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1928-1945 La Giungla Silente - Scautismo Clandestino nell'Italia Fascista

Scautismo e Fascismo a confronto: il monopolio dell'educazione giovanile

Già dall’ottobre del 1922 il fascismo era salito al potere, grazie all’incarico che Mussolini era riuscito ad ottenere dal Re Vittorio Emanuele III per formare il nuovo governo, egli si era mosso su due fronti: da una parte aveva stretto accordi con i maggiori esponenti liberali in vista di un governo a partecipazione fascista, dall’altra aveva lasciato che l’apparato militare del fascismo si preparasse apertamente ad un colpo di stato.
Nei primi anni successivi alla presa del potere, il governo fascista non era ancora arrivato ad elaborare una propria linea per espandere le sue idee all’interno della società italiana, ma come per ogni regime totalitario, non tardò ad organizzarsi, agendo su due filoni principali: quello della scuola e quello delle organizzazioni giovanili.
La prima riforma del Governo in questo campo fu la riforma della scuola approvata nel 1923 da Gentile, anche se non fu pienamente in sintonia con lo spirito fascista, tanto che fu criticata da molti esponenti del governo, poiché non dava spazio all’educazione fisica, privilegiando le scienze umane a quelle tecnico scientifiche. Ciò spinse Mussolini a difendere strenuamente questa Riforma, tanto che la definì «come la più fascista fra tutte quelle approvate dal mio governo».
Nonostante queste dichiarazioni l’ispirazione idealista di Gentile si scontrò con le esigenze del Regime, tanto che nel 1925 con le leggi Fascistissime il duce procedette alla vera e propria “fascistizzazione” della Scuola Italiana: introdusse il libro unico di Stato, istituì un più rigido controllo sugli insegnanti, centralizzò il sistema scolastico e trasformò la scuola in un ente di preparazione militare con la conseguente integrazione tra scuola e organizzazioni giovanili fasciste.
La scuola divenne quindi uno strumento del Regime per formare i nuovi Italiani.
Il secondo filone di intervento del Regime in materia d’educazione della gioventù fu l’istituzione delle organizzazioni giovanili, che portò inevitabilmente ad un contrasto con la Chiesa Cattolica. Essa esercitava una grande influenza nel paese e soprattutto detenne l’egemonia nel campo delle associazioni giovanili; ed il fascino esercitato dallo scautismo sui giovani finì col diventare nel nuovo clima politico culturale, l’ostacolo maggiore per la sopravvivenza stessa del movimento.
Per poter fare un paragone tra i principi pedagogici proposti del fascismo e quelli proposti dallo scautismo, occorre valutare come il fascismo si proponeva al suo nascere nel primo dopoguerra.
Ebbene, esso si presentò subito come un movimento capace di raccogliere ed incanalare lo scontento e la volontà di riscatto dei giovani traditi dalla classe dirigente liberale, accusata di non aver saputo raccogliere i frutti della vittoria: pareva offrire, insomma, un progetto di rinnovamento totale della società.
Tale rinnovamento fu proposto attraverso un’immagine cliché dei suoi protagonisti: i giovani i cui tratti essenziali erano individuati nel coraggio, nella tensione sociale, nell’attivismo e nella forza.
Anche quando giunse al potere, il fascismo rimase fedele a tale immagine della gioventù, e ad essa conformò i modelli culturali elaborati per consacrarne la fascistizzazione.
Eredi degli ideali scaturiti dal primo Ventennio del secolo, i giovani avrebbero dovuto non solo conseguirli, ma anche difenderli e promuoverli.
Sulla fascistizzazione dei giovani il regime giocava anche la sua partita più importante per la verifica delle sue capacità totalitarie, tra cui, in primis, la creazione del consenso.
E probabilmente proprio l’ampia consistenza numerica delle associazioni cattoliche e dell’Asci in particolare, inspirò al regime il progetto di un’associazione giovanile di stato.
Una differenza profonda tra fascismo e scautismo va individuata pertanto, nelle modalità di nascita e di diffusione.
Se il fascismo fu essenzialmente un’ideologia da trasmettere e da inculcare dal vertice alla base della società, lo scautismo invece fu una proposta educativa nata e diffusasi spontaneamente dalla base e per la base, dai ragazzi e per i ragazzi quali ritrovandoci il proprio linguaggio e la valorizzazione della propria personalità, vi tributarono immediatamente un’ampia e spontanea adesione di portata internazionale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

1928-1945 La Giungla Silente - Scautismo Clandestino nell'Italia Fascista

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Informazioni tesi

  Autore: Dario Massari
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi della Tuscia
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Organizzative e Gestionali
  Relatore: Chiara Bernardini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 95

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