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L'Unione Europea: analisi delle interrogazioni presentate dal Parlamento Europeo

Interrogazioni e istituzioni interrogate dal Parlamento Europeo

Il PE ha la possibilità di rivolgere interrogazioni a diverse istituzioni: Commissione, Consiglio dell’Unione e, a partire dalla sesta legislatura, BCE.
I dati sulle interrogazioni possono essere analizzati anche alla luce di questa variabile: istituzione interrogata. Le interrogazioni presentate dal PE sono suddivise in modo equanime tra il Consiglio e la Commissione? Oppure una delle due istituzioni è un interlocutore privilegiato per il PE? Inoltre, nel capitolo precedente abbiamo osservato che è stato presentato un numero crescente di interrogazioni: possiamo presumere che sia stato presentato un maggior numero di interrogazioni tanto alla Commissione quanto al Consiglio?

La prima ipotesi di ricerca è che le interrogazioni presentate non siano suddivise casualmente tra la Commissione e il Consiglio, ma che tale ripartizione rifletta la diversa intensità del rapporto che le lega al PE. Riguardo al numero crescente di interrogazioni presentate, possiamo ipotizzare che questo andamento si mantenga a prescindere dall’istituzione considerata. Infatti, abbiamo dimostrato che questa tendenza è imputabile a cause indipendenti dall’istituzione interrogata quali l’aumento del numero di deputati, la loro maggiore responsabilizzazione nonché la riduzione del fenomeno del doppio mandato.

Tre fattori istituzionali rendono il legame tra il PE e la Commissione più solido e stretto di quello che unisce il PE al Consiglio dell’Unione:
- Il carattere sovranazionale della Commissione.
- La composizione mutevole e le particolari modalità operative del Consiglio.
- I vincoli istituzionali tra la Commissione e il PE.

La Commissione, come il PE, è un’istituzione sovranazionale, al contrario del Consiglio dell’Unione che è l’istituzione principe del cosiddetto circuito intergovernativo (per una descrizione introduttiva delle caratteristiche e delle modalità operative della Commissione si vedano Nugent, 2001 o Christansen, 2002).
Tanto i commissari quanto gli eurodeputati sono scelti all’interno dei rispettivi contesti nazionali, essendo proposti dai governi nel Consiglio europeo i primi ed eletti democraticamente negli stati membri i secondi ma, nonostante l’indissolubile legame con lo stato di appartenenza, gli attori che ricoprono le cariche istituzionali di eurodeputato e commissario assumono l’obbligo di perseguire gli interessi comunitari nell’esercizio delle loro funzioni. Il Consiglio dell’Unione, organo decisionale comunitario, è il luogo del confronto tra gli interessi nazionali, le cui discussioni sono improntate al metodo intergovernativo delle relazioni internazionali.
I ministri nazionali che partecipano alle riunioni devono attenersi a precisi ordini ricevuti dalle rispettive capitali. Pertanto, un primo elemento che unisce più strettamente il PE alla Commissione piuttosto che al Consiglio è la predominanza degli interessi comunitari e l’assenza di un sistema di controlli e vincoli nazionali sull’operato di commissari e eurodeputati.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'Unione Europea: analisi delle interrogazioni presentate dal Parlamento Europeo

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Informazioni tesi

  Autore: Simone Romoli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Luciano Bardi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 78

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