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Tra fandonie e mezze verità: teorie complottiste del signoraggio e il ruolo di vigilanza della Banca d' Italia

Il signoraggio monetario

Chi sostiene tale teoria afferma che il signoraggio è la differenza tra il valore nominale della moneta ed il suo costo di produzione. Esso è un profitto di cui si appropria chi ha il potere di emettere una data moneta. È da questa errata definizione che scaturiscono tutte le teorie complottiste che arrivano poi a conclusioni sconcertanti.

Attraverso questa definizione, viene affermato come il guadagno della banca centrale ad esempio su di una banconota di 100 euro che ha come costo di produzione 30 centesimi sia 99,70 euro.

Tale ammontare costituirebbe il reddito da signoraggio esposto nella definizione più gli interessi, il che sarebbe sconcertante: come se un tipografo incaricato dagli amministratori di una società calcistica di stampare 30.000 biglietti di ingresso per le partite del campionato, col prezzo di € 20 stampato su ogni biglietto, chiedesse come compenso per il lavoro di stampa € 600.000 in base al fatto che i biglietti che ha prodotto “valgono” €20 cadauno.

Tale esempio rende l’ idea di come secondo tali definizioni lo Stato riconoscerebbe alla banca centrale la proprietà o titolarità del valore del denaro che emette, stampato o scritturale che sia ,attinendo così al totale del valore del denaro emesso più un interesse! E questo ovviamente indebitando lo Stato e in diretta conseguenza i cittadini. Per di più visto che tali istituti di credito esistono da più di 300 anni cioè,dalla nascita della banca d’ Inghilterra tale truffa quindi perdurerebbe da secoli.

Teorie simili a questa affermano poi che la banca centrale,nella sua attività di acquisto e di titoli (operazioni di mercato aperto) incassa di fatto i soldi, compresi gli interessi mentre lo Stato finisce con il pagare capitale e interessi su questi titoli, e l’ effetto sarebbe quello di una politica fiscale restrittiva e l’ imposizione di ulteriori tasse, di un taglio alla spesa, la contrazione di nuovi debiti e la vendita di beni pubblici. In conclusione questa teoria sostiene che la creazione di moneta ha come diretta conseguenza l’ aumento del debito pubblico dello stato.

È convinzione di queste teorie che esistano luoghi in cui tuttora il bilancio del governo sarebbe mantenuto grazie all'emissione in proprio di banconote, senza ricorrere a tassazione o a prestiti sul mercato e senza generare una inflazione devastante. È il caso dell'isola di Guernsey, in cui la tassazione sarebbe bassa grazie all'emissione di moneta.

Penso ad esempio alla teoria del prof. Giacinto Auriti, detta teoria del valore indotto, per la quale il valore della moneta dipenderebbe dal popolo che l’ accetta come mezzo di pagamento. Tale teoria è stata usata per citare in giudizio la Banca d’ Italia e chiedere al Tribunale di Roma di dichiarare che la moneta, al momento dell’emissione, appartiene a tutti i cittadini tale teoria ha anche ispirato la proposta di legge d’iniziativa del deputato buontempo: “proprietà popolare della moneta e conto di cittadinanza” presentata il 3 ottobre 2005

Questo brano è tratto dalla tesi:

Tra fandonie e mezze verità: teorie complottiste del signoraggio e il ruolo di vigilanza della Banca d' Italia

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Frontino
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Matteo Alvisi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 29

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