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La mediazione culturale in Italia: il caso dell'Ospedale San Gallicano di Roma

Competenze e funzioni del mediatore

Il mediatore culturale è un intermediario a livello comunicativo e relazionale, un facilitatore linguistico e un ponte tra la cultura straniera e la cultura della società d’accoglienza.

Si possono delineare tre diversi tipi di mediatore:
• esiste un mediatore che si pone come arbitro e ponte tra le parti, con il compito di dar voce alle domande, ai bisogni, al punto di vista dell’utente, favorendo la comunicazione;
• esiste un mediatore che prende le parti dell’utente, componente più debole del processo;
• esiste infine un mediatore che facilita l’accesso e l’uso di un servizio e di una risorsa per tutti e si pone a fianco dell’operatore.

Le competenze richieste al mediatore comprendono la conoscenza della lingua madre dell’utenza, una conoscenza delle situazioni in cui è chiamato ad intervenire (competenze informative e di orientamento), il possesso di requisiti relazionali, la capacità di analisi dei bisogni e il supporto alla progettazione dei servizi.

Secondo il CNEL, il percorso formativo del mediatore culturale dovrebbe avere una struttura di base nelle seguenti aree:
“Area della comunicazione e della relazione interculturale:
• psicologia del sé e psicologia relazionale;
• antropologia culturale e sociale;
• teorie e tecniche della comunicazione sia per ciò che concerne il canale verbale che quello analogico (non verbale);
• tecniche di interpretariato;

Area normativa:
• la Costituzione italiana la Comunità Europea ed il sistema dei diritti umani;
• organizzazione sociale e assetti istituzionali;
• legislazione sull’immigrazione con elementi di diritto del lavoro e di legislazione sociale;

Area dell’organizzazione e dei servizi:
• tecniche dei modelli di progettazione dell’intervento;
• conoscenze informatiche di base.

Il percorso formativo di secondo livello deve prevedere una ulteriore articolazione di moduli disciplinari per settori, secondo gli ambiti di impiego del mediatore culturale, tra cui possono essere individuati:
• area socio-sanitaria;
• area educativo-scolastica;
• area della sicurezza e della giustizia ;
• area dell’emergenza e della prima acccoglienza;
• area del lavoro”.

Tra i nodi critici relativi alla professione del mediatore, emergono: il problema della responsabilità dell’intervento: in contesti delicati quali l’ambito medico o penale; i confini di ruolo rispetto ad altre figure professionali istituzionali, come ad esempio gli operatori dei servizi sociali, non sono definiti, come non lo sono: la formazione necessaria ad operare con l’utenza immigrata; la definizione di un’etica professionale, che riguarda la distanza da mantenere e la neutralità, il rispetto nella comunicazione e la fiducia nella relazione. Un altro problema da considerare è quello della precarietà del lavoro, elemento suscettibile di condizionare il fattore mediazione nel suo complesso.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La mediazione culturale in Italia: il caso dell'Ospedale San Gallicano di Roma

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Informazioni tesi

  Autore: Serena Prosperi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Teramo
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione sociale e istituzionale
  Relatore: Domenico Carrieri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 137

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