Skip to content

La vittima nella fenomenologia dell’omicidio - Analisi vittimologica degli omicidi volontari in Emilia Romagna nel quadriennio 2000 - 2003

La percezione dell’azione delittuosa

Individuare una determinata persona come vittima, come si è cercato di spiegare non è solitamente un’operazione casuale. Il criminale, se premedita l’azione, sceglierà una vittima con le caratteristiche da lui ritenute più idonee per raggiungere lo scopo che si è prefissato.
Con un test che prende il nome di «differenziale semantico» si è notato [Schwendiger e Schwendiger 1967] come nei delinquenti sia presente un idea stereotipata e standardizzata della vittima. Questi stereotipi sono basati, come le tipologie sopraelencate, sui modelli comportamentali, ambientali, o sulle caratteristiche fisiche, avranno un’influenza determinante durante l’operazione di scelta della futura vittima.
A volte questi stereotipi sono costruiti al fine di trovare un alibi per l’Io criminale, cioè per “pulirsi la coscienza” o per giustificare, almeno in parte, le proprie azioni. Ad esempio si potrà indicare come vittima di un furto un soggetto estremamente ricco, che oltre a rappresentare una vittima molto appetibile, sicuramente non subirà irreparabili danni economici per via di una fugace azione criminale. O ancora, la futura vittima potrà essere vista, dal delinquente, per via di qualche approssimativa e surreale colpa come meritevole del danno che andrà a subire.
Si tende cioè a colpevolizzare la vittima per cercare di limitare i propri sensi di colpa attraverso un processo mentale che può tendere da un lato a “negoziare la responsabilità”, ad esempio se la vittima ha avuto un atteggiamento provocatorio, oppure a “negoziare la vittima”, nel caso in cui il criminale sia convinto di aver agito nei confronti di una persona che meritava di essere vittimizzata e quindi non vi è ingiustizia sociale.
Altri studi psicologici e vittimologici sono stati condotti sui meccanismi di razionalizzazione attuato dai criminali prima di delinquere tendente ad evitare sensi di colpa e inibizioni quali l’attribuzione di colpa alla vittima, oppure la giustificazione derivate dal aver colpito una persona definita “culturalmente legittima”.
Si tratta di un processo di “vittimizzazione sociale” volto a rappresentare la vittima come indifesa e parzialmente responsabile dell’evento. Il criminale avrà cosi la cognizione di aver vittimizzato una persona il cui comportamento non è condiviso e riconosciuto dalla società, che per prima non la riconosce come vittima [Strano 2003].
È da rilevare come però, non sono ancora molti gli studi effettuati in quest’ambito. Qui si riporta una ricerca effettuata da Landau [1975] in Israele e presentata al congresso di Gerusalemme.
L’autore ha utilizzato come campione per la sua ricerca 104 detenuti, divisi in 4 gruppi in base al reato commesso:
1) violenza contro le persone;
2) reati contro il patrimonio;
3) frodi e truffe;
4) reati di abuso sessuale.
Landau ha poi concentrato la sua ricerca su tre aspetti che riguardano il modo con cui il criminale percepisce la vittima e cioè: la stima della forza fisica, la dolore o il disagio provocato e infine eventuali colpe attribuite alla vittima.
Per quanto concerne il primo aspetto, ossia la stima della forza fisica, nel caso in cui vi sia stata un minimo di relazione precedente al reato, i condannati per violenze sessuali valutavano la vittima meno forte nel 56% dei casi, dato che scende al 38% nei confronti dei reclusi per violenze contro la persona. Per gli altri due gruppi, invece, la vittima era vista come più debole solo per 11%-12% dei casi.
La valutazione del dolore provocato alla vittima, riserva qualche sorpresa in quanto la maggioranza dei condannati si pone in una posizione di forte negazione rispetto alla sofferenza impressa. Si pensi che nel gruppo responsabile di violenze contro la persona il 75% dei condannati aveva ucciso la propria vittima, ma per ben il 40% di essi dichiarava di non aver provocato nessun dolore. E addirittura interrogati sul loro stato d’animo affermavano che la maggior sofferenza l’avevano sopportata loro. Anche per gli altri gruppi la situazione non cambia molto, il 76% dei condannati per abuso sessuale nega la sofferenza della vittima, dato che scende al 62% per gli altri due gruppi.
Per quanto riguarda eventuali colpe attribuite alla vittima, queste risultano praticamente nulle per chi ha commesso reati contro il patrimonio e per chi è stato carcerato in seguito a truffe. Invece il 25% dei i colpevoli di abusi sessuali e più della metà dei criminali violenti, attribuirono colpe alla loro vittima. Facendo una considerazione più generale, il 42% del campione valutò la vittima almeno parzialmente colpevole, mentre per circa un terzo essa non aveva alcuna responsabilità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La vittima nella fenomenologia dell’omicidio - Analisi vittimologica degli omicidi volontari in Emilia Romagna nel quadriennio 2000 - 2003

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Fabio Nepoti
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Sociologia
  Relatore: Francesca Cremonini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 136

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi