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Sua Altezza il PIL e altri indicatori di benessere

Ecological Footprint (Impronta Ecologica)

Un requisito fondamentale per la sostenibilità è l'utilizzo di una minor quantità di risorse rinnovabili rispetto a quelle che la natura può creare. Le società che non sottostanno a questa elementare equazione vanno incontro ad un deficit ecologico. Per conoscere se tale equazione viene rispettata e per gestire correttamente le risorse ecologiche, è necessario misurare il proprio consumo di natura.
Abbiamo bisogno, quindi, di avere una contabilità delle risorse che tenga traccia di quanta natura possediamo rispetto a quanta ne utilizziamo. La contabilità ecologica agisce come quella finanziaria: registra il capitale disponibile, i ricavi e le spese. Come in ambito finanziario, è possibile utilizzare più risorse ecologiche rispetto a quelle che sono state rigenerate. Ma questo sforamento riduce il capitale naturale a disposizione e non può essere sostenuto per un lungo tempo. Continui deficit portano ad una bancarotta ecologica, riducendo l'andamento economico, erodendo la qualità della vita e la stabilità sociale.
In breve, come ogni impresa di successo che tenga conto delle entrate e delle uscite, anche le nazioni necessitano di una solida contabilità ecologica.
L'Ecological Footprint (EF) è un indicatore che misura la domanda di natura da parte dell'uomo. Tale domanda include sia le risorse naturali consumate sia i rifiuti prodotti. Si ottengono “ricavi” dalle foreste, dalle terre coltivabili, dai pascoli e da ogni altro ecosistema. L'ambiente umano compromette la capacità della natura di fornire le risorse naturali. Per di più, gli ecosistemi assorbono ed assimilano i rifiuti prodotti dall'uomo, intesi come materiale di scarto del consumo dell'ambiente. L'EF somma le aree di tali ecosistemi alla domanda totale di natura richiesta dall'uomo. In altre parole, l'analisi dell'EF costruisce una serie di “saldi di domanda” che vengono trasformati in aree ecologiche produttive abbastanza estese da sostenere tali saldi.
Gli ecosistemi hanno una limitata abilità di provvedere alla domanda dell'uomo con le proprie risorse. Tale abilità è detta Biocapacità. Quando l'EF di una popolazione supera la Biocapacità, vi è una mancanza di risorse biologiche.
L'EF delle nazioni viene calcolata ogni anno da molti anni. Ciò ha permesso di misurare l'andamento della Biocapacità e dell'EF. I dati mostrano che la domanda di risorse ambientali e la produzione di rifiuti hanno iniziato ad eccedere la Biocapacità attorno al 1986. Oggi, l'umanità eccede la capacità del pianeta di fornire le risorse ecologiche del 30%; pertanto lo stock di capitale naturale diminuisce. Mentre la capacità media del mondo è di circa 1,8 ettari pro-capite, l'EF media mondiale è di 2,3 ettari pro-capite. Addirittura, l'EF dell'Europa a 27 è di 4,7 ettari pro-capite, mentre la Biocapacità è di 2,2 ettari pro-capite. Quindi, l'EF europeo supera la propria Biocapacità di più del doppio. Ciò significa che più della metà della richiesta di natura dell'ecosistema europeo dipende da ambienti esterni all'Europa stessa.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Sua Altezza il PIL e altri indicatori di benessere

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Denova
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
  Facoltà: Scienze Bancarie, Finanziarie e Assicurative
  Corso: Economia delle istituzioni e dei mercati finanziari
  Relatore: Andrea Boitani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 65

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