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L’Integrazione europea di Polonia, Ungheria e Romania. Aspetti politici ed economici.

Le premesse storiche, geografiche e culturali per l’adesione della Polonia all'UE

Alla fine della Prima guerra mondiale tutti gli alleati concordarono nella ricostruzione della Polonia come Stato cuscinetto tra Germania e Unione Sovietica. Solo la sconfitta della Russia e degli Imperi Centrali permise al maresciallo Piłsudzki di proclamare l’indipendenza l’11 novembre 1918. Seguirono poi alcuni conflitti per l’assestamento delle frontiere con Russia, Cecoslovacchia, Ucraina e Lituania. La sicurezza dei confini occidentali non fu garantita, a causa delle rivendicazioni tedesche sul territorio libero di Danzica, amministrato dai polacchi secondo quanto stabilito dal Trattato di Versailles.

Il 1° settembre 1939 le truppe di Hitler invasero la Polonia. Pochi giorni dopo l’Armata Rossa attaccò da Est. In breve tempo le truppe degli invasori misero in atto la 4° spartizione, caratterizzata dalla crudeltà di entrambi gli eserciti; da un lato i sovietici deportarono 1,5 milioni di polacchi nei campi lavoro in Siberia e uccisero brutalmente gli ufficiali dell’esercito seppellendoli in fosse comuni, dall’altro i tedeschi sterminarono sei milioni di persone, ebree e non, nei duemila campi di concentramento costruiti sul territorio polacco. Dopo la guerra, il mondo si divise in due blocchi: quello americano e quello sovietico, quello capitalista e quello socialista. La Polonia si ritrovò nel secondo.

La storia aveva dimostrato che il mondo occidentale offriva una migliore qualità della vita, tant’è che i polacchi, non appena ne ebbero la possibilità, cercarono di intraprendere relazioni con i Paesi dell’Europa occidentale. Nel secondo dopoguerra la Polonia venne spostata geograficamente verso ovest, costringendo migliaia di persone a migrare nei nuovi territori. Venne rinominata “Polonia Popolare” e governata dal Partito Comunista, manovrato a piacimento dal PCUS.
Fu inserita nel sistema di sicurezza sovietico, diventò membro del Comecon e del Patto di Varsavia. Nel ’68 le truppe polacche vennero costrette a invadere la Cecoslovacchia insieme all’Armata Rossa per zittire la Primavera di Praga, uno dei pochi grandi tentativi di allontanamento dalle direttive moscovite per i cosiddetti paesi satelliti. Era chiaro che contro il gigante sovietico vi era ben poco da fare. Dal punto di vista economico, la Polonia visse negli anni ’90 un boom senza precedenti, dovuto soprattutto alla “terapia shock” del cosiddetto “programma Balcerowicz”: a partire dal 1992, dopo due anni di grave crisi il tasso di crescita del PIL fu sempre positivo, e nel 1996 la Polonia superò il livello del PIL toccato nel 1989. Un risultato che una parte dei Paesi dell’Europa centro-orientale deve ancora raggiungere.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L’Integrazione europea di Polonia, Ungheria e Romania. Aspetti politici ed economici.

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Informazioni tesi

  Autore: Massimo Testa
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi della Tuscia
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Luciano Palermo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 91

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