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Alcide De Gasperi e la nascita del Partito Popolare Trentino

La disputa Mussolini - De Gasperi

Il 6 febbraio 1909 fece la sua comparsa a Trento un acceso militante socialista, Benito Mussolini, incaricato delle direzioni del Segretariato del Lavoro e del giornale “Avvenire del lavoratore”.
Nel giro di poco tempo, fu in grado di immettere energie nuove nella vita politica trentina e si distinse per l’acceso anticlericalismo:
Nella breve dichiarazione programmatica inserita nel numero dell’II febbraio aveva affermato di voler scuotere la «tradizionale apatia» dell’ambiente trentino e non vi è dubbio che vi riuscì in pieno; prova indiretta è la tiratura del giornale che, nelle sue mani, da mille e seicento copie salì a duemila e quattrocento. (…) essi (i giornali in cui scriveva, ndr) assunsero un tono aggressivo sino allora sconosciuto alla lotta politica locale. Ogni occasione, ogni pretesto era da lui sfruttato. (…) In poche settimane la vita politica trentina cambiò volto (…) Il bersaglio preferito degli attacchi di Mussolini erano i cattolici (…) Con Mussolini i termini del conflitto (tra socialisti e cattolici, ndr) non mutarono, si esacerbarono solo, toccando rapidamente vertici sino allora sconosciuti e che non sarebbero più stati raggiunti. (De Felice)
Il primo scontro tra De Gasperi e Mussolini risale forse al 7 marzo 1909, durante un incontro pubblico tenutosi a Untermais. Le associazioni cattoliche avevano proposto ai socialisti un’unità d’azione in occasione di una vertenza lavorativa; Mussolini però sostenne apertamente la rivoluzione come mezzo per espropriare i capitali, mentre De Gasperi ribatté che la soluzione migliore era quella della solidarietà operaia. La polemica proseguì sulle colonne dei giornali. Nel replicare ad un interventodell’avversario, il 3 giugno De Gasperi mise in guardia sul «modest’uomo» affermando di non
nutrire l’ingenua speranza che il Mussolini fosse inviato tra i socialisti nostrani a predicare quella equanimità e temperanza di modi che non hanno mai avuto; ma è bene che i trentini si soffermino a ripetere la constatazione dei metodi di codesti violenti, i quali pare considerino la vita pubblica come un torneo di insulti e di bastonate, ove alla loro impudenza ed al loro terrorismo è agevole riportare vittoria.
Si può avere un’idea di quali fossero i «metodi violenti» lamentati da De Gasperi leggendo la controreplica del giorno successivo:
Ben quattro giorni sono occorsi alla cronica stitichezza intellettuale di un Degasperi, per trovare una qualunque miserevole risposta al mio articolo di sabato. E dopo un così lungo periodo di faticosa elaborazione era in diritto di aspettarmi qualche cosa di meglio che quel lassativo comparso nella Voce Cattolica (il giornale si chiamava ormai da tre anni “Il Trentino” ma qui si continuò ad usare la vecchia dizione in tono polemico, ndr) (…) I discendenti spirituali di quel principe vescovo trentino che fece battere col sangue Carlo Pilati, i difensori di quella setta che ha illuminato coi roghi la tenebra medioevale, gli epigoni dei carnefici che uccisero S. Simonino e sacrificarono decine di ebrei innocenti sono i teneri innocui agnellini che sanno “belare”, ma sono incapaci di offendere. Tutta la storia della Chiesa (…) non è che una serie continua di violenze (…) Voi eccellete nell’arte di affermare scientemente il falso e vorreste che noi seguissimo la morale di S. Filippo Neri?
Il 13 settembre 1909, dopo appena sette mesi, Mussolini fu espulso dalle autorità austriache, che lo consideravano un pericoloso sobillatore. L’episodio suscitò le accese proteste dei socialisti e in Italia conferì a Mussolini notorietà a livello nazionale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Alcide De Gasperi e la nascita del Partito Popolare Trentino

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Informazioni tesi

  Autore: Emanuel Ernesto Bernardi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Pavia
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Diana De Vigili
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 43

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