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Partecipazione giovanile e nuove tecnologie: il progetto JSTEP nella Riviera del Brenta

Cos’è il Progetto STEP: struttura e obiettivi

L’idea di STEP nasce da un’idea di Marco Faedda, responsabile del settore Socio Culturale del Comune di Camponogara, il quale, assieme ad Antonio Candiello, laureato in fisica e “Technology Transfer Officer per conto dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare”, esperto in “interrelazioni tra qualità ed informatica” nonché “consulente nel settore privato dei processi di innovazione nelle imprese” , hanno dato vita al progetto. Gli obiettivi di STEP sono di duplice natura.

Da un lato l’iniziativa si propone di far interagire i giovani grazie all’impiego delle nuove tecnologie e di offrire loro uno spazio fisico e virtuale in cui domanda e offerta di aggregazione giovanile (intesa come momento di partecipazione e socializzazione on line tra ragazzi) si incontrano.

Infatti su JSTEP giovani di età compresa tra i 14 e i 29 anni e associazioni giovanili possono comunicare via etere, scambiarsi informazioni o segnalare la presenza di un’iniziativa, come, ad es. un festival musicale, una mostra d’arte o la presenza sul territorio di un comune limitrofo di un corso di informatica, ecc.

Ma un ulteriore obiettivo di JSTEP è quello di dar vita ad una rete civica che comprenda tutti i singoli Comuni aderenti e altri soggetti quali le Unioni tra Comuni (l’Associazione dei Comuni del Miranese per il Coordinamento delle Politiche Giovanili e l’Associazione delle Politiche giovanili della Riviera del Brenta), operatori ed educatori di strada, l’Azienda ULSS 13 al fine di far dialogare realtà territorialmente vicine ma chiuse all’interno dei propri confini amministrativi.

Grazie al portale JSTEP le pubbliche amministrazioni coinvolte hanno la possibilità di usare nuovi mezzi informatici quali: il sistema di telefonia su Internet con Skype, e-mails e altri strumenti per la socializzazione virtuale come chatroom o i forum. Tutto questo riprendendo l’esempio delle Reti Civiche sviluppatesi a partire dagli anni ’90 in Italia. Mi riferisco in particolare alla Rete Civica Iperbole creata nel 1999 dal Comune di Bologna.

L’elemento portante del progetto STEP è, pertanto, il portale grazie al quale le pubbliche amministrazioni comunali hanno potuto “fare rete” e, allo stesso tempo dialogare con i cittadini, offrendo loro un’ulteriore occasione di confronto tra l’(ente) pubblico e il (cittadino/utente) privato. E, infatti attraverso la creazione di un portale Internet, si va oltre la classica partecipazione attuata per gradi e descritta da S. R. Arnstein nel suo articolo intitolato “Scala della partecipazione dei cittadini” (1969).

L’elemento fondamentale del suo “modello di partecipazione dei cittadini” è l’identificazione della partecipazione con il potere. Solo attraverso una redistribuzione del potere, nel presente, i cittadini esclusi da qualsiasi processo economico e politico possono accedere, in futuro, al processo di elaborazione, programmazione ed implementazione delle politiche pubbliche. A partire da ciò l’autore ha elaborato una tipologia divisa in otto livelli (gradini): Manipulation, Therapy, Informing, Consultation, Placation, Partenership, Delegated Power e Citizen control, ognuno dei quali rappresenta una diversa “concentrazione” del potere nelle mani dei cittadini.

Manipolazione: la partecipazione ha il solo scopo di pubblicizzare, rafforzandolo, il governo locale. I comitati di cittadini (ad es i Neighborhood Councils) dipendono infatti dall’ente amministrativo dando ai cittadini solo “l’illusione” d’aver preso parte ad un progetto in modo attivo;

Terapia: utilizzata nelle politiche sociali, dietro la partecipazione cittadina si nasconde una “terapia di gruppo” gestita da personale esperto per persone con forti disagi sociali e mentali;

Informazione: è il primo passo verso la legittimazione del coinvolgimento del cittadino. Tuttavia la comunicazione one-to-many (dagli organi decisionali ai cittadini) rende di fatto nullo il potere negoziale degli individui;

Consultazione: in questa fase la partecipazione è limitata alla semplice compilazione di un questionario da parte dei cittadini residenti in quartieri periferici;

Conciliazione: ad un livello intermedio tra gli organi istituzionali e i cittadini si collocano i cd “corpi pubblici”, ossia i comitati composti dai rappresentanti dei residenti. Tuttavia chi si fa portatore degli interessi della comunità non ha molte possibilità di influenzare le decisioni, data la scarsa frequenza degli incontri;

Partnership: attraverso il processo di negoziazione il potere viene redistribuito tra i cittadini e gli amministartori. Le responsabilità di progettazione e di decision-making sono ripartite tra l’ente e la comunità;

Potere delegato: i cittadini possono esercitare un potere di veto se le questioni discusse non vengono negoziate;

Controllo cittadino: i cittadini, conclude Arnstein, “riescono ad avere un potere di governo effettivo, anche se grazie al consenso delle istituzioni locali”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Partecipazione giovanile e nuove tecnologie: il progetto JSTEP nella Riviera del Brenta

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Informazioni tesi

  Autore: Elisa Carraro
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Studi europei
  Relatore: Giorgia nesti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 143

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