Corporate Responsibility: nuovi approcci nella relazione tra impresa e società

Sarebbe inconcepibile secondo Werhane criticare il caso Wal-Mart, senza presentare un modello praticabile per la corporate governance, che non si limiti a raccomandare la chiusura di questa azienda. Non si possono ignorare le opportunità di lavoro che questa offre, e la focalizzazione sui “low prices”.
Nel suo saggio Werhane prende come riferimento un altro caso aziendale per illustrare le sue teorie: quello della multinazionale della Nike. Questa grande azienda non fabbrica nulla “personalmente”, di quello che vende: tutte le sue merci infatti sono prodotte da fornitori indipendenti, la maggior parte dei quali si trovano nei paesi in via di sviluppo. Recentemente la Nike ha fatto molto parlare di sé poiché accusata di acquistare prodotti da impianti che li producevano sfruttando i lavoratori, tanto da presumere che in Indonesia le donne a lavoro venissero picchiate se non mantenevano alta la loro produttività.
Nike quindi presenta il medesimo problema di Wal-Mart: non possiede quasi nessuna fabbrica di proprietà, anzi compra le sue merci da numerosi produttori sparsi in tutto il mondo. Ad una prima impressione sembrerebbe che quello che fanno questi produttori per mettere le merci Nike sul mercato non abbia nulla a che fare con la Nike stessa. Spesso la corporation sapeva ben poco di quello che accadeva negli impianti che producono le sue scarpe e gli altri prodotti del marchio. Il discorso è cambiato ovviamente quando i media hanno iniziato ad interessarsi alla questione delle condizioni di lavoro, alle paghe e alla sicurezza negli stabilimenti produttivi del noto marchio. In conseguenza della pressione pubblica la Nike ha iniziato a “guardarsi allo specchio”, sottoponendo a rivalutazione la sua missione e la sua corporate image, sfidando se stessa con l’obiettivo di estendere la portata della sue responsabilità, impegnandosi in quello che è diventato uno sforzo consolidato nel migliorare le condizioni di lavoro non solamente nelle fabbriche da cui compra, ma anche nei rifornitori di quegli impianti. Puntualizza Werhane che la Nike non guarda a questo problema come semplicemente un suo problema: in realtà ha intrapreso quella che l’autrice chiama una prospettiva sistemica (system perspective). Questo significa che considera le sue responsabilità anche al di là di quelle legate ai propri lavoratori dipendenti, non semplicemente varando un codice di condotta. Nike ha ampliato la sua influenza, i suoi standard di assunzione e il suo sistema di monitoraggio anche ai suoi franchise e, gradualmente, anche ai suoi fornitoriIn questo caso si potrebbe immaginare la portata della responsabilità della Nike nei termini di un graduale ampliamento di cerchi concentrici: la prima responsabilità sarebbe quella verso i suoi dipendenti, clienti e shareholder; il cerchio successivo includerebbe anche i suoi fornitori; il terzo anche i fornitori dei suoi fornitori.