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RFID Smart Shelves

L-VIRT (Localization - VIrtual Reference Tag)

Questa tecnica di localizzazione, la quale si cataloga esattamente all’interno della famiglia degli algoritmi Proximity, è basata sulla dislocazione di antenne Reader dalla posizione e dal read range noti, le quali serviranno da ancore per le stime delle coordinate e come si vede in seguito, la densità del loro collocamento influisce drasticamente sulle prestazioni dell’algoritmo.
Fa uso inoltre di Tag di riferimento“virtuali” che verranno descritti successivamente.

Tra quelle analizzate fino ad ora probabilmente L-VIRT è la tecnica più semplice e veloce sia da un punto di vista computazionale che pratico nell'installazione e che oltretutto produce ottimi risultati con costi ridotti. Si capirà che è un algoritmo facilmente concepibile per localizzazione in scenari come stanze o grandi magazzini, ma sicuramente può adattarsi anche ad una smart shelf.
Il metodo necessita di varie antenne Reader che vengono disposte nello scenario ad intervalli regolari in posizioni strategiche, ad esempio ai quattro angoli di una stanza di medie dimensioni, assicurandosi che la loro copertura sia tale da permettere ad un Tag incognito disposto nello scenario di rientrare sempre nel range di lettura di almeno un’antenna Reader: i Reader possono avere range differenti oppure identici, non è un vincolo restrittivo del metodo, è importante in ogni caso che siano range di copertura fissi. Non è richiesta nessuna calibrazione, se escludiamo la misurazione preventiva del range di lettura delle antenne, i quali da ora in poi verranno supposti coincidenti per ogni Reader solo per una questione di chiarezza nell’esposizione.
L’approccio di misura si basa su due principi, il primo dei quali è quello dei vincoli di connettività correlati al read range: si supponga che un’antenna Reader sia in grado di leggere un Tag “T”, questo sta a significare che “T” si trova nel suo range di lettura (è un vincolo inclusivo); viceversa, se un Reader non riesce a leggere un Tag, questo implica che tale Tag si trova al di fuori del range di lettura (vincolo esclusivo). E’ chiaro che questo approccio è strettamente correlato al parametro RSSI restituito dai Tag, anche se qui è sufficiente analizzare il comportamento di lettura / non lettura, senza andare a misurare il livello (in Watt, dBm etc.) dell’RSSI.
Il secondo principio che viene sfruttato è quello dei Tag di riferimento virtuali: si effettua una discretizzazione dello spazio, simulando una griglia di Tag di riferimento: non è necessario installare nessun Tag reale, ma si immagina che in ogni punto della griglia virtuale ci sia un Tag dalle coordinate note.

Questo brano è tratto dalla tesi:

RFID Smart Shelves

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuele Giorgi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria delle telecomunicazioni
  Relatore: Paolo Nepa
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 193

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