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I finanziamenti UE alle PMI e la loro compatibilità rispetto alla disciplina degli aiuti di Stato

Effetti distorsivi della concorrenza

Il Trattato di Lisbona ha modificato sensibilmente l’organizzazione dei riferimenti normativi riguardo le politiche di concorrenza.
Mentre la disciplina di tali politiche è ora regolata nel TFUE, il Trattato di Lisbona ha eliminato il riferimento alla tutela della concorrenza dai principi del TCE.
Il Trattato ammette peraltro che gli Stati membri possano limitare l’applicazione delle regole di concorrenza ad imprese alle quali riconoscono diritti speciali al fine di realizzare obiettivi di carattere generale.
La Commissione Europea ha adottato il Regolamento 800/2008/CE, consolidando in un unico documento tutti i regolamenti di esenzione per categoria, attraverso i quali gli Stati membri possono concedere intere categorie di aiuti di Stato senza previa notifica alla Commissione europea, semplificando il controllo su tali aiuti.
Questo regolamento, in particolare, individua una serie di aiuti di Stato a favore delle PMI, non soggetti all’obbligo di notifica alla Commissione.
Gli effetti di tale apertura sono stati definiti dalla dottrina maggioritaria come distorsivi della concorrenza, poiché essa viene falsata “non solo per mezzo delle operazioni delle imprese, ma anche tramite gli interventi statali”.
Tutti gli Stati membri concedono sovvenzioni alle loro imprese, diversificati in base alle forme assunte. Per esempio, mentre in Spagna sono erogate quasi esclusivamente sotto forma di sussidi finanziari, in Germania si fa spesso ricorso agli incentivi fiscali, falsando la concorrenza poiché solo alcune imprese godono di agevolazioni.
Un controllo della concorrenza, quindi, è fondamentale per la realizzazione e il mantenimento del mercato unico, nella misura in cui garantisce un comportamento concorrenziale da parte delle imprese.
A differenza di quanto accade nel caso delle politiche nazionali per la concorrenza, la politica europea ha per obiettivo l’integrazione dei mercati e l’unità del mercato comune, impedendo la formazione di monopoli e riducendo il rischio che le grandi imprese possano abusare della loro posizione dominante.
Tale politica, inoltre, non deve permettere ai governi di distorcere il mercato per mezzo di aiuti alle imprese del settore privato o della discriminazione a favore delle imprese pubbliche, ed è controllata, dal punto di vista politico, dal Parlamento Europeo, che esamina il rapporto annuale della Commissione sullo stato della concorrenza.
Le regole europee relative alla concorrenza devono essere rispettate da tutti gli Stati membri e dai loro cittadini, e designano la Commissione quale arbitro imparziale dei conflitti d’interessi.
La quantità di aiuti illegali ed incompatibili erogati dagli Stati membri, disavvenendo alle regole previste dal TFUE e dai regolamenti di esenzione, rimane senza dubbio elevata, probabilmente anche a causa della mancanza di deterrenti efficaci nei confronti degli Stati, a cui si aggiungono le difficoltà per le stesse autorità pubbliche di rilevare l’esistenza stessa degli aiuti.
Altro elemento di distorsione, inoltre, consiste nel fatto che gli aiuti illegali ed incompatibili, una volta accertati dalla Commissione, non sempre possono essere recuperati, anche a causa della difficoltà nel rilevare i beneficiari dell’aiuto.
Come si evince dal crescente numero di procedure d’indagine e d’infrazione avviate nei confronti degli Stati membri per la concessione di aiuti illegali ed incompatibili, la Commissione ha cominciato ad esercitare maggiormente i suoi poteri di controllo, conferiti dagli articoli 107 e 108 TFUE.

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I finanziamenti UE alle PMI e la loro compatibilità rispetto alla disciplina degli aiuti di Stato

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Gianquinto
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Giacomo Di Federico
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 143

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