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I cinque referendum locali di Milano e la riscoperta della democrazia diretta

Le priorità per l'agenda dei milanesi

Diversi enti e società di consulenza pubblicano studi che misurano la qualità della vita, applicando, a seconda delle indagini, differenti parametri.
Nell'indagine condotta da Mercer le condizioni di vita vengono analizzate in base a 39 parametri, raggruppati in 10 categorie:

• Quadro politico e sociale (stabilità politica, criminalità, applicazione della legge, ecc.)
• Quadro economico (normative per cambio valuta, servizi bancari, ecc.)
• Quadro socio-culturale (censura, limiti alle libertà personali, ecc.)
• Salute e sistema sanitario (forniture e servizi medici, malattie infettive, rete fognaria, smaltimento rifiuti, inquinamento atmosferico, ecc.)
• Scuole e formazione (standard e disponibilità di scuole internazionali, ecc.)
• Servizi e trasporti pubblici (elettricità, acqua, trasporti pubblici, traffico, ecc.)
• Svaghi (ristoranti, teatri, cinema, sport e ricreazione, ecc.) • Beni di consumo (disponibilità di cibo/prodotti di uso quotidiano, automobili,
ecc.)
• Alloggio (case, elettrodomestici, mobili, servizi di manutenzione, ecc.)
• Ambiente naturale (clima, analisi delle calamità naturali)

La classifica così prodotta, che nasce dall'esigenza della multinazionale di parametrare le più importanti città mondiali per determinare le indennità di lavoro all'estero dei propri dipendenti a seconda della vivibilità della sede, rende un panorama puntuale e rappresentativo delle criticità dei differenti capoluoghi. Tra le città europee la classifica dei centri con la migliore qualità di vita è guidata da Vienna e chiusa da Atene. Milano, nel 2010, si posizionava a metà classifica, al 41° posto, con Roma al 54°.

Se però guardiamo la classifica delle città ecologiche, che pone come parametri la disponibilità e potabilità dell'acqua, la rimozione dei rifiuti, la qualità della rete fognaria, l'inquinamento atmosferico e il traffico, la situazione si capovolge, con Roma al 78° posto e Milano che scivola all'84°. Traffico e scarsa qualità ambientale rappresentano una sofferenza per Milano.
Anche l'Unione Europea fissa indicatori comuni di qualità urbana:

• Grado di soddisfazione dei cittadini riguardo alla propria comunità locale
• Impronta carboniosa (emissioni di CO2 pro capite)
• Mobilità locale e trasporto pubblico (% spostamenti trasporto pubblico)
• Disponibilità di spazi pubblici e servizi connessi (% cittadini che vivono a meno di 300 metri)
• Qualità dell'aria (n. giorni superamento limiti PM 10)
• Spostamenti a piedi dei bambini casa / scuola (% spostamenti in auto)
• Gestione sostenibile da parte della P.A. e delle imprese (% certificazioni ambientali)
• Rumore (% cittadini sottoposti a rumore notturno >55 dB(A))
• Uso sostenibile del suolo (% aree a verde)
• Promozione di prodotti sostenibili (% cittadini che acquistano prodotti sostenibili)

Applicando tali parametri, Secondo il Centre for research on energy and enviromental economics and policy dello Iefe Bocconi, che con Edoardo Croci ha condotto una ricerca sugli indicatori di sostenibilità e benessere a livello urbano, le criticità comuni alle aree metropolitane, con particolare riferimento a quelle europee, risultano essere la congestione da traffico e la scarsa qualità ambientale. La mancanza di coesione sociale e la vulnerabilità, variabili influenzate direttamente del tipo di organizzazione dell'economia e di gestione degli spazi e del territorio, rappresentano ulteriori problematicità.
La scarsa qualità ambientale si riflette sulla perdita dell'aspettativa di vita dei cittadini residenti nelle aree a più alta intensità produttiva e umana che non hanno investito in misure di contenimento dell'inquinamento. Secondo l'Agenzia Europea dell'Ambiente, nel 2000 la perdita dell'aspettativa di vita nell'area padana a causa delle emissioni di PM 2,5 è tra i 12 e i 36 mesi. Implementando politiche efficaci la riduzione di aspettativa di vita potrebbe contenersi a 6 – 9 mesi.
La maggiore responsabilità dell'inquinamento da particolato, secondo uno studio condotto dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), è proprio delle emissioni dovute ai trasporti: circa il 60% del PM 10, a fronte di un 20% circa ciascuno per industria e riscaldamenti.

