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Nazional-fascismo: "La Grande Italia" di Ancona, 1922-1925

La fusione con l’Associazione Nazionalista Italiana.

Il fatto politico più significativo del nuovo governo fascista, nei primi mesi del 1923, fu sicuramente la fusione del P.N.F. con l’Associazione Nazionalista Italiana.
Questa fu fondata a Firenze, sotto la spinta di Enrico Corradini, nel dicembre 1910 con lo scopo di chiamare a raccolta tutte le forze e i movimenti, che a partire dall’ultima decade dell’ottocento, avevano maturato e portato avanti gli ideali propri della corrente nazionalista: opposizione al diffondersi del socialismo, una politica estera improntata sull’imperialismo e sul colonialismo, un’interna sull’autoritarismo statale, l’antiparlamentarismo, il culto della Patria e della virtù morale.
In molti risposero all’appello. Quello nazionalista si caratterizzò subito come un movimento non di massa bensì di quadri. Tra gli aderenti infatti figurarono personalità già note, o che sarebbero poi diventate tali, nel campo della cultura e della politica italiana.

Gli anni precedenti al primo conflitto mondiale rappresentano per l’ANI il periodo di massimo vigore e popolarità del movimento, che nel 1911 si dotò anche di un organo di stampa come portavoce ufficiale: l’Idea nazionale. Essi furono, infatti, protagonisti delle principali battaglie politiche che si svolsero in quegli anni sia contro i socialisti sia a favore dell’entrata in guerra dell’Italia, nella conquista della Libia prima e nella seconda guerra mondiale poi, riuscendo sempre ad ottenere un ampio consenso popolare.
Nel dopoguerra con la comparsa dei fasci di combattimento e con la successiva nascita del partito fascista, il movimento nazionalista si ritrovò ad assumere un ruolo sempre più subalterno nella vita politica di quegli anni. I nazionalisti non avevano alla loro guida un capo carismatico, come fu invece Mussolini, ed inoltre sentirono la mancanza di un partito forte che non riuscì mai a radicarsi nel territorio e a competere con l’organizzazione di quello fascista.
In seguito, alle Elezioni politiche italiane del 1921, i nazionalisti si presentarono insieme ai Fasci di combattimento e altre forze di destra, formando la lista dei Blocchi Nazionali che ottenne 105 deputati. Nelle Marche non riuscirono però a fare eleggere l’esponente di spicco del nazionalismo nella regione, Serafino Mazzolini.



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Nazional-fascismo: "La Grande Italia" di Ancona, 1922-1925

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Informazioni tesi

  Autore: Simone Rinaldi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Firenze
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze storiche
  Relatore: Marco Palla
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 99

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