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Michel Foucault e le forme giuridiche

Nietzsche e Foucault

Come avevamo anticipato all’inizio del capitolo II, riteniamo necessario effettuare un breve confronto tra Nietzsche e Foucault, soprattutto poiché quest’ultimo dichiara espressamente il suo debito, in modo particolare nell’ambito del metodo, nei confronti dell’altro filosofo. Non a caso la prima delle conferenze brasiliane è interamente dedicata al filosofo tedesco.
Anche D’Alessandro si sofferma a riflettere su questo argomento: egli ci dice che in questo testo, forse più che altrove, è riaffermata con forza l’idea, di derivazione nietzscheana, per cui ogni conoscenza è violenza, momento di equilibrio di una lotta.

Per Nietzsche, infatti, ogni processo di conoscenza nasce da un processo di allontanamento e di differenziazione dall’oggetto: nessun oggetto può essere conosciuto se non criticandolo. Solo in questo senso la conoscenza nasce dagli istinti naturali, i quali sono in perenne lotta tra loro. La conoscenza appare allora nell’istante di un momentaneo equilibrio tra gli istinti in conflitto. E’ qui evidente una prima differenza tra i due pensatori: secondo Foucault gli istinti vengono socialmente costruiti, Nietzsche ne ha invece una visione naturalistica.

"La conoscenza fu, pertanto, inventata. Dire che fu inventata vuol dire che non ebbe origine o, il che è lo stesso, che la conoscenza non è in assoluto iscritta nella natura umana. La conoscenza non costituisce l’istinto più antico dell’uomo…è semplicemente il risultato del gioco, la lotta e il compromesso tra gli istinti."

Quindi, ci dice Foucault, se volessimo sapere che cosa è la conoscenza, non dovremmo avvicinarci ad essa tenendo conto della maniera di vivere, dell’esistenza ascetica caratteristica del filosofo. Per conoscerla realmente dobbiamo avvicinarci ad essa come politici, dobbiamo capire quali sono le relazioni di lotta e di potere.

Ecco come il filosofo francese fa rientrare in un certo senso all’interno dei propri "schemi di pensiero" un argomento tipicamente filosofico, speculativo. E’ chiaro dunque che un’analisi come questa ci introduce in una storia politica della conoscenza, dei fatti e del soggetto della conoscenza. Emerge, così, uno dei propositi di Foucault, da lui dichiarato espressamente al termine della prima conferenza:

"In queste conferenze il mio proposito è di dimostrare come, di fatto, le condizioni politiche ed economiche dell’esistenza non sono un velo o un ostacolo per il soggetto di conoscenza, ma ciò attraverso cui si formano i soggetti di conoscenza e di conseguenza i rapporti di verità."

Questo brano è tratto dalla tesi:

Michel Foucault e le forme giuridiche

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Informazioni tesi

  Autore: Elena Pollini
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze giuridiche
  Relatore: Stefano Berni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 74

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