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Bilinguismo in terza età

Metodologie di apprendimento delle lingue straniere in terza età

Nel 1998 nasce l’iniziativa Comunitaria denominata “Label Europeo per progetti innovativi nell’insegnamento e nell’apprendimento delle lingue”.
Nel Piano d’Azione Comunitario 2004-2006 per la Promozione dell’Apprendimento delle Lingue è stato riconosciuto al Label Europeo “un importante ruolo da svolgere, evidenziando progetti locali, regionali e nazionali che hanno individuato metodi creativi per migliorare la qualità dell’insegnamento delle lingue, nonché il fine ultimo di premiare le esperienze più innovative in materia di insegnamento e apprendimento delle lingue straniere dei Paesi dell’Unione Europea” (Guido, Lippolis, 2007).
All’interno del volume “Valorizzare l’insegnamento e l’apprendimento linguistico – Il Label Europeo in Italia” (Guido, Lippolis, 2007) è possibile consultare una rassegna dei progetti vincitori del premio Label dal 1998 fino al 2006.
Si tratta di progetti nei quali si ricorre a svariate metodologie di didattica attiva: utilizzo di registrazioni, film documentari, uso di schemi, annotazioni, tabelle, controllo della comprensione globale e/o analitica dei materiali, esercizi di tipo comunicativo e creativo, come pairwork, groupwork, role-play, open dialogue. Inoltre, si nota il frequente ricorso a modalità di apprendimento a distanza, e-learning ed ai nuovi supporti informatici in genere.
Tuttavia, il target dei progetti coinvolge un pubblico prevalentemente giovane (studenti, bambini e/o adolescenti), mentre gli adulti sono considerati per una finalità prevalentemente professionalizzante.
Tra i progetti vincitori del Label 2006, si cita il progetto “IPSIA Marconi on the stage – Rappresentazione teatrale di “Romeo and Juliet” di William Shakespeare”.
Il fondamento metodologico del progetto è il CLIL: Content Language Integrated Learning. I contenuti disciplinari sono veicolati in lingua inglese, il progetto viene realizzato come project work e il lavoro di ricerca, analisi e studio è svolto usando la metodologia del Cooperative Learning.
Si rintraccia, infatti, una parziale affinità riconducibile alla componente teatrale del format narrativo, tuttavia il target ha interessato gli studenti dell’Istituto Professionale provenienti da un ambito socio-economico e culturale piuttosto basso. Non sono, dunque, coinvolti soggetti in terza età.
In ambito extraeuropeo, invece, si menziona il rapporto “Analisi dei programmi di formazione in L2 per gli anziani in Canada” (2008) stilato dall’Istituto degli studi per l’Intero arco di vita e l’Invecchiamento dell’Università di Toronto – Canada.
In considerazione dei massicci flussi migratori che coinvolgono il Canada, il rapporto analizza i programmi di formazione per l’acquisizione della lingua inglese e francese rivolti a persone anziane immigrate in Canada.
Questa analisi è finalizzata a individuare le condizioni più favorevoli all’apprendimento dell’inglese e del francese da parte di persone anziane immigrate, oltre alle condizioni che incoraggino la loro integrazione sociale, culturale ed economica in Canada.
E’ emerso che i corsi in L2 per le persone anziane rispondono a dei bisogni sociali e psicologici e permettono di acquisire un “bagaglio sociale”, cioè una buona conoscenza delle interazioni sociali della cultura dominante e una conseguente disinvoltura nei suoi riguardi (Taylor e coll., 2003).
Sono stati presi in considerazione i programmi di formazione linguistica per le persone anziane in Canada, Stati Uniti e Australia, come ad esempio il programma “English for Older Adults”, a Winnipeg (Manitoba).
Secondo gli autori, questi programmi possono trasformare, ispirare e migliorare la vita della gente. Essi affermano anche che tali programmi hanno degli effetti benefici sulle persone anziane poiché “favoriscono la creazione di risorse sociali e di amicizia, offrono l’occasione di partecipare attivamente alla società, inoltre forniscono agli anziani degli strumenti che permettono di lottare contro la depressione, l’ansia, la violenza e l’isolamento” (Taylor e coll., 2005).
Inoltre, sembrerebbe che, nell’ambito di questi corsi in L2 per soggetti in terza età, gli aspetti sociali prendano il sopravvento su quelli linguistici, sebbene la conoscenza della lingua non sia trascurata (Morgan, 2002).
Tuttavia, nel rapporto si analizzano più che altro aspetti strutturali dei programmi d’insegnamento in L2 (logistica, tempistica, finanziamenti, ecc.), piuttosto che aspetti metodologici di tipo psico-linguistico.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Bilinguismo in terza età

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Informazioni tesi

  Autore: Eleonora Sinapi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Facoltà di Medicina e Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche - Sviluppo e salute in età evolutiva
  Relatore: Traute Taeschner
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 66

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