Un approccio educativo centrato sulla relazione tra le persone in ambiente residenziale: il Progetto Giasone.

L'importanza del tutoring e della relazione con i familiari: la storia di Anna.
Anna a seguito di una patologia neuro-cerebrale ha difficoltà a livello di comprensione, di programmazione del movimento, di articolazione del linguaggio, di memoria a breve e medio termine. E' relativamente giovane (circa 70 anni) e risiede in struttura da alcuni anni a causa dell'impossibilità dei figli di gestirla a casa. Nella sua vita ha subito prove molto dolorose, in particolare la perdita di un figlio piccolo e del marito, entrambi in incidenti. Accade che anche uno dei due figli rimasti abbia un incidente mortale. Si pone il problema di come gestire la situazione nei confronti di Anna; nessuno all'interno dell'equipe ha certezze sulle reali sue capacità di comprensione; in più i figli hanno sempre riferito che la loro impressione rispetto alla malattia della mamma sia che “non si sia mai dalla perdita del marito”. In equipe risulta di immediata comprensione la difficoltà di tentare “la spiegazione degli eventi” ad Anna, in particolare la tutor e l'Educatore Professionale sono molto scettici sulla effettiva possibilità che da parte sua ci possa essere la comprensione. Anna, infatti, spesso fa confusione tra i figli, chiamando i due che la vengono a trovare con il nome di quello morto da bambino e così anche con il nipotino. Si decide pertanto di convocare una riunione tra lo staff educativo della struttura, il figlio e tutti i familiari della signora Anna (fratelli e cognate); viene convocata anche la psicologa che ha fornito sostegno alla famiglia per il recente lutto. Lo staff dell'azienda spiega le riflessioni che hanno portato l'equipe a ipotizzare una linea di condotta che sia di massima attenzione della situazione emotiva di Anna, considerando il rischio di un possibile crollo dinanzi ad un nuovo lutto.
Si condivide pertanto con i familiari di mantenere una linea comune con Anna, che sia quella di non dire esplicitamente della morte del figlio ma, al tempo stesso, di non negarla e di segnalare ogni minimo mutamento nel suo stato d'animo allo staff educativo della struttura o alla tutor. Tutto il personale del nucleo viene informato della decisione presa. Vengono inoltre programmate delle riunioni simili di verifica a tempi determinati. A distanza di quasi un anno dal tragico evento che ha colpito Anna la sua situazione psico-emotiva non ha risentito del trauma.