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Effetti della non lateralizzazione emisferica sulle abilità comunicative e linguistiche nei bambini affetti da Disturbo dello Spettro Autistico

Come si sviluppa la teoria della mente

Sappiamo che gli aspetti centrali della teoria della mente, nello sviluppo tipico, compaiono molto velocemente nei primi tre anni di vita. La complessità e astrazione di queste conoscenze suggeriscono che tali acquisizioni non sono il prodotto di generali meccanismi associativi e di condizionamento: nessun apprendimento puramente associativo conosciuto è in grado di produrre le conoscenze astratte che formano i cardini della conoscenza psicologica.
Pertanto, la possibilità che alla base dello sviluppo delle conoscenze psicologiche ci sia un meccanismo di questo tipo si riduce drasticamente, e appare molto più probabile l'azione di processi e predisposizioni biologiche (Leslie, 1994, 2000; Surian 1997).
Un processo di sviluppo in gran parte guidato da meccanismi maturativi è in grado di sopportare, senza subire interferenze dannose, notevoli variazioni nell'ambiente sociale, linguistico e culturale. Nonostante le variazioni culturali in cui sono immersi dalle diverse modalità di interazione madre-bambino alle esperienze di socializzazione con altre figure familiari ed extrafamiliari, tutti i bambini con sviluppo tipico acquisiscono una teoria della mente entro i 4 anni.
Un processo maturativo, in larga parte endogeno, spiega bene perché, a dispetto di grandi diversità, nelle esperienze, tutti i bambini sviluppino grosso modo alla stessa età i principali concetti psicologici.
Tutti, ad eccezione di alcuni: i bambini con autismo e alcuni bambini sordi.
I bambini sordi e figli di genitori udenti dimostrano una prestazione significativamente inferiore nei compiti di falsa credenza. I bambini sordi ma figli di genitori sordi hanno invece prestazioni simili a quelle dei bambini udenti (Peterson e Siegal, 2000). Che cosa è mancato hai bambini sordi i cui genitori non usano la lingua dei segni? Una possibilità è che la deprivazione cruciale riguardi l'esperienza conversazionale. La ricerca sui bambini sordi suggerisce che l'esperienza conversazionale precoce abbia un impatto significativo nello sviluppo della teoria della mente.
Non c'è contraddizione nell'affermare che una capacità è innata e che però senza un certo tipo, o quantità, di esperienza non si svilupperà mai.
La teoria modularista sullo sviluppo della teoria della mente di Baron-Cohen prevede ben 4 moduli distinti che costituiscono il nucleo del sistema di lettura della mente.
Oltre al modulo che produce metarappresentazioni (ToMM, da Theory of Mind Mechanism), del quale abbiamo già parlato, Baron-Cohen ne prevede altri tre, uno dedicato a elaborare la direzione dello sguardo (EDD, Eye-Direction Detector), uno specializzato nel leggere l'intenzionalità nei movimenti e rappresentare stati volitivi (ID, Intentionality Detector) e uno per partecipare ad interazioni triadriche in cui due persone condividono l'attenzione per il medesimo oggetto (SAM, Shared Attention Mechanism).
I primi due sarebbero i precursori evolutivi del terzo (SAM) il quale a sua volto è il precursore di ToMM. In alcuni bambini autistici compaiono, sebbene in ritardo, vari comportamenti che indicano la presenza di una teoria della mente.
Questo fenomeno può essere spiegato in almeno due modi diversi: il ritardo e l'invenzione di strategie di compensazione. Alcune persone autistiche sembra sviluppino una teoria della mente incompleta, simile a quella dei bambini normali, di età inferiore ai 4 anni. Altri apprendono strategie ad hoc che permettono loro di ottenere la soluzione dei compiti della teoria della mente, senza però fare ricorso alle metarappresentazioni.
E' importate riportare che i bambini con autismo sanno anticipare come si sentirà una persona se conoscono un suo desiderio ed è stato detto loro che questo desiderio è stato soddisfatto, oppure frustrato (Baron-Cohen, 1991) in quanto tale ragionamento richiede ID che è intatto nei bambini autistici, mentre non richiede l'attivazione del ToMM.
Desideri ed emozioni possono essere inizialmente compresi in base a semplici relazioni con stati di fatto, evitando un livello più complesso che include le metarappresentazioni. Questa cruciale distinzione è stata impiegata in programmi educativi volti ad insegnare le conoscenze psicologiche ai bambini con autismo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Effetti della non lateralizzazione emisferica sulle abilità comunicative e linguistiche nei bambini affetti da Disturbo dello Spettro Autistico

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Informazioni tesi

  Autore: Elsa Salvati
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi dell'Aquila
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze Psicologiche Applicate
  Relatore: Monica Mazza
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 84

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Parole chiave

lateralizzazione emisferica
abilità linguistiche
abilità comunicative
d.s.a.

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