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L'Ici: analisi e prospettive

La nozione di possesso

Il possesso, quale presupposto dell’ICI, ha sollevato un delicato problema interpretativo, in quanto si tratta di chiarire cosa il legislatore abbia voluto intendere con tale termine; se si deve privilegiare l’accezione civilistica quale potere di fatto su una cosa corrispondente all’esercizio della proprietà o di un diritto reale di godimento o, quella di semplice sinonimo della proprietà e dei diritti reali di godimento.

In proposito, secondo parte della dottrina (Rif. Tesauro), il possesso, preso in considerazione dalla citata disposizione dovrebbe essere inteso nel significato fatto proprio dall’ art. 1140 c.c.. E ciò sulla base di una premessa sistematica, secondo cui i termini giuridici, pur se operanti in leggi tributarie, devono rivestire lo stesso significato che in generale è stato attribuito dal legislatore. Sicchè, quando il legislatore parla di possesso nell’art. 1 del d.lgs n. 504 ma anche in altre norme dello stesso testo normativo, avrebbe inteso far riferimento alla situazione soggettiva di cui all’art. 1140 c.c .

Per verificare la fondatezza di tale opinione sono necessarie alcune considerazioni sull’interpretazione delle norme tributarie, laddove facciano riferimento a nozioni di altri settori dell’ordinamento. Secondo una dottrina ormai risalente (Rif. Griziotti) la materia tributaria sarebbe caratterizzata da una assoluta autonomia rispetto agli altri campi del diritto. Ciò che da un lato escluderebbe la trasposizione alla prima di nozioni proprie dei secondi e legittimerebbe dall’altro l’adozione di un criterio interpretativo funzionale, fondato cioè sugli interessi in funzione dei quali le norme stesse risultano poste. Tuttavia è una tesi che la dottrina più recente ha abbandonato.

Infatti, la prospettiva suggerita dalla teoria “autonomistica” viene rovesciata: il principio di unità dell’ordinamento impone anzitutto di attribuire alle norme tributarie un significato coerente con gli altri rami del diritto; ferma restando l’esigenza di verificare la compatibilità con la formulazione letterale della norma, oltre che con le altre norme dell’ordinamento tributario, con la funzione assolta dalla norma in relazione ad una data imposta o al sistema tributario (Rif. Falsitta).

Si è detto che secondo l’art. 23, presupposto per l’imputazione dei redditi fondiari è il possesso a titolo di proprietà, usufrutto o altro diritto reale. Ora, il tenore letterale della norma, parlando di titolarità del diritto e di possesso, sembra avere riguardo esclusivamente all’ipotesi normale, quella in cui il titolare del diritto abbia anche il possesso dell’immobile. Problemi di imputazione del reddito si presentano allorchè si verifichi una scissione tra titolarità del diritto e situazione possessoria e l’individuazione dell’esatto significato della nozione di possesso è necessaria per la suindicata ipotesi.

Se si privilegia un’interpretazione della norma, conforme a Costituzione, deve ritenersi imputabile il reddito fondiario in capo al possessore e non al titolare dell’usufrutto (o di altro diritto reale di godimento). Solo seguendo tale interpretazione, sarebbe, infatti, assoggettata ad imposizione una manifestazione effettiva e non fittizia di capacità contributiva. Inoltre, poiché l’esistenza di un titolo attributivo dell’usufrutto fa presumere il corrispondente possesso da parte del titolare del diritto, è sufficiente per l’imputazione del reddito al titolare del diritto che l’amministrazione finanziaria provi l’esistenza del titolo (anche se invalido), anzi la semplice iscrizione in catasto del titolare dell’usufrutto, se questi non dia la prova che altri è possessore (Rif. Cardarelli).

Sembra pertanto doversi convenire con chi ha affermato che “possesso a titolo di usufrutto non significa né titolarità dell’usufrutto né possesso titolato dell’usufrutto; ma semplicemente possesso come usufruttuario, cioè esercizio di fatto dell’usufrutto” (Rif. Cardarelli). Tornando alla nozione di “possesso”, si è già rilevato come il legislatore anche nell’ambito dello stesso corpo normativo (testo unico delle imposte sui redditi) abbia impiegato la nozione di possesso con differente significato (all’art. 1 nel senso di materiale disponibilità del reddito da parte del soggetto passivo di imposta e all’art. 23 nel senso civilistico).

Questo brano è tratto dalla tesi:

L'Ici: analisi e prospettive

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Informazioni tesi

  Autore: Annadomenica Caralla
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Teramo
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Massