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La guerra civile e l'esilio degli intellettuali spagnoli: il caso di Francisco Ayala

Il tema costante del "Diálogo de los muertos": la morte

Il Diálogo de los muertos presenta fin dalle battute iniziali una tematica costante, quella della morte. La si incontra nel titolo, dove compare il sostantivo “muertos”, nell’epigrafe che, oltre ad essere tratta dalla Danza della morte, presenta anche una situazione che la ricorda (i vermi che si nutrono dei cadaveri in putrefazione), e nella sequenza introduttiva al testo dove oltre ad un ambiente umido e piovoso, si trovano un’infinità di defunti, fra questi “muertos preñados con el plomo de su muerte, muertos retorcidos en el horror de su martirio; muertos consumidos en la perfección absoluta de su hambre”.
Già in altri testi Francisco Ayala ha utilizzato questo tema, con risultati alquanto differenti.
In Erika ante el invierno, per esempio, racconto contenuto nella raccolta Cazador del alba, la morte compare sotto due diversi aspetti. Il primo riguarda la morte dell’infanzia della protagonista, che si incammina verso uno stadio della vita più maturo, quello dell’adolescenza, che si traduce con il rifiuto di utilizzare la vecchia bicicletta che tanto la divertiva quando era bambina. Dall’altro, invece, la morte reale, fisica di Friaul amico ebreo di Erika, che verrà assassinato. La morte, quindi, come doppia protagonista nella vita della giovane.
Il tema della morte si ritrova anche nella raccolta Los Usurpadores, dove si esprime sotto forma di fratricidio e trova il culmine del suo impiego nell’ultimo racconto, il Diálogo appunto.
Anche qui la morte è polivalente. Se da un lato si incontrano coloro che sono morti definitivamente, dall’altro esiste anche la morte morale, quella che costringe i personaggi di Ayala a rimanere per sempre confinati nell’oblio e nel silenzio. Oltre a queste due modalità di morte, è possibile individuare anche quella dei vivi, che si aggirano sulla terra proprio come dei fantasmi, svuotati dell’anima, così come quella dell’autore che, costretto all’esilio dopo la Guerra Civile, ha visto morire gli ideali e la patria in cui credeva.
Dopo questa premessa è necessario cercare di interpretare il concetto di morte. Innanzitutto non bisogna dimenticare che l’uomo, dal momento in cui ha preso coscienza di sé come soggetto, ha cercato di dare una spiegazione al suo ruolo nel mondo, al significato della vita ma soprattutto della morte. Nel corso dei secoli sono state ipotizzati vari chiarimenti per dare un significato alla fine dell’esistenza, senza però garantire risposte soddisfacenti a questa circostanza.
Bisogna ammettere, infatti, che l’uomo entra in contatto con la morte nel momento in cui perde un suo caro o un conoscente e indirettamente vive questa perdita, anche se emotivamente è provato dal lutto. Al contrario, nel momento in cui l’uomo ha l’esperienza diretta con la morte, non la riconosce, proprio perché terminano le sue possibilità di avere contatti con il mondo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La guerra civile e l'esilio degli intellettuali spagnoli: il caso di Francisco Ayala

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Informazioni tesi

  Autore: Sara Petronelli
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere Moderne
  Corso: Lingue e Letterature Straniere
  Relatore: Luigi Contadini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 34

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Parole chiave

dittatura
esilio
francisco franco
guerra civile spagnola
francisco ayala
los usurpadores
dialogo de los muertos

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