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Tra educazione civica e pedagogia religiosa: le strategie comunicative di un catechismo islamico contemporaneo

L’educazione islamica nelle scuole siriane

In un saggio del novembre 2003, dedicato esplicitamente alla questione dell’istruzione religiosa islamica in Siria, Joshua M. Landis presenta un quadro particolarmente negativo degli effetti che la politica religiosa del governo ha avuto in questo campo.
Secondo l’autore, l’ideologia dello stato islamico, che non ammette separazione fra stato e chiesa, viene inculcata agli studenti persino all’interno della scuola pubblica: “Allo studente viene spesso ricordato che lo stato islamico è un ordine divino la cui saggezza, giustizia e le cui leggi sono imposte da Dio.” [Joshua M.Landis, Islamic Education in Syria: Undoing Secularism, http://faculty-staff.ou.edu/L/Joshua.M.Landis-1/Islamic%20Education%20in%20Syria.htm, 20/09/2008 (traduzione mia)].

La situazione dell’istruzione religiosa è descritta dallo stesso autore come segue:

“L’educazione islamica nelle scuole siriane è tradizionale, rigida e sunnita. Il ministro dell’educazione islamica non cerca di inculcare le nozioni di tolleranza e rispetto per altre tradizioni religiose che non siano quella sunnita o quella islamica. Il cristianesimo è l’unica eccezione alla regola. Viceversa, tutte le altre religioni sono ritenute nemiche dell’Islam, e i loro fedeli devono essere convertiti o combattuti. Il governo siriano insegna ai ragazzi che oltre metà dei sei miliardi di abitanti del mondo andranno all’inferno e devono essere violentemente combattuti dai musulmani.

Gli ebrei hanno un loro status. La religione ebraica - la Torah e i profeti ebrei – è considerata di origine divina – ma gli ebrei, che sono accusati di avere rinnegato i propri profeti, sono destinati all’inferno e devono essere eliminati. A prima vista, ci si aspetterebbe che la Siria dovrebbe promuovere una visione liberale e tollerante della differenza fra le religioni, all’interno del curriculum di studio. Ma le ragioni sono molteplici. La Siria è stata governata, per 40 anni, da leader appartenenti ad una minoranza religiosa, i musulmani Alawiti, ed è patria di numerose minoranze religiose sia cristiane che musulmane. (…) Ho chiesto a venti ragazzi frequentanti la scuola siriana di raccontarmi ciò che viene insegnato durante le ore di religione, per farmi un’idea di ciò che i ragazzi ricordano alla fine delle lezioni. Tutti ricordavano di aver memorizzato le sure e gli hadith del Corano, di aver parlato dei cinque pilastri dell’Islam, e di come si deve pregare. Tutti asserivano di aver imparato i valori generali dell’Islam: obbedire ai genitori e agli insegnanti, l’importanza dell’onestà e del rispetto per le persone.

Quando poi gli ho chiesto come venissero trattati argomenti quali: il jihad, Israele, gli ebrei o l’Occidente, nessuno di loro ricordava di aver sentito parlare di tali argomenti in classe e, addirittura, dubitavano che tali argomenti facessero parte del loro piano di studi – ma in realtà essi ne fanno parte” [Joshua M.Landis, Islamic Education in Syria: Undoing Secularism (traduzione mia)].

Questo brano è tratto dalla tesi:

Tra educazione civica e pedagogia religiosa: le strategie comunicative di un catechismo islamico contemporaneo

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Informazioni tesi

  Autore: Deborah Gianfreda
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Lecce
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Scienze della mediazione linguistica
  Relatore: Samuela Pagani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 63

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