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I neuroni mirror

I neuroni mirror nell'uomo

Descritto il sistema dei neuroni specchio nella scimmia , ci si chiede se anche l'uomo ne sia dotato e quali regioni della corteccia cerebrale siano coinvolte. Capire gli altri ma soprattutto le loro intenzioni è una caratteristica fondamentale della specie umana, che grazie a ciò riesce ad inserirsi nel contesto sociale e ad empatizzare con gli altri riuscendone a captare le emozioni. Studi approfonditi sono stati effettuati in modo indiretto mediante diverse tecniche sperimentali non invasive di brain imaging e in particolare con la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) e la Tomografia ad emissione di Positroni(PET) che rilevano la differente distribuzione del flusso sanguigno cerebrale durante l'esecuzione di compiti, questo perché il metabolismo delle aree coinvolte aumenta richiamando una gran quantità di sangue.(Rizzolatti, Fogassi & Gallese, 2001; Rizzolatti & Craighero, 2004; Gallese, Keysers & Rizzolatti, 2004).

Citoarchittettonicamente la corteccia cerebrale del cervello umano è abbastanza simile a quella della scimmia, ma nonostante ciò si sono riscontrate delle difficoltà a far coincidere le aree coinvolte nel sistema specchio.
L'area attiva a livello parietale può corrispondere all'area 40 di Brodmann che rappresenterebbe l'omologo dell' area PF. Un po' più difficile ê stata la collocazione del settore posteriore del giro frontale che nell'umano corrisponderebbe all'area 44 di Brodman, ossia l'area di Broca o del linguaggio, deputata a movimenti della bocca per l'emissione di parole. L'area di Broca corrisponde all'area F5 e anch'essa ê deputata a movimenti della mano e della bocca; inoltre da alcuni esperimenti si è dimostrato come ad attivarsi siano anche larghe parti della corteccia premotoria e del lobo parietale inferiore. Il sistema specchio dell'uomo non ê limitato a movimenti della mano, ma anche ad altre parti del corpo (il piede ad esempio) rispondendo anche ad atti mimati(Buccino,G.,binkofski,f., fink,g.r.,fadiga. L., fogassi, l.,Gallese, V.,Seitz, R.J.,Zilles, Rizzolatti, Freund, 2001; Buccino, Vogt, Ritzl,Fink, Zilles, Freund, Rizzolatti,2004).

Quindi i neuroni specchio nell'uomo hanno importanti proprietà non riscontrate nella scimmia ma anche qui il ruolo primario di questo sistema è la comprensione degli atti altrui. La prova può essere data da un esperimento eseguito con stimolazione magnetica transuranica (TMS) che ha dimostrato un incremento selettivo di MEPs (potenziali evocati dal movimento) in quelle aree che solitamente i soggetti utilizzano per produrre movimenti osservati. Questi incrementi furono esaminati sia in movimenti finalizzati a uno scopo, sia per quelli intransitivi, quindi senza alcun fine.
Questo dimostra come l'osservazione di un'azione ê connessa all'attivazione delle aree corticali motorie e come, a differenza delle scimmie, anche le azioni intransitive attivano la corteccia motoria.
Lo scatenarsi di potenziali d'azione nelle aree motorie che controllano quegli atti consente anche all'uomo di comprendere quelle sequenze motorie che sono insite in esso mediante quel vocabolario che si è arricchito nel corso della vita. Prendere una tazza e portarla alla bocca, mediante una presa di precisione, o afferrarla per spostarla, comporta nelle aree motorie una differente attivazione neuronale; questi atti motori vengono codificati, ma c'ê di più, la codificazione riguarda anche l'intenzione con cui essi sono compiuti, in altre parole il soggetto riesce a capire l'intenzione dello sperimentatore dal solo movimento di prensione collegando quei movimenti a quelle conoscenze motorie insite in lui.(Iacoboni et al. 2005) Ciò non richiede operazioni conoscitive, ma risulta "naturale" quando osserviamo, comprendere il significato di più azioni concatenate. Questo cambia quando gli atti motori osservati non rientrano nel nostro vocabolario. Buccino e altri nel 2004 hanno dimostrato come l'esistenza di un patrimonio motorio attivi un sistema di comprensione di azioni osservate, mentre se non si è in grado di percepire una determinata azione, essa verrà descritta visivamente con una serie di flash visivi, e razionalmente attraverso l'esperienza personale.

L'esperimento comprendeva una serie di filmati i cui soggetti erano in ordine un uomo, una scimmia e un cane che mordevano un oggetto; successivamente, veniva presentato un altro filmato dove l'uomo parlava, la scimmia faceva un movimento ritmico di lipsmacking ed infine il cane abbaiava. Tutto il filmato veniva proposto senza audio. I risultati furono eccitanti per gli scienziati, infatti nella prima sequenza di immagini le aree della corteccia scaricavano in tutti e tre i casi e in particolare parte del lobo parietale, la parte posteriore del giro frontale inferiore e il giro precentrale dunque era un'attivazione di tipo visuo-motoria; nella seconda sequenza di immagini , quella comunicativa, solo nel primo caso c'era l'attivazione del sistema specchio dell'area di Broca; nell'osservare la scimmia si aveva un'attivazione più debole ed infine, nell'osservare il cane, la corteccia non veniva attivata, ma c'era solo una rappresentazione di tipo visivo.
Questo sottolinea il fatto che se un atto motorio non è compreso nel nostro patrimonio motorio, non possiamo intendere il suo significato, ma solo l'atto in sé.(Buccino et al. 2004 a).

Questo brano è tratto dalla tesi:

I neuroni mirror

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Informazioni tesi

  Autore: Carmela Stornaiuolo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli studi di Napoli "Parthenope"
  Facoltà: Scienze Motorie
  Corso: Scienze Motorie
  Relatore: Laura Mandolesi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 44

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