Lo scenario è confermato da altre indagini svolte nel capoluogo lombardo, come l'Osservatorio permanente della qualità della vita, che l'associazione MeglioMilano conduce da oltre 20 anni analizzando la qualità della vita a Milano, la sua evoluzione e le sue variazioni nel tempo.
L'Osservatorio, incrociando i dati delle città italiane rilevati nel Rapporto di Legambiente sull'Ecosistema Urbano, può tracciare un'immagine di luci e ombre della situazione milanese. Le eccellenze riguardano la depurazione delle acque (che ormai raggiunge il 100%), l'offerta e il numero di passeggeri del trasporto pubblico, le aree verdi totali (assai più scarse sono quelle fruibili). Una posizione di media classifica, ma superiore alla media generale, descrive lo stato delle isole pedonali e della raccolta differenziata. Quello che è invece indicato come il vero problema della città è la qualità dell'aria: il conteggio delle giornate di superamento dei limiti dell'ozono e la forte presenza di PM10 e NO2 gettano il capoluogo lombardo in fondo alle classifiche italiane, anche se la situazione va lentamente migliorando con il passare degli anni. La consapevolezza della gravità di tale situazione è sempre più diffusa tra i cittadini milanesi, che, complici i mezzi di informazione e i richiami dell'Unione Europea sul superamento dei livelli di allerta per l'inquinamento dell'aria, esprimono sempre più spesso la propria preoccupazione, come è possibile rilevare dai sondaggi.

Nella ricerca Coesis pubblicata dal Corriere della Sera il 22/02/2011, i rispondenti ritenevano che la qualità della propria vita fosse migliorata nell'ultimo anno solo nel 7,5% dei casi. Il 60,8% riteneva che fosse peggiorata.
Chiedendo poi quali fossero le priorità per la città di Milano e per i milanesi (risposta spontanea, possibile risposta multipla, massimo 3 risposte) emergevano le seguenti preferenze:

migliorare la viabilità 38,8%; qualità dell'ambiente 34,0%; rafforzare il trasporto pubblico urbano 27,4%; contribuire alla lotta all'inquinamento 25,4%; aumentare il grado di controllo/senso di sicurezza verso il cittadino 24,6%; aumentare le aree verdi 14,4%; offrire nuove opportunità di lavoro 10,2%; politiche sociali (famiglia, giovani, minori, disabili, anziani) 9,5%; maggiore controllo dell'immigrazione 9,1%.

Traffico, ambiente, mobilità, inquinamento sono quindi i temi indicati come più urgenti da affrontare. Hanno superato la sicurezza e il lavoro, questioni enfatizzate come prioritarie solo qualche anno prima, con il contributo dei media e della politica, che alla luce di queste parole costruiva le proprie campagne elettorali.
Un altro dato riguarda la soddisfazione dei cittadini e la loro fiducia nelle istituzioni e verso i decisori pubblici, applicato alla percezione della situazione nel medio periodo.
Il sondaggio Lorien Consulting, diffuso da Repubblica Milano il 13 luglio 2010, segnala come il 31,6% degli intervistati ritenesse che la qualità della propria vita fosse peggiorata nei 5 anni precedenti. Il 62,8% del campione sosteneva poi che la qualità della vita nella città di Milano fosse peggiorata nello stesso periodo di tempo.

Domandando quale fosse la valutazione complessiva sull'operato della Giunta Moratti e su quello dell'opposizione in Consiglio comunale i giudizi abbastanza e molto negativi superavano di gran lunga i positivi. Considerato che circa un terzo degli intervistati sceglie di non esprimersi, maggioranza e minoranza venivano entrambe bocciate con il 45,9% e il 39,8% di giudizi critici.
Quello che emerge è dunque uno scenario di insoddisfazione dei cittadini milanesi per la qualità della vita nella propria città, a causa dei pessimi risultati delle politiche su mobilità e trasporti e della costante emergenza legata alla cattiva qualità dell'aria. Per quanto infatti Milano rappresenti, per molti aspetti, una città di eccellenza per i servizi, l'accessibilità e l'economia, l'aspetto ambientale continua a costituire una criticità e, nonostante i lievi miglioramenti che si sono susseguiti negli anni, rimane il problema più urgente per la città. A fronte di ciò, la politica ufficiale non è riuscita a fornire ai cittadini soluzioni efficaci ai problemi, alimentando sentimenti di sfiducia e frustrazione.
Il ricco tessuto di associazionismo e il tradizionale impegno civico dei milanesi fanno sì che tali questioni siano dibattute e affrontate grazie ad un nutrito confronto pubblico, condotto con l'ausilio di ricerche ed esperti. Tutto questo pone le basi per l'interessamento diretto dei cittadini nell'affrontare e proporre soluzioni a problemi ormai ineludibili.

Questo brano è tratto dalla tesi:

I cinque referendum locali di Milano e la riscoperta della democrazia diretta

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Informazioni tesi

  Autore: Lorenzo Lipparini
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Comunicazione politica e sociale
  Relatore: Marco Cacciotto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 127

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