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La liberalizzazione del trasporto ferroviario nel diritto Comunitario

I pacchetti ferroviari sulla liberalizzazione del settore

Strumento chiave per leggere in maniera critica ed attenta la legislazione degli ultimi anni nel settore di nostro interesse è il Libro Bianco dei trasporti del 2001. In questo documento si analizza la distribuzione dei trasporti all’interno dell’Unione e le politiche per un potenziale riequilibrio modale.

La situazione attuale nella ripartizione delle modalità di trasporto è che il treno porta il 5,8% dei viaggiatori europei, contro il 73,5% dell’auto, l’8,3% dei bus e l’8,3% dell’aereo. Se si pensa che la quota detenuta dal trasporto ferroviario nel 1970 era del 21% si vede chiaramente quale e quanto sia stato il declino del settore, e quanto difficile sia l’attuazione di programmi e politiche che possano invertire il trend sottraendo passeggeri all’auto e all’aereo, i veri protagonisti della crescita della mobilità dal secondo dopoguerra ad oggi.

La scelta fatta per rivitalizzare la ferrovia è di aprire alle logiche di mercato aumentando la qualità e l’efficienza del sistema sulla spinta di dinamiche concorrenziali successive all’ingresso di operatori privati e alla privatizzazione dei c.d. incumbents (le imprese statali monopoliste), lasciando allo Stato di occuparsi della rete. Gli obiettivi programmati dal Libro Bianco dei trasporti del 2001 sono riassumibili in quattro punti, che dovrebbero ipoteticamente essere raggiunti entro il 2010:

• un aumento della quota di mercato dal 6% al 10% per il traffico viaggiatori e dall'8 al 15% per il traffico merci;
• miglioramento del 50% dell’efficienza energetica;
• riduzione del 50% dell’emissione di sostanze inquinanti;
• aumento della capacità dell’infrastruttura che corrisponda agli obiettivi di traffico perseguiti.

Mentre le azioni per raggiungere tali obiettivi, attraverso la creazione di normativa comunitaria, sono nel senso di:

• creare un vero mercato interno ferroviario;
• garantire la sicurezza del sistema;
• ottimizzare l’utilizzo delle infrastrutture;
• modernizzare i servizi.

Si è sottolineato come un altro aspetto fondamentale del Libro Bianco del 2001 per il riequilibrio modale sia la necessità di «legare il destino dei tipi di trasporto, cercando di garantire un miglior collegamento tra le varie modalità, eliminando le strozzature e standardizzando i requisiti tecnici».

Altro aspetto del documento che la medesima dottrina rileva, è la preoccupazione relativa al finanziamento, sostenendo che maggiori sovvenzioni pubbliche comunitarie ed un maggior afflusso di capitali privati possano provvedere al problema. Una soluzione prospettata è quella dell’utilizzo dei proventi derivanti dalle tariffe riscosse per l’utilizzazione delle infrastrutture concorrenti (soprattutto quelle più inquinanti) per finanziare lo sviluppo di infrastrutture ecologicamente sostenibili.

Nell’ultima parte del Libro Bianco si riconosce come nelle istituzioni internazionali che si occupano di trasporti l’Unione Europea non abbia una presenza sufficientemente forte e si auspica in futuro un’azione unica e coordinata in modo da far sentire una voce unita e più forte. Tuttavia nel documento, importante perché detta la linea dell’Unione per lo sviluppo dei trasporti in futuro a medio-lungo termine, sono state riscontrate alcune criticità; ad esempio è stato rilevato uno scarso coinvolgimento degli enti locali e regionali, la mancanza di un ordine prioritario negli obiettivi e la mancata considerazioni di differenti situazioni all’interno della Comunità che se trattate allo stesso modo potrebbero dar luogo a discriminazioni.

La dottrina ha inoltre rilevato come la prospettiva del Libro Bianco «sia in qualche modo datata», poiché ha uno «sguardo più rivolto al passato (in termini di equilibrio da recuperare) che al futuro (in termini di maggior efficienza di sistema da riconquistare)» . Un’altra critica mossa alla politica comunitaria, come delineata nella programmazione fino al 2010, si fonda sulla difficoltà di conciliare i principi di liberalizzazione e di concorrenzialità con uno sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale e della sicurezza.

Si è ritenuto dirigistico l’approccio comunitario, «in quanto tende ad imbrigliare la domanda di trasporto, finendo così, mediante azioni di carattere economico e fiscale, con il privilegiare alcune modalità di trasporto rispetto ad altre» . La normativa creata per realizzare gli scopi del Libro Bianco si è sviluppata attraverso una serie di gruppi di normative detti pacchetti ferroviari.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La liberalizzazione del trasporto ferroviario nel diritto Comunitario

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Fassina
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Bruno Nascimbene
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 148

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