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Analisi della variabilità genetica in stock di storione Cobice (Acipenser naccarii) distinati al ripopolamento del bacino del Ticino.

Stato della specie e cause del declino

Globalmente le popolazioni di storione si stanno drammaticamente riducendo, in particolare in Eurasia: infatti il catturato mondiale di storione nel 1982 era vicino alle 28000 tonnellate, per poi crollare a meno di 2000 nel 1999 (Billard e Lecointre, 2001).

Questo declino è imputabile nel complesso al sovrasfruttamento di pesca ed al degrado ambientale causato dall’accumulo di inquinanti nei sedimenti, dalla frammentazione fluviale, dal prelievo idrico, tutti fattori particolarmente impattanti sulla migrazione e la riproduzione degli storioni.

Per questo motivo, nelle varie parti del mondo, a favore delle diverse specie, sono state attivate numerose misure di protezione, quali la regolamentazione della pesca, il ripristino della naturalità dei corsi d’acqua ed il loro ripopolamento con novellame, l’inclusione nelle liste CITES tra le specie maggiormente minacciate o vulnerabili all’estinzione.

Contemporaneamente, è fiorita un’attività di allevamento intensivo dello storione, con rese fino a oltre 2000 tonnellate annue di peso vivo e 15 tonnellate/anno di caviale, che si spera contribuisca fortemente a ridurre la pressione di pesca sugli storioni selvatici e fornisca un contributo sensibile alla ripresa delle popolazioni naturali. Nel nostro Paese, negli anni Venti del secolo scorso, lo storione comune (A. sturio) rappresentava la specie di storione a più ampia diffusione, seguito da A. naccarii e H. huso (D’Ancona, 1924).

Ancora negli anni ’70, si registrava la presenza di storioni nel Po, nell’Adige ed in altri fiumi del bacino veneto, e i relativi dati delle catture effettuate mostravano la sussistenza di una riproduzione naturale attiva per tutte e tre le specie endemiche. Tuttavia, già nel corso di una campagna successiva, attuata alla fine degli anni ’80 nel tratto terminale del Po, la situazione si presentava assai critica, in quanto tutti gli individui pescati, spesso di piccole dimensioni, appartenevano solamente alla specie A. naccarii.

Arlati (1996) riporta l’evoluzione temporale delle catture annue di storioni in Italia: 35 tonnellate nel 1920, 25 tonnellate negli anni ’50, 2 tonnellate verso la fine degli anni ’70, 200 kg nel 1990–91 fino ai soli 19 esemplari (60–70 kg) nel 1993, di pezzatura oltretutto modesta e sicuramente non ancora in grado di riprodursi (Bronzi et al., 1994). Da ciò si evince come lo storione Cobice, unica specie ad essere ancora oggi segnalata, negli ultimi decenni abbia visto drasticamente diminuire la propria abbondanza.

In tale contesto, il dato più significativamente preoccupante è rappresentato dalla riduzione della taglia degli esemplari pescati: negli anni 1981–88 oltre l’80% dei 2000 esemplari venduti ai mercati ittici risultava avere un peso inferiore ai 3,5 kg, valore che secondo Rossi et al. (1992) corrisponderebbe ad una lunghezza totale teorica di circa 70 cm e ad un’età intorno ai quattro anni, quindi ben lontana da quella propria dei soggetti sessualmente maturi.

La vulnerabilità degli storioni è imputabile ad una combinazione di caratteristiche biologiche, legate al lungo e complesso ciclo vitale, e ad effetti antropogenici, che ne determinano una maggiore esposizione al concreto rischio di declino ed estinzione, in seguito al progressivo degrado ambientale nelle sue diverse manifestazioni: inquinamento, alterazione/restrizione dell’areale, frammentazione fluviale, drenaggio dei fondali e artificializzazione degli argini.

Tale impatto antropico sul delicato equilibrio dell’ecosistema fluviale conduce spesso alla modifica di importanti siti e parametri ambientali che compromette la sopravvivenza a lungo termine della specie. L’impossibilità di raggiungere i tratti più alti dei fiumi (più puliti e con minori rischi predatori) determina una riduzione del successo riproduttivo, con la formazione non naturale di metapopolazioni di storione, che porta nel tempo alla riduzione della eterozigoti ed alla conseguente perdita allelica dovuta a fenomeni di inbreeding (incroci tra consanguinei) e deriva genetica (Bernini e Nardi, 1992; Jager et al., 2001).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Analisi della variabilità genetica in stock di storione Cobice (Acipenser naccarii) distinati al ripopolamento del bacino del Ticino.

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Informazioni tesi

  Autore: Alex Nunziata
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Interfacoltà Agraria-Scienze MM.FF.NN.
  Corso: Scienze Ambientali
  Relatore: Leonardo Congiu
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 47

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