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Quando gli "altri" siamo noi: la realtà rom e il Nordest

Temi dell'integrazione dei rom

Dalle interviste fatte, come detto impostate in modo da cercare di rendere “noi” l'oggetto dell'indagine, sono emersi diversi contenuti, più di quanti mi aspettassi. Gli argomenti toccati sono stati a grandi linee i seguenti: l'importanza del conoscere l'“altro” in un rapporto fra due culture diverse, il ruolo dei pregiudizi e degli stereotipi all'interno di questo tipo di relazione, le questioni terminologiche e la percezione da parte degli intervistati di determinate espressioni, la differenza fra rom e gagé, il tema della paura e della diffidenza, i valori propri della cultura rom, l'inadeguatezza dei campi nomadi e gli interventi da fare per migliorare la soluzione abitativa, la responsabilità di mass media e classi politiche, le difficoltà di inserimento nell'ambito lavorativo, il rapporto fra genitori e figli, le esperienze avute con i vicini, con gli insegnanti e con i genitori dei compagni di scuola dei figli (non necessariamente conflittuali), il rapporto con altri rom al di fuori del proprio gruppo. Molti aspetti sono fra loro ovviamente interconnessi.

Non potendo in questa sede addentrarmi nell'analisi di tutti gli argomenti citati, ho cercato di circoscrivere la mia attenzione ai dati che affioravano con maggiore continuità comparando le varie interviste. Mi preme sottolineare nuovamente il fatto che sto riportando, ed approfondendo, le idee di tre singoli individui, inseriti in un determinato contesto geografico e sociale, che non possono in alcun modo essere considerate rappresentative delle opinioni di tutti i rom kalderash, né tantomeno dell'intero popolo rom, ma hanno comunque, a mio parere, il valore di una preziosa testimonianza.

Nell'indagare il rapporto ideologicamente e storicamente conflittuale fra cultura rom e società maggioritaria, e interpellando i miei interlocutori sul perché secondo loro persistano determinati atteggiamenti di opposizione e diffidenza (reciproca?), ho visto emergere con continuità e in risposta a domande diverse un unico e preponderante assunto, che riguarda noi gagé: l'omogeneizzazione da parte nostra nei confronti dei rom. In altri termini: il nostro atteggiamento per il quale, nel pensare ed esperire il rapporto con l'“altro”, riduciamo quest'ultimo a categoria, negandone quindi la singola individualità, elemento distintivo proprio di qualunque persona.

Questo lavoro non vuole trasformarsi ora in una sorta di predica pleonastica nei confronti della nostra società, in un'autocritica volta ad individuare in noi stessi i responsabili di tutti i problemi inerenti a questo preciso argomento. E d'altra parte non è mia intenzione svolgere alcun tipo di generalizzazione, quindi neanche nei confronti della collettività non rom.
Il mio intento è quello di attenermi all'emergere di determinati dati etnografici, scomponendo i quali mi limito ad una riflessione in merito a quello che vuole essere l'oggetto del mio studio, appunto noi stessi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Quando gli "altri" siamo noi: la realtà rom e il Nordest

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Informazioni tesi

  Autore: Federico Pugliese
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi Ca' Foscari di Venezia
  Facoltà: Conservazione dei Beni Culturali
  Corso: demo-etno-antropologico
  Relatore: Franca Tamisari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 104

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