Skip to content

Masche nell'immaginario piemontese e nelle rievocazioni storiche

La vera storia di Micilina

Per cercare di definire meglio il vissuto di Micilina, possiamo sicuramente riferirci all’articolo in due parti che Edoardo Mosca pubblicò nel settimanale “Brasette”, nei numeri del 24 e del 31 ottobre 1986. Il motivo per cui scrisse questo articolo è giustificato dal fatto che, ogni settimana, la masca Micilina firmava brani pubblicati proprio su quella rivista. Mosca ha dunque sentito la necessità di raccontare chi veramente fosse stata Micilina, narrandone la storia.

Egli spiega di essere entrato in contatto con Euclide Milano il quale però, consultando l’archivio della parrocchia del paese di Roeri, non fu in grado di trovare l’incartamento originale relativo al processo alla masca. Mosca asserisce che molto probabilmente Milano non sia riuscito a consultare il documento poiché Micilina fu interrogata dal tribunale di Savigliano e dal giudice di Cherasco, ed è dunque possibile che all’epoca dei fatti i documenti e gli atti siano stati trasferiti in una di quelle città.

E’ quasi d’obbligo riportare il testo integrale contenuto nell’articolo e che si riferisce alle vicende di Micilina, poiché sembra essere il più attendibile delle fonti riguardanti Micilina fino ad ora pervenuteci in quanto basato, appunto, sul Teatro Historico. «Micilina dunque, il cui nome di battesimo, così storpiato nella parlata locale, era Michelina, ed era originaria di Barolo. Andata sposa ad un contadino di Pocapaglia, qui venne ad abitare e per certe sue stranezze, già guardata con sospetto perché forestiera, cominciò a destare la curiosità dei vicini specie per certi inaspettati suoi atteggiamenti.

A porla in cattiva luce fu anche il marito che, convinto di sposarsi per avere una donna da far lavorare mane e sera, presto si accorse che la sposa poco era propensa ad ubbidire a tutti i suoi comandi. Lui la chiamava per mandarla nell'orto o nei campi e lei si nascondeva evitando di farsi trovare. Lui s'infuriava e, quando gli veniva a tiro, la pestava di santa ragione.

Allorché della moglie parlava con i conoscenti, sì lamentava per il suo comportamento e per la sua poca voglia di lavorare affermando di non aver sposato una donna ma una masca che gli sfuggiva di sotto gli occhi e gli ricompariva davanti quando meno se lo aspettava. Ed in un'epoca in cui erano facili i soprannomi, quello di "masca" fu tosto appioppato a Micilina che, peraltro, se ne faceva beffe. Successe un giorno che una bambina stava tornando dai campi, poco fuori del paese, con un cestello di frutta. Incontrò Micilina che le chiese uno di questi frutti.

La bambina glielo diede e Micilina, nel ringraziarla, le pose una mano sulla spalla. Tornata a casa la bimba si piegò tutta da un lato e così rimase. Alle insistenti domande dei parenti per sapere cosa le fosse successo, la bimba raccontò dell'avvenuto incontro. Fu facile per alcuni affermare che si trattava di stregoneria, di malocchio trasmesso dalla fattucchiera all'innocente fanciulla.

Il convincimento raddoppiò allorché una giovane madre, allontanatasi per breve tempo dalla stanza nella quale riposava nella culla la sua creatura, tornatavi la trovò in preda alle convulsioni. Fu sufficiente che costei affermasse di aver visto nei paraggi Micilina perché i due fatti fossero tra di loro connessi e ne nascesse quindi un subbuglio che portò ben presto un nutrito gruppo di abitanti del borgo dal castellano reclamando che prendesse i provvedimenti del caso onde non insorgessero altre disgrazie tra la popolazione a causa dell'ignobile fattucchiera.

Il destino volle che proprio in quel frattempo suo marito, da un gelso sul quale era salito per raccogliere foglie da dare ai bachi da seta, cadesse fratturandosi l'osso del collo. Micilina fu chiaramente individuata come autrice del misfatto e, davanti all'ira popolare, il castellano fu costretto a farla imprigionare rinchiudendola nelle carceri del castello. Si interpellò sul caso il tribunale dell'inquisizione che aveva allora una sua sede a Savigliano.

Fu inviato per appurare la verità un padre inquisitore affiancato dal giudice di Cherasco. Costoro, giunti a Pocapaglia, si accinsero all'interrogatorio che, secondo le consuetudini del tempo, per i casi di stregoneria contemplava l'impiego obbligatorio della tortura. Così avvenne per Micilina che, impossibilitata a sopportare i tratti di corda e le tenaglie arroventate che le venivano applicate sulle gambe e sulle braccia, confessò tutto quello che le si chiese di confessare: che aveva storpiato le due bambine, che aveva procurato la morte del marito e molti altri misfatti che andava via via inventandosi pur di porre fine alle sue sofferenze.

L'inquisizione era esigente per tal genere di testimonianze: le furono richiesti i nomi delle altre megere che, trasformatesi nottetempo in gatti e cani, vagavano per i boschi e le rocche portando nelle case isolate i loro malefici. Lei indicò nomi e cognomi. Molti corrispondevano a donne della natia Barolo, dove aveva trascorso gli anni della giovinezza ed i cui abitanti meglio conosceva. Erano tutte donne innocenti che si trovarono in tal modo scaraventate, loro malgrado ed a loro insaputa, nel bel mezzo dell'indagine.

Circa la morte del marito, interrogata sui particolari che l'avevano occasionata disse che, a causa delle sue lamentele verso di lui che la faceva lavorare troppo, le era apparso tra i boschi, paludato da avvocato, ricoperto dalla toga nera, il demonio che, lodandola per l'amore che aveva per lui e la sua corte, aveva tracciato con un bastone un cerchio intorno ai suoi piedi dicendole che, quando avesse oltrepassato tale cerchio magico, suo marito avrebbe avuto la giusta punizione. Nell’istante in cui il demonio si allontanò il marito cadde dal gelso e si fratturò la cervice.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Masche nell'immaginario piemontese e nelle rievocazioni storiche

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Alessia Santoro
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Scienze della mediazione linguistica
  Relatore: Gian Luigi Bravo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 301

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

antropologia culturale
immaginario
piemonte
rievocazioni storiche
tradizione popolare
masche
ecomusei
micilina
fiorina
pocapaglia
montà
roero
ecomuseo delle rocche del roero

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi