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L'irrazionale, il dionisiaco e il patologico nelle figure femminili di Heinrich von Kleist

Amore e morte nel rapporto tra Pentesilea e Achille

Un punto centrale della tragedia kleistiana è senza dubbio il rapporto tra Pentesilea e Achille, tutto ruota intorno a loro nel dramma, dalle loro personalità dipende il destino di due eserciti e di due nazioni. Essi con la loro smodata passione, con il loro egocentrismo e la loro inosservanza delle leggi si ergono al di sopra di tutto e tutti, nulla può fermare la loro reciproca attrazione, sono disposti a tutto pur di sottomettere e conquistare l'altro, come si evince dalla parole che Achille rivolge ai greci:

Kämpft ihr, wie die Verschnittnen, wenn ihr wollt;
Mich einen Mann fühl ich, und diesen Weibern,
Wenn keiner sonst im Heere, will ich stehn!

(vv. 587-589)

L'identificazione tra i due eroi è costante, assistiamo ad una confusione dei ruoli e ad una sessualità intercambiabile, entrambi mirano alla conquista violenta, l'altro è una preda da cacciare e inseguire senza sosta, in questa danza d'amore e di guerra si confondono e si intrecciano i campi semantici dell'erotismo e della guerra, tutto è caratterizzato da immagini in cui si fondono desiderio erotico e gloria militare. Pentesilea deve sconfiggere Achille a tutti i costi:

Den jungen trotz’gen Kriegsgott bänd’ g’ ich mir,
Gefährtinnen, zehntausend Sonnen dünken,
Zu einem Glutball eingeschmelzt, so glanzvoll
Nicht, als ein Sieg, ein Sieg mir über ihn.

(vv. 630-633)

Nella figura di Pentesilea, accanto all'aspetto bellicoso e venatorio, è presente allo stesso tempo anche un aspetto dolce e delicato che traspare dalle sue parole ma anche dal suo corpo; ella è capace di un affetto incondizionato, durante il breve idillio con Achille mostra tutto il suo lato femminile senza reprimerlo, abbandonandosi liberamente al sentimento amoroso:

Penthesilea Jetzt – kannst du mir sagen,
Wie es die Liebe macht, der Flügelknabe,
Wenn sie den störr’gen Leun in Fesseln schlägt?
Achilles Sie strichelt, denk’ich, seine rauhen Wangen,
So hält er still.

(vv. 1766-1770)

Anche il suo aspetto fisico è ambivalente e ricco di contrasti. Il suo corpo è sì atletico e androgino, ma allo stesso tempo degno delle fanciulle più delicate; ha mani e piedi minuti, capelli con graziosi boccoli e il suo viso dai tratti gentili è spesso invaso da un pudico rossore. La mescolanza di tratti maschili e femminili, animali e umani, la fanno apparire come una creatura halb Furie, halb Grazie come dirà lo stesso Achille nella scena ventunesima della tragedia. Il rapporto tra lei ed Achille è animato da pulsioni sadomasochistiche, dominazione e sottomissione sono inseparabili dal sentimento amoroso, Pentesilea vuole essere sottomessa e conquistata, vuole essere umiliata nella sua identità di vergine guerriera ed essere esibita come un trofeo di guerra:

Laβt ihn kommen.
Laβt ihn den Fuβ gestählt, es ist mir recht,
Auf diesen Nacken setzen. Wozu auch sollen
Zwei Wangen länger, blüh‘nd wie diese, sich
Vom Kot, aus dem sie stammen, unterscheiden?
Laβt ihn mit Pferden häuptlings heim mich schleifen,
Und dieses Leib hier, frischen Lebens voll,
Auf offnem Felde schmachvoll hingeworfen.
Den Hunden mag er ihn zur Morgenspeise.
[…]
(vv. 1243-1251)

In questi versi Pentesilea confessa senza più freni i suoi desideri più reconditi, rinunciando alla sua dignità di donna guerriera: L’applicazione del diritto di guerra è invocata con svergognata voluttà, non certo per mero rispetto dell’inevitabile consuetudine. La rinuncia a una fuga che sembra ancora possibile tradisce lo smarrimento di chi si crede veramente vinto una volta per tutte, ma la voglia di essere travolti dall’umiliazione della sconfitta, nel presagio di una subordinazione ancora
più assoluta e senza scampo.


Il suo animo tormentato fa di lei una figura di una moderna tragicità che la rende grandiosa e terribile allo stesso tempo, tormentata da un erotismo che è sinonimo di guerra e violenza, la radicalità con la quale Kleist rappresenta l'eros come una guerra dei sessi e la guerra come una sorta di esaltazione erotica anticipa per via di pura intuizione molti aspetti della moderna psicopatologia.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'irrazionale, il dionisiaco e il patologico nelle figure femminili di Heinrich von Kleist

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Informazioni tesi

  Autore: Amedeo Antonio Vincenzo Stellato
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e culture moderne
  Relatore: Elisabeth Galvan
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

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