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L'impresa turistica gestita in forma cooperativa

I ristorni: alcuni aspetti, calcolo e rappresentazione contabile

La mutualità intesa come rapporto di servizio con i soci non si risolve solo nell'osservanza dei principi legislativamente fissati (limitazione degli apporti, voto capitario, c.d. principio della porta aperta). Essa presuppone l'esistenza di un altro vantaggio per il socio, distinto da quello sociale (c.d. rapporto di servizio o scambio mutualistico), tramite il quale la società consente al socio l'acquisto o la cessione di un bene, la prestazione o la ricezione di un servizio, a condizioni più favorevoli rispetto a quelle di mercato.

Il vantaggio del socio, quindi, si realizza in un risparmio di spesa (nelle cooperative di consumo), un aumento retributivo (nelle cooperative di produzione e lavoro), grazie alla funzione sostitutiva della cooperativa all'intermediari speculatori. Tale vantaggio può essere conseguito in base a due tecniche distinte: il c.d. vantaggio immediato, oppure il ristorno (o vantaggio differito). Ricorre la prima ipotesi quando la società applica al momento dello scambio con il socio prezzi inferiori rispetto al mercato (cooperative di consumo), oppure compensi superiori a quelli di mercato (cooperative di produzione e lavoro).

Si realizza la seconda ipotesi quando la cooperativa, in occasione di approvazione del bilancio (sede in cui l'organo di gestione è in grado di valutare con completezza i risultati conseguiti nello svolgimento dell'attività), eroga ai soci somme corrispondenti al maggior prezzo (rispetto al costo del servizio reso) che vengono liquidate in relazione, non alla partecipazione del socio al capitale sociale, ma alla quantità e qualità degli scambi intercorsi con la cooperativa.
In tal modo, la società restituisce ai soci che hanno realizzato con essa il rapporto mutualistico, le somme eccedenti i suoi costi, riscosse dagli stessi soci al momento dello scambio, avendo praticato prezzi corrispondenti a quelli di mercato.
È opportuno precisare che il vantaggio mutualistico differisce dal dividendo. I ristorni, infatti, rappresentano delle somme che vengono distribuite al socio in proporzione al lavoro prestato, al valore dei beni conferiti, all'ammontare degli acquisti effettuati. Al contrario, i dividendi, esprimono dei compensi erogati in proporzione del capitale conferito.

Il legislatore non ha dato una completa ed esplicita definizione di ristorni, limitandosi ad introdurli nella disciplina generale delle cooperative.
Il nuovo art. 2545-sexies c.c. però contiene in merito, delle importanti precisazioni. In primis, demanda all'atto costitutivo i criteri di ripartizione dei ristorni ai soci, che devono essere proporzionali alla quantità e qualità degli scambi mutualistici e non al conferimento di capitale. Richiede inoltre di evidenziare separatamente in bilancio l'attività svolta con i soci, eventualmente distinta tra le varie gestioni mutualistiche. In fine, stabilisce le modalità tecniche di attribuzione dei ristorni, cioè l'erogazione in denaro, l'aumento proporzionale delle quote di capitale, o l'emissione di nuove azioni o di strumenti finanziari.

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L'impresa turistica gestita in forma cooperativa

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Informazioni tesi

  Autore: Vito De Blasi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Lecce
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Antonio Costa
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 109

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