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C'era una volta in America: dal romanzo al film

Osservazioni generali sul film ''C'era una volta l'America''

Il film ha inizio con la porta della stanza d'albergo che si apre e in cui i sicari della Combinazione uccideranno Eve, l'amante di Noodles.

Comunque l'incipit vero e proprio si ha nel teatro cinese dove i killer cercano Noodles per ucciderlo, egli però è nascosto in una parte adibita a fumeria d'oppio; la droga servirà per alleviare i sensi di colpa per la morte degli amici a causa di una soffiata da lui fatta alla polizia.

Il C'era una volta del titolo allude a un tempo passato, e ricorda e sembra alludere al mondo della fiaba. Il film in oggetto è la parte finale della cosiddetta trilogia del tempo leoniana, e ha dato adito a teorie controverse, cosa inevitabile vista la complessità dell'opera.

Analogamente a C'era una volta il West in questo film coincidono il punto di partenza e quello finale, si ha quindi un'opera circolare e perfettamente conclusa: il trait d'union delle due parti collocate cronologicamente nel 1933 è rappresentato dalla musica di God bless America con sullo sfondo le voci di giovani che festeggiano per la fine del Proibizionismo: la canzone era stata scritta nel 1918 da Irving Berlin, ma solo nel 1938 la versione cantata da Kate Smith era diventata inno nazionale: si tratterebbe quindi in questo caso di un anacronismo.

Proprio questi anacronismi, sono stati utilizzati da coloro che si oppongono alla cosiddetta "Teoria del Sogno", cioè tutte le vicende narrate non sarebbero altro che un sogno fatto da Noodles e indotto dall'allucinazione oppiacea: infatti Noodles non può sognare cose che ancora non esistono.

Si entra in medias res nel racconto tramite gli ossessivi e snervanti ventiquattro squilli del telefono che sono una allucinazione mentale di Noodles: tramite una dissolvenza si arriva alla scena degli altri componenti della banda stesi per terra sotto la pioggia battente, uccisi dopo un conflitto a fuoco con la polizia mentre facevano da scorta ad un carico di whisky: la colpa è di Noodles che li ha denunciati.

Seguendo la "teoria del sogno" i killer venuti per ucciderlo potrebbero rappresentare anche i sensi di colpa che vogliono inchiodarlo alle sue responsabilità, e per sfuggire ai quali Noodles si rifugia nell'estasi dell'oppio: non è un caso che quando terminano gli squilli e viene mostrato che il sergente di polizia dall'altra parte del telefono ha risposto, Noodles viene "risvegliato" da un fischio assordante in corrispondenza del quale i due killer della Combinazione fanno il loro ingresso nel teatro ( l'inconscio di Noodles ?!).

Quindi la narrazione è da interpretare quale un viaggio mentale del protagonista che ripercorre le tappe fondamentali della sua vita, compreso il mai realizzato sogno d'amore con Deborah (tema trattato per la prima volta in un film di Leone), dall'infanzia fino all'età adulta.

Per quel che riguarda la vecchiaia, il 1968, questa parte sembra veramente un "trip" mentale del protagonista: ha inizio in un luogo fondamentale del film, la stazione centrale, e come "corridoio" viene utilizzata la "porta del tempo" , quella porta- specchio di Coney Island . Come si vedrà più avanti Noodles comunque non attraversa quella porta, in quanto Leone lo fa passare direttamente dalla figura intera al primo piano sullo specchio, (sulle note di Yesterday dei Beatles) non viene mostrato l'atto "fisico" di attraversare la porta: Noodles (per chi scrive) non ha mai lasciato il 1933.

Lo si può vedere anche dagli atti fisici compiuti nel 1968: non ha alcun tipo di contatto fisico con gli altri protagonisti, inoltre si guarda intorno con curiosità e stupore come se non avesse mai visto e non conoscesse quei luoghi in cui invece ha passato buona parte della sua esistenza: una dimensione onirica che viene evidenziata dalla dominante cromatica bianca che allude ad una dimensione indefinita nel tempo e nello spazio.

Il 1968 non è mai stato vissuto da Noodles ma è quindi un ‘parto' della sua mente che immagina il futuro e lo crea forse come una sorta di compensazione per il suo vissuto, per gli atti mancati; le persone con cui interagisce sono i vari personaggi sua esistenza, tranne ovviamente Cockeye e Patsy:

1) il primo con cui ha a che fare è Fat Moe, va a trovarlo nel suo locale e gli riporta la "chiave della pendola", con la quale simbolicamente torna indietro nel tempo alla sua infanzia
guardando attraverso la feritoia Deborah che danza.

2) la seconda persona che incontra è Carol la ninfomane, ormai ridotta ad una vecchia decrepita che a malapena si regge in piedi e "parcheggiata" in un ospizio costruito dal senatore Bailey: non ha più la grinta di un tempo, è ormai malata e delusa.

3) in un camerino rivede il principale atto mancato della sua esistenza, il grande amore Deborah, che ha coronato il suo sogno, è diventata una grande attrice: questo fatto consola Noodles, che infatti le dice che è giusto che abbia rinunciato a lui per il teatro, lei è una bravissima artista: questo fatto appaga il senso di frustrazione per non essere riuscito a farla diventare la donna della sua vita.

4) infine incontra quello che era il suo migliore amico, Max; anche lui è riuscito a soddisfare la sua ambizione, è infatti diventato senatore, anche se la sua carriera è giunta al capolinea; Max\Bailey vuole che Noodles lo uccida, ma egli si rifiuterà di farlo.

Come detto in precedenza, Noodles non ha alcun tipo di contatto fisico con i personaggi del 1968, inoltre si può notare che in questo segmento temporale continua a guardarsi intorno come se si muovesse in una dimensione a lui ignota, la dimensione del sogno, dalla quale esce sulle note di God Bless America per tornare al punto di partenza nella fumeria d'oppio.

Questo brano è tratto dalla tesi:

C'era una volta in America: dal romanzo al film

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Informazioni tesi

  Autore: Tonino Sanna
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi dell'Insubria
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: GIANMARCO GASPARI
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 58

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