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La realtà economica e politica della Sicilia vista attraverso gli amministratori della DUcea di Bronte

L’utilizzazione del parafulmine nella provincia di Catania e nella Ducea di Bronte

Per evitare i danni provocati dalle scariche elettriche, si cominciò ad utilizzare sempre più il sistema del parafulmine; anche la Ducea di Bronte si interessò particolarmente ad adottare questo sistema, per evitare danni a cose e persone.

Dai documenti analizzati, possiamo anche dire che l’impianto del parafulmine fosse già una realtà ben avviata in Sicilia; l’introduzione del parafulmine rappresenta l’affermazione di una nuova realtà tecnologica, ampiamente diffusa ed utilizzata nella provincia di Catania; difatti nel 1905 ad Acireale vi era una ditta succursale costituita dai Sig. M. Trombetta & Gruppillo, che impiantava dei parafulmini grazie ad un nuovo sistema innovativo, denominato “sistema LODGE-MELSENS”. Essi rappresentavano in Sicilia l’Ing. B. Dalle Molle-Costruttore Elettrotecnico, il Fornitore della Casa Reale dello Stato e delle Ferrovie.

Grazie a questo nuovo impianto verso il 1886 a Parigi, l’Accademia delle Scienze, riconoscendo l’indiscussa superiorità del sistema, incaricava i tre Fisici specialisti Mascara, Becquerel e Berger di applicare il medesimo sistema per la protezione della Torre Eiffel, che era tutta in acciaio ed alta 300 metri. In molti altri edifici sono stati impiantati dei parafulmini col sistema LODGE-MELSENS; degni di nota sono: l’Osservatorio Astronomico Meteorologico e Geodinamico; la Scuola Pratica d’Agricoltura (entrambi di Messina); nonché il Grand Hotel Internazionale di Taormina ed il Palazzo della Repubblica di San Marino. Anche in molti edifici delle province di Catania e Messina, sono stati impiantati dei parafulmini con lo stesso sistema.

Le persone che ne hanno usufruito sono state molteplici: l’Avv. Giovanni Romero, Grasso Todero Salvatore, l’Avv. Comm. Buscami, il Marchese Santalfano, l’Ing. Vincenzo Paradiso, Beneficiale don Pasquale Pennisi dei Baroni di Floristella, Fichera Michelangelo, Pistarà Francesco, l’Avv. Michele Crisafulli, Francesco Saperi Melita, Puglisi Pietro, De Natale & C, l’Avv. Samperi Nicolò, il Dott. Granata Giovanni, Torquato Tenani, Puglisi Angelo, il Cav. Musmeci Francesco, Grasso Nicotra, i Fratelli Trombetta, l’Avv. Paolo Puglisi, Francesco Grassi della ditta Cosmo Grassi & figli, il Dott. Giovanni Rossi, Mariano Calì, e le Sorelle Fichera. La maggior parte di loro, ha installato il parafulmine nelle proprie case di abitazione o in quelle di campagna.

Da questo lungo elenco di nomi si può dedurre che vi fosse un’ampia utilizzazione del sistema del parafulmine. Si trattava di una realtà moderna che si diffondeva sempre più nella provincia di Catania; soprattutto grazie a questa ditta succ. costituita dai Sig. M. Trombetta & Gruppillo, che esportava questo nuovo sistema di parafulmini in tutta Europa. L’Ing. B. Dalle Molle o i suoi rappresentanti, rilasciavano il modulo di preventivo di spesa d’impianto ai signori che lo richiedevano; gli stessi erano tenuti ad indicare l’area in metri quadri con la quantità di spigoli e camini dell’edificio che si desiderava protetto dal fulmine.

L’acquirente doveva affrontare le spese dell’operaio specialista, il trasporto del materiale sul sito e le competenze dell’Ing. per la sorveglianza e la garanzia del lavoro; anche l’opera del muratore, le forcelle di sostegno alle corde sopra il tetto e lungo i muri, lo scavo e il ripristino dei pozzetti e i tubi di ferro a protezione della corda stavano a carico dei committenti. In più, chi avesse osato imitare questo sistema sarebbe stato prima denunziato all’Autorità competente e in seguito punito in termini di legge sulle privative industriali.

I sig. Trombetta & Gruppillo, nelle lettere analizzate, scrivono al Sig. Charles Beck, amministratore della Ducea di Bronte, informandolo su diversi lavori da eseguire. In alcune missive, per es., richiedono di sapere la natura del terreno per stabilire quante radici sotterranee si devono applicare, o se il monumento è alto. In altre invece sono loro stessi a dispensare delle direttive sui lavori per es. per quanto riguarda le resistenze che non devono superare i 5 Ohm poiché, una maggiore unità di resistenze potrebbero essere un pericolo permanente anziché preservare dal pericolo.

Per scansare qualunque eccesso di tensione consigliano la piombatura della corda di rame elettrolitico per evitare l’ossidazione, suggeriscono anche dei materiali coibenti, come il carbone di legno o la porcellana,o anche delle sostituzioni come per es. l’uso del filo zincato a posto della corda zincata, o l’uso della corda di rame a posto di quella zincata.

In una lettera, i sig. Trombetta & Gruppillo comunicano al Duca la spedizione del parafulmine da collocarsi sul “travo” più alto; in un’altra missiva si espone la disposizione per fare diversi impianti di parafulmini a Bronte, da parte dell’Ingegnere Dalle Molle, costituendo i relativi progetti e i preventivi di spesa.

Altrove, invece, possiamo leggere delle informazioni riguardo i costi dei materiali, gli operai specialisti e le spese di viaggio e vitto dell’Ingegnere; il lavoro dei muratori, la spedizione del denaro per poter proseguire i lavori e per poter pagare la mano d’opera ma, principalmente, al termine delle missive troviamo la richiesta di conferma di approvazione del progetto dell’impianto Lodge-Melsens.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La realtà economica e politica della Sicilia vista attraverso gli amministratori della DUcea di Bronte

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Informazioni tesi

  Autore: Cinzia Giaidone
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue e Letterature Straniere
  Relatore: Antonino Giuffrida
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 420

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