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Zio Vanja per la regia di Gabriele Vacis. Drammaturgia dell'ascolto.

Zio Vanja: Analisi dello spettacolo

È sullo Zio Vanja di Cechov, che Gabriele Vacis ha lavorato in occasione della riapertura, dopo la sua ristrutturazione, del teatro Carignano di Torino, avvenuta i primi di Febbraio del 2009. Per questo spettacolo Vacis ha collaborato con gran parte degli artisti torinesi che, insieme a lui, hanno fondato il Teatro Laboratorio Settimo come Laura Curino, Lucilla Giagnoni, Eugenio Allegri e Michele Di Mauro.

Sostanzialmente la trama, rispetto all’originale testo cechoviano, è rimasta invariata. I personaggi di Zio Vanja sono tutti un po’ bislacchi a cominciare dall’omonimo protagonista che ha consumato la sua vita e, forse, il suo talento nell’amministrare la tenuta della sorella morta, sperduta nell’arretrata provincia russa, insieme alla nipote Sonja e al dottor Astrov, appassionato difensore di foreste. A rompere l’equilibrio di quell’eccentrica, ma operosa comunità è l’arrivo della coppia cittadina composta da Serebrjakòv, professore in pensione e padre di Sonja, e della giovane moglie Elena.

La volontà di Serebrjakòv di vendere la tenuta destinata in eredità alla figlia rompe definitivamente il labile equilibrio di Vanja che tenta di uccidere suo cognato. Vanja sbaglia il colpo e tenta il suicidio rubando dalla borsa del dottore una fialetta di morfina. L’unica soluzione per rimettere le cose a posto è che la coppia di coniugi vada via, e così è. Lo spettacolo è andato in scena Giovedì 26 e Venerdì 27 Novembre 2009 al Teatro Garden di Cosenza in occasione della rassegna teatrale “IncontriAMOci a Teatro” organizzata dal Teatro Stabile di Calabria. La “versione” del teatro Garden è abbastanza diversa dall’originale che ha aperto la stagione del teatro Carignano.

Lo spettacolo in principio era strutturato in maniera molto più tradizionale, con la suddivisione degli ambienti e una scenografia nascosta in alto e collegata a corde che venivano mosse dagli stessi attori in scena. Vacis si è accorto, riprendendo le prove per la preparazione della tournée, che tutti questi meccanismi non facevano altro che frammentare l’ascolto e l’attenzione che si creavano sia nel pubblico che negli attori i quali, dovevano “uscire” dal personaggio per poter muovere la scenografia. In questo modo la fluidità dello spettacolo veniva compromessa dai continui movimenti meccanici che, in fin dei conti, potevano anche non esserci perché non necessari.

Vacis ha così rielaborato la struttura scenografica facendo dello spazio un alleato e cercando una soluzione che potesse essere modellata creando giochi d’immagine sempre nuovi a seconda dello spazio scenico che i vari teatri ospitanti offrono. La scena che lo spettatore si trova davanti ora è divisa in tre parti, l’azione principale si svolge al centro e le altre due parti fungono da esterno e da interno della tenuta russa di campagna dove Cechov ha ambientato Zio Vanja. A sottolineare l’atmosfera di campagna è un mobilio ormai vecchio per una casa di città, ma utilizzabile per una seconda casa, le tante sedie, tutte di foggia e caratteristiche diverse tra loro, due porta abiti a stampella di legno che delimitano lo spazio scenico ai lati e l’irrinunciabile samovar con tanto di teiera adagiata sopra.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Zio Vanja per la regia di Gabriele Vacis. Drammaturgia dell'ascolto.

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Informazioni tesi

  Autore: Carmela De Marte
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi della Calabria
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Daniele Vianello
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 95

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