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Il confronto tra Italia e Spagna nel rapporto tra Regioni e Unione europea

Le Comunidades Autónomas e il Consiglio dell'Unione Europea

L'articolo 2 della Costituzione spagnola prevede, come già si è detto, il diritto all'autonomia per gli enti territoriali che compongono lo Stato; sulla base della suddetta autonomia, nulla sembra ostacolare la possibilità per le Comunidades Autónomas di partecipare concretamente alle attività delle istituzioni europee.
Bisogna precisare, però, che sono i Trattati europei a prevedere la partecipazione degli enti territoriali alla formazione degli organi comunitari. Il Regolamento interno del Consiglio dell'Unione europea già prevede la possibilità per i membri del Consiglio di essere accompagnati da funzionari e, qualora questi rappresentanti non possano essere presenti alle riunioni, di farsi sostituire da persone delegate (articolo 3 del Regolamento interno).
Con la riforma del Trattato istitutivo delle Comunità europee, attraverso il Trattato di Maastricht, è stata prevista la partecipazione al Consiglio dei rappresentanti di ciascun Stato membro di rango ministeriale, abilitati ad impegnare il Governo dello Stato al livello europeo (articolo 203 del TUE, ex art. 146).

In effetti la partecipazione dei rappresentanti delle entità territoriali presso il Consiglio dell'Unione Europea è una tappa fondamentale nel processo di integrazione europea degli enti sub-statali degli Stati membri, ma l'esperienza spagnola in questo ambito è stata lenta è graduale per consentire allo Stato centrale di accettare e di autorizzare questa opportunità per le autonomie territoriali.
Come nell'esperienza tedesca, anche la Spagna, nel 1986, elabora un progetto di legge volto a garantire la presenza di un rappresentante delle Comunidades Autónomas presso il Consiglio dell'Unione Europea, definito "Projecto Almunia", il quale dispone che l'integrazione spagnola nell'Unione europea richiede l'utilizzo di misure tali da garantire la partecipazione delle Comunidades Autónomas nei processi di formazione delle decisioni delle istituzioni comunitarie e nella relativa esecuzione; il Projecto, però non è stato approvato perché le riserve presentate da alcune CCAA hanno determinato il suo abbandono.

Il 29 marzo del 1996, facendo seguito all'Acuerdo de Gobernabilidad sottoscritto dal Premier Josè Maria Aznar e dai partiti regionali partecipi della maggioranza di governo, ovvero, Convergencia y Uniò, il Partido nacionalista Vasco (PNV) e la Coalicion canaria (CC), è stata costituita, con il decreto n. 2105, la Consejeria para Asuntos Autonómicos, che si è inserita stabilmente nella rappresentanza permanente spagnola del Comitato dei Rappresentanti Permanenti degli Stati membri (COREPER). Il compito affidato al Consejero autonómico è stato quello di tenere costantemente informate le Comunidades Autónomas sulle questioni di interesse regionale discusse presso il Consiglio dell'Unione europea e di relazionarsi con gli Uffici delle anzidette CCAA a Bruxelles.
Uno dei principali problemi della figura del Consejero autonómico consisteva nel fatto che la sua nomina derivava dallo Stato, ovvero, dal Ministro per gli Affari Esteri su proposta del Ministero dell'Amministrazione pubblica determinandosi in tal modo una dipendenza funzionale dal potere centrale; questa caratteristica suscitava il disappunto delle Comunidades Autónomas perché la funzione del Consejo più importante, cioè quella di fungere da portavoce degli interessi autonomici nei gruppi di lavoro del Consiglio dell'Unione Europea, risultava così compromessa.
Per questa ragione il Consejero autonómico non è stato considerato uno strumento di partecipazione delle Comunidades Autónomas, quanto piuttosto di cooperazione e coordinamento tra le stesse da un lato e la rappresentanza permanente in seno al Consiglio dall'altro.

Questo aspetto problematico della figura del Consejero autonómico è stato affrontato dall'accordo stipulato il 9 dicembre del 2004, presso la Conferencia para asúntos relacionados con la Unión Europea (CARUE); tale accordo, che è stato formalizzato con la Resolución del 28 febbraio 2005, dispone che i funzionari che fanno parte della Consejeria para Asuntos Autonómicos non vengono scelti autonomamente dai Ministeri del Governo centrale, bensì nominati sulla base delle proposte presentate dalle Comunidades Autónomas e concordate presso la CARUE, stabilendosi altresì che i Consejeros devono alternarsi ogni tre anni.
Il 12 dicembre del 2006 la Conferencia para asúntos relacionados con la Unión europea ha prodotto e diffuso una Guia de Buenas Practicas che serve a chiarire le attività della Consejeria para asuntos Autonómicos; la guida, infatti, fissa le modalità da seguire per la designazione del rappresentante autonomico presso il Consiglio dell'Unione europea, predispone un sistema di trasmissione delle informazioni alle Comunidades Autónomas e regola il coordinamento tra le stesse e tra queste ed il Governo centrale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il confronto tra Italia e Spagna nel rapporto tra Regioni e Unione europea

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Informazioni tesi

  Autore: Caterina Scialla
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Seconda Università degli Studi di Napoli
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Lorenzo Chieffi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 206

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Parole chiave

regioni
principio di sussidiarietà
legge 131/2003
riforma titolo v costituzione
comunidades autonomas
cataluña
legge 11/2005

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