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La Sindrome di Asperger: la storia, le caratteristiche cliniche e il trattamento pedagogico

Le srtategie psicoeducative e il TEACCH

Purtroppo oggi, riguardo allo status clinico della sindrome di Asperger, ancora non vi è una totale chiarezza in quanto non si è ancora raggiunto un totale accordo riguardo a se sia meglio considerare la sindrome di Asperger e l'autismo high-functionaling, come un disturbo unico o condizioni cliniche distinte. Questa "incertezza clinica", secondo la Wing, per quanto riguarda la progettazione di interventi educativi, deve essere messa da parte perché le varie etichette diagnostiche sono meno importanti di una comprensione generale delle caratteristiche associate a questi disturbi e di una valutazione individualizzata ed esauriente dei punti di forza, dei deficit e degli interessi dell'alunno. Poi, indipendentemente dalla denominazione diagnostica che si vuole utilizzare (sindrome di Asperger o autismo high functionaling) la maggior parte di questi alunni non hanno un comportamento sociale, abilità comunicative e stili di apprendimento adeguati alla loro età cronologica.
Nel corso degli anni le varie tecniche di intervento utilizzate per questi alunni sono state tante e possono essere raggruppate in tre approcci principali: quello psicodinamico, le proposte farmacologiche e le modalità di tipo cognitivo-comportamentali. Il primo approccio citato fa riferimento alla teoria psicoanalitica che interpreta il disturbo autistico come un problema emotivo; il dottor Asperger con il suo articolo propone come si sarebbe potuto evitare fin dal suo sorgere questo grave errore di valutazione che ha condotto a ritenere la cattiva relazione del bambino con una "madre frigorifero", la cause dell'insorgere dell'autismo. Ormai questa ipotesi negli ultimi quindici anni è stata superata grazie alla prese di coscienza che si tratta di un disturbo non emozionale, bensì dello sviluppo, ma ha provocato dal suo sorgere interventi terapeutici inefficaci e deleteri: l'allontanamento del bambino dalla famiglia, le psicoterapie alle madri o ad entrambi i genitori oppure quelle psicoterapie indiscriminate ai bambini. Il secondo approccio dà maggiore attenzione agli aspetti biochimici coinvolti nell'autismo e propone dei farmaci che agiscono su quei sintomi che disturbano l'attività quotidiana come l'aggressività, l'iperattività, l'ansia. Questi farmaci anche se, in alcuni soggetti, aiutano a ridurre la frequenza e l'intensità dei sintomi, non sono sufficienti se vengono considerati l'unica fonte d'intervento; infatti dovrebbero costituire solamente una parte di un programma più vasto diretto anche agli altri aspetti del disturbo e alla vita del soggetto in generale. Il terzo approccio comprende strategie psicoeducative nelle quali diventa fondamentale considerare la modalità con cui il soggetto elabora le informazioni dell'ambiente; questi interventi inoltre assegnano grande importanza a variabili come il pensiero, l'attenzione e l'integrazione di informazioni. L'esempio più famoso e più riuscito di tale approccio è il TEACCH (Treatment and Education of Autistic and Communication Handicapped Children). Innanzitutto bisogna chiarire che il TEACCH non è un metodo, non è un tipo di trattamento per bambini autistici e non segue né indica una sequenza di tappe o esercizi da seguire. Il TEACCH è un'organizzazione di servizi su base statale creata da Eric Schopler e dai suoi collaboratori nell'Università della Carolina del Nord circa trent'anni fa.
Tale organizzazione offre servizi alla persone con autismo e alle loro famiglie ed inoltre offre formazione e consulenza alle scuole. Le scuole si convenzionano con i centri TEACCH per avere la formazione e la supervisione al lavoro delle classi per bambini autistici situate all'interno delle scuole normali. Il dato interessante è che i servizi offerti continuano poi anche per le età successive, cioè rispondono anche alle esigenze di abitazione e di lavoro per persone autistiche adulte.

Il Programma TEACCH comprende numerose attività di tipo educativo da effettuare con bambini con Disturbi Generalizzati dello Sviluppo o con disturbi della comunicazione. L'uso di tali attività va, però di volta in volta contestualizzato ed individualizzato; la messa in atto di queste attività deve basarsi su quattro criteri fondamentali che gli autori denominano rispettivamente:

- Modello di interazione;
- Prospettive di sviluppo;
- Relativismo comportamentale;
- Gerarchia di addestramento.

Il concetto di modello di interazione si riferisce alla necessità di contestualizzare una certa tecnica di intervento all'interno del sistema di relazioni in cui il bambini si trova. Infatti i bisogni particolari del bambino e il suo potenziale di apprendimento si possono meglio cogliere nel contesto di interazione del bambino con il suo ambiente quotidiano di vita, familiare e scolastico.
Invece il concetto di prospettiva di sviluppo sottolinea la necessità che si tenga conto, nel definire l'intervento riabilitativo, del livello di sviluppo globale del bambino nelle diverse aree. Quindi si dovrà tenere conto sia delle sua aree deboli, sia di quelle in cui mostra maggiori capacità.
Con relativismo del comportamento s'intende descrivere e soprattutto tenere in considerazione un particolare fenomeno che si osserva nei bambini con Disturbi Generalizzati dello Sviluppo; quello della difficoltà, a volte impossibilità, a generalizzare, ad ambiti diversi da quello in cui è stata appresa, una risposta comportamentale. E' quindi importante definire obiettivi educativi specifici per ogni contesto.
Infine il concetto di gerarchia di addestramento indice la necessità che si definiscano delle priorità tra i problemi da affrontare con il bambino psicotico. L'intervento educativo dovrebbe cioê essere finalizzato a modificare, in primo luogo, i comportamenti che mettono a rischio la vita del bambino; in secondo luogo, quei problemi che riguardano la capacità del bambino di adattarsi all'ambiente familiare. Poi come terza priorità c'ê sicuramente l'adattamento al contesto scolastico e, come quarta, l'adattamento alla comunità extrascolastica. Una conseguenza logica di quanto detto sinora ê che l'intervento educativo deve essere tagliato su misura per il bambino, la sua famiglia e la sua scuola.

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La Sindrome di Asperger: la storia, le caratteristiche cliniche e il trattamento pedagogico

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Informazioni tesi

  Autore: Fabiana Luongo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Elisa Frauenfelder
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 111

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