Pionieri contro l'occupazione: dalle Donne in Nero agli Anarchici contro il Muro

È fuor di dubbio che nell'ambiente dei movimenti pacifisti israeliani e tra l'opinione pubblica in generale tutti conoscano oggi le Women in Black. Venti anni di veglie svolte in luoghi strategici e pubblici hanno fatto sì che esse abbiano ottenuto il rispetto anche di coloro che avversano i loro messaggi di pace e giustizia, almeno per la costanza e la devozione impiegate nella protesta. La ritualità propria della metodologia di dimostrazione delle Donne in Nero rappresenta però un'arma a doppio taglio. Se inizialmente questa formula aveva molto effetto, in quanto innovativa e d'impatto, oggi può risultare ormai statica e limitante, oltre che inefficace. A livello simbolico è importante che esse ricordino ogni settimana – con la loro presenza e i loro slogan – che l'occupazione è ancora un dato di fatto e che è necessario farla terminare in qualche modo.

Gila Svirsky è tra le attiviste che attribuisce ancora un ruolo fondamentale alle Donne in Nero, le quali continuano a scendere in piazza per ripetere che “l'occupazione è inaccettabile”. Di certo, tra i meriti delle Women in Black c'è quello di aver contribuito al processo di informazione della società israeliana sui temi riguardanti l'occupazione e la violazione dei più basilari diritti umani della popolazione palestinese. Intorno alla fine degli anni '80 del '900, questi argomenti risultavano essere un tabù: nessuno ne parlava e, probabilmente, nessuno ne voleva sapere.

Secondo Gila, oggi la realtà dell'informazione non è molto diversa rispetto a prima: “La maggior parte degli israeliani è ancora totalmente inconsapevole di ciò che accade al di là della Green Line, ed è per questo che le Donne in Nero ricoprono un ruolo importante, ovvero quello di ricordare l'occupazione e condannarla”.
Della stessa opinione è Ronnee Yeger, la quale ritiene fondamentale, come primo passo, far cessare l'occupazione e informare su di essa, e da questo partire per la risoluzione vera e propria del conflitto. Anche Shoshana Halper considera molto importante l'azione tutt'ora svolta dalle Women in Black, “le uniche a mostrare agli israeliani che l'occupazione è qui, e deve finire”. A differenza di Gila e Ronnee, per le quali la metodologia di protesta da adottare per perseguire questi fini è la stessa che le Donne in Nero da sempre utilizzano, Shoshana dichiara durante l'intervista che lo strumento delle veglie non è più sufficiente.