Legislazione per le Aziende
  Relatore: Vittorio Boscia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 145

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