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Dai Distretti industriali ai Distretti tecnologici: il caso Hi-Mech dell'Emilia Romagna

I Distretti Tecnologici

I distretti tecnologici, sono per certi aspetti la risposta all’evoluzione continua dell’innovazione, poiché negli ultimi anni si è reso evidente come l’accresciuta competizione sui mercati internazionali, unitamente a fenomeni imitativi da parte di paesi in via di sviluppo, che hanno notevolmente depotenziato la competitività della manifattura tradizionale italiana, costituisca un vincolo superabile solo attraverso la realizzazione di attività di ricerca e sviluppo all’interno degli stessi distretti.
I DI sono stati per lungo tempo il punto di riferimento ed il motore dell’economia, sia in Italia che in Europa, in un periodo in cui da poco ci si stava ambientando ad una economia mutevole. Le imprese cercavano di specializzarsi nella realizzazione di prodotti particolari perché altrettanto particolare era la richiesta che proveniva dal mercato. Ancora oggi è così, con la particolarità però che le tecnologie e le innovazioni hanno reso ancora più particolare i gusti e le scelte dei consumatori, rendendo però lo stile di vita migliore per certi aspetti.
Si è giunti però nel decennio 80 – 90 in cui l’Europa intera si è trovata in una situazione di crisi nella competizione tecnologica, nella quale primeggiavano il Giappone e gli Stati Uniti. La situazione nel corso degli anni ha subito evidenti modifiche, le quali non hanno portato grossi vantaggi ne all’Europa e ne ovviamente alla nostra nazione, che ancora oggi, sembra soffrire nel settore tecnologico. La globalizzazione ha permesso la diffusione di tutte queste tecnologie, giunte fino a paesi emergenti come la Corea, la Cina, l’India ecc. che potendo contare su un costo del lavoro bassissimo, in poco tempo sono diventati dei colossi economici su scala internazionale. I distretti tecnologici sono sorti infatti, proprio per permettere alle imprese di essere competitivi e di tenere almeno il passo dei diretti concorrenti, attraverso l’utilizzo della scienza e della tecnologia.
Dal punto di vista della nozione, gli autori sono soliti definirli come delle aree geograficamente ben definite, come i DI, ma con la particolarità di avere una forte vocazione scientifico – tecnologica, volta alla realizzazione ed all’applicazione della tecnologia. In Italia, per lunghi anni si è adottato il modello di “innovazione senza ricerca” che sebbene nel passato abbia generato risultati positivi nei comparti tradizionali, oggi non è più sostenibile. Anzi molto probabilmente sarebbe stato meglio adottare prima altri tipi di strategie cercando di evitare l’attuale deficit tecnologico. Sta di fatto che oggi in Italia l’industria high – tech non sta attraversando un momento particolarmente felice e per far fronte a questa difficoltà viene spesso discussa la possibilità che la ricerca possa contribuire ad un recupero di competitività.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Dai Distretti industriali ai Distretti tecnologici: il caso Hi-Mech dell'Emilia Romagna

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Informazioni tesi

  Autore: Antonello Bellissimo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Salerno
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Rosangela Feola
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 125

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