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Fotografare l'arte: l'esperienza del fotografo e artista Enrico Cattaneo

Gli scatti agli artisti

Fin dal suo apparire la fotografia vanta, rispetto alla pittura, una regola di credibilità, ma come fa notare Pierre Bourdieu:
«La credibilità di cui la fotografia gode deriva non dalla sua analogia con il reale, ma dal suo impiego per usi sociali ritenuti oggettivi, usi che le preesistevano e di cui si è impossessata, venendo a colmare quelle esigenze realistiche il cui adempimento era stato fino ad allora appannaggio del disegno o dell’incisione».
In sostanza tutta la fotografia sembra muoversi fra due imperativi: quello di abbellire e quello di dire la verità.
La fotografia, rispetto ai mezzi di riproduzione dell’immagine del reale che già preesistevano, presenta la capacità di riprodurre il mondo circostante con un intervento minimo dell’operatore. Le immagini fotografiche, cioè, non sembrano tanto un’interpretazione o un descrizione del mondo, ma proprio un pezzo di esso, e ciò le fa apparire come il procedimento più fedele ed imparziale nel registrare la realtà.
Nonostante la capacità di registrare senza inventare nulla, va tenuto conto che questa tecnica, come ogni altra, sottomette tutto quello che registra alle norme del suo funzionamento. La tecnologia non è mai inerte, poiché tecnologie differenti regolano in modo differente il modo in cui noi vediamo il mondo, il modo in cui noi registriamo ed interpretiamo la realtà, e ognuna di queste componenti, nel caso della fotografia, obiettivo, pellicola, tempo, diaframma, influenza il risultato dell’immagine e, attraverso queste regolazioni, la macchina permette tante possibili varianti o deformazioni della realtà. Poi ci sono altre operazioni che si effettuano davanti all’obiettivo, come l’utilizzo di luci, scenografie, sfondo, posa, scelta del contesto, tutti elementi che devono presupporre un momento anteriore di pianificazione dell’evento di ripresa.
Ogni fotografia quindi rappresenta un soggetto, le intenzioni, il gusto e le competenze del fotografo che realizza l’immagine.
Nell’ambito delle fotografie che sono state scattate agli artisti si possono individuare molte tipologie di interventi fotografici, realizzate per diverse occasioni o in differenti posizioni o ambientazioni. Una prima sottolineatura importante va fatta alla generale diversità dell’artista fotografato, la diversità cioè che ci si aspetta da lui.
E’ una diversità che emerge solo da un rapporto con le persone comuni. E’ chiaro che per far emergere una diversità, che potrebbe essere caratteriale, di temperamento o altro, lo si può fare in moltissimi modi. Nadar ad esempio per fotografare Manet, che considerava un artista controcorrente, lo fa posare con la sedia utilizzata al contrario. Ma in generale per sottolineare la diversità si utilizza tutto: espressione, posa, contesto e quant’altro. Un altro modo di fotografare l’artista consiste nel non ritrarlo isolato, ma come parte di una comunità. Ad una prima categoria appartengono le foto di gruppo: abbiamo ad esempio la foto del gruppo futurista, svariate foto del gruppo surrealista, la foto di gruppo degli artisti della Secessione Viennese, Leo Castelli e i suoi artisti e via via fino ai giorni nostri; ad una seconda categoria appartengono quelle fotografie all’apparenza di carattere privato e che testimoniano sostanzialmente amicizie o incontri fra due personalità del mondo dell’arte o della cultura come ad esempio le foto che mostrano Man Ray che gioca a scacchi con Duchamp, Jean Cocteau che rende visita a Pablo Picasso e via dicendo.
Un altro aspetto fondamentale da tenere in considerazione è la realtà delle condizioni in cui si svolge il lavoro dell’artista, ed è proprio per questo che egli non sempre viene raffigurato in un’ambientazione standard. Bisogna infatti badare alla realtà di queste condizioni proprio per sottolineare il suo ruolo e la sua personalità.
Questa serie di riproduzioni compare in numerose forme e propone una immagine dell’artista completamente assorto nel suo studio, nel suo condizioni lavoro o a fianco dei suoi strumenti di lavoro; egli sembra vivere solo nel suo mondo, al punto da perdere contatto con la realtà esterna.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Fotografare l'arte: l'esperienza del fotografo e artista Enrico Cattaneo

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Informazioni tesi

  Autore: Paola Scalise
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi della Calabria
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Storia e conservazione dei beni artistici e archeologici
  Relatore: Leonardo Passarelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 106

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