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Rapporti tra contratti collettivi di diverso livello

Gli Accordi di Pomigliano e Mirafiori e la particolare situazione del settore metalmeccanico: dalla contrattazione plurilivello alla contrattazione monolivello

Il 15 aprile 2009 è stato firmato da CISL, UIL, e Confindustria, l’accordo interconfederale per l’attuazione dell’accordo quadro sulla riforma degli assetti contrattuali, il quale aveva il compito di prefigurare il nuovo sistema contrattuale sperimentale.

Pertanto il suddetto accordo, avvalorando i contenuti e le idee principali dell’Accordo quadro, da un lato, ha confermato la centralità del contratto collettivo nazionale – garante di un trattamento comune sull’intero territorio nazionale –, e dall’altro, ha ripreso la valorizzazione della contrattazione decentrata – soprattutto aziendale –, la quale venne intesa come strumento di rilancio della produttività e delle retribuzioni reali.

Dal momento che «proprio l’accordo interconfederale del 15 aprile del 2009 costituisce lo scenario di fondo dell’Accordo di Pomigliano», bisogna, per lo meno, evidenziarne i punti più importanti. Dopo aver ribadito il doppio livello di contrattazione (parte 1) l’Accordo si dedica, dapprima, al contratto nazionale, alle sue funzioni e al suo rapporto con il contratto decentrato (parte 2), e, in seguito, al secondo livello di contrattazione – alternativamente aziendale o territoriale –, il quale «si esercita per le materie delegate, in tutto o in parte, dal contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria o dalla legge e deve riguardare materie ed istituti che non siano già stati negoziati in altri livelli di contrattazione, secondo il principio del ne bis in idem [corsivo mio]» (parte 3).

Di particolare interesse, in questa prima parte, vi è solamente la disciplina riguardante i rinnovi dei contratti collettivi, sia centrali che decentrati; ai sensi del punto 2.4. È prevista una tregua sindacale estesa dai sei mesi antecedenti al mese successivo alla scadenza, in cui non può essere intrapresa nessuna azione diretta o iniziativa unilaterale, tant’è che, nel caso in cui non si osservino tali limiti, «si può chiedere la revoca o la sospensione dell’azione messa in atto».

Allo stesso modo, al punto 3.5. è previsto il periodo di tregua sindacale per i contratti di secondo livello, senza però prevedere azioni di revoca o sospensione dell’azione effettuata. I punti più rilevanti tuttavia si trovano andando avanti nell’analisi dell’Accordo; in particolare vi sono il punto 5 che riguarda le «intese per il governo delle situazioni di crisi e per lo sviluppo economico ed occupazionale del territorio» – le quali possono essere effettuate, anche in via sperimentale e temporanea, in tutto o in parte su istituti economici o normativo disciplinati a livello nazionale – e il punto 7 che riguarda la rappresentanza delle parti nella contrattazione collettiva; in questo secondo caso l’intesa si limita a rinviare a futuri accordi interconfederali il compito di aggiornare le regole che riguardano la rappresentanza in azienda.

Dopo i due accordi del gennaio e dell’aprile 2009, «lo strappo avvenuto a livello interconfederale» si ripeteva anche a livello categoriale ed in particolare nel settore metalmeccanico: infatti, il 15 ottobre 2009 Federmeccanica, FIM ed UILM firmarono un’Ipotesi di accordo separato che riaggiornava non solo la parte economica biennale, ma revisionava anche la parte normativa quadriennale del contratto collettivo del 2008, firmato questo dalla FIOM. In questo specifico caso il punctum dolens era costituito dall’efficacia della suddetta ipotesi, dal momento che si presentava l’aggravante della sovrapposizione temporale fra l’Ipotesi stessa ed il precedente contratto nazionale del gennaio 2008; in verità, la complicazione non riguardava tanto una rivisitazione della parte economica del contratto nazionale del 2008, quanto la riscrittura della parte normativa.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Rapporti tra contratti collettivi di diverso livello

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Informazioni tesi

  Autore: Ilenia Calabrese
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Giuseppe Santoro Passarelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 224

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