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Vissuto d’ansia e patologia psicosomatica: indagine sui percorsi antistress in stazione termale

La psicosomatica

Affrontare l’origine psicosomatica dei disturbi pone innanzitutto la questione di considerare l’individuo come un’unità integrata di psiche e soma. L’uomo malato come oggetto di cure è anche un soggetto che patisce, che comunica il suo soffrire, che produce storia e cultura nel suo articolarsi nel mondo sociale che egli stesso partecipa a creare. La malattia come patimento, πατόσ, determina inevitabilmente un evento psicologico in quanto può essere comunicabile e capace di risvegliare affetti e quindi di costituire un avvenimento sociale.

L’odierna medicina psicosomatica, in quanto branca della medicina, non sfugge alle coordinate della scienza medica e quindi nel suo cammino di crescita come scienza definita nella teoria e nella prassi, visto l’importante accento posto di tipo psicologico nell’eziopatogenesi delle patologie psicosomatiche, ha dovuto ripercorrere un po’ gli stessi difficoltosi passi che già la psichiatria percorse nello sforzo di portare avanti un proprio personale, ed in certi versi innovativo, approccio alla malattia dell’uomo.

Lo schema classico eziologico della medicina prevede che la malattia, in qualunque forma essa si presenti (quindi anche quella mentale), dipende dall’alterazione funzionale di qualche organo, che a sua volta dipende da lesioni cellulari causate da vari agenti esterni od ereditari.

La psichiatria nel suo approccio ai disturbi mentali, riuscì con il passare del tempo, ad evitare questa visione puramente organicistica delle psicopatologie e contemporaneamente la stessa medicina generale iniziò a prendere in considerazione i postulati teorico/pratici di stampo psichiatrico: ciò che nacque da quest’unione fù appunto la moderna medicina psicosomatica.
L’espressione medicina psicosomatica è stata utilizzata nel corso degli anni in tre sensi diversi:

1) come studio e trattamento psichiatrico delle malattie psicosomatiche;
2) per designare la capacità della psicoanalisi di produrre elementi teorici basilari ed effetti terapeutici tanto psichici che somatici;
3) per designare un indirizzo della medicina generale che tende ad includere in ogni giudizio clinico ed atto medico, gli elementi che la psicologia psicodinamica può apportare in relazione al rapporto medico/malato/famiglia.

Tuttavia la parola psicosomatica trova il suo più appropriato significato nel descrivere un orientamento della medicina che consiste nell’includere in ogni atto medico e giudizio clinico la considerazione dei correlati emozionali inconsci, che fanno di ogni manifestazione patologica una situazione particolare, specifica per quell’individuo ed ogni volta diversa.

La visione freudiana
Il problema psicosomatico è stato sin dall’inizio una questione centrale della psicoanalisi, poichè essa stessa è nata dal confrontarsi con un problema psicosomatico: la sintomatologia organica dell’isteria e della nevrosi d’angoscia, al cui riguardo Freud formulò i due concetti psicosomatici costituenti contemporaneamente la base ed il problema della ricerca psicosomatica.

Nell’isteria la rappresentazione inconscia incompatibile (desideri pulsionali pregenitali) è resa inoffensiva dal fatto che l’eccitamento compie un salto dallo psichico all’innervazione somatica tramite il processo di conversione come abbiamo visto nel capitolo precedente. Contemporaneamente Freud osservò, nell’ambito della nevrosi d’angoscia, come determinati sintomi organici (disturbi dell’attività cardiaca, disturbi della respirazione, sudorazione, tremori, parestesie, spasmi, vertigini) accompagnano e talvolta sostituivano l’attacco d’angoscia come suoi equivalenti (equivalente organico d’angoscia).

Quest’ansia non venne considerata come originata da una rappresentazione rimossa in quanto si mostrava, a differenza dell’isteria, non riducibile all’analisi psicologica. Il sintomo organico era il risultato di una deviazione di eccitazione somatica a cui era impossibile l’accesso alla sfera psichica.

Quindi mentre nell’isteria il processo di conversione è un processo psichico, negli equivalenti organici d’angoscia il sintomo organico non rappresenta affatto un contenuto psichico; il sintomo organico non è in questo caso espressione somatica di un conflitto dell’attività psichica, ma piuttosto un surrogato della cosiddetta azione specifica omessa, cioè di quell’azione necessaria per lo scarico dell’eccitamento sessuale di origine somatica.

La scarica non può avvenire poiché mancano i preparativi psichici per una azione adeguata tramite la deviazione dell’energia sessuale. Freud ne trasse la conseguenza che la psicoanalisi non aveva competenza in questo caso e lasciò alla ricerca medico-biologica il compito di spiegare la sintomatica delle nevrosi attuali.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Vissuto d’ansia e patologia psicosomatica: indagine sui percorsi antistress in stazione termale

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Domesi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Marisa Giorgetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 141

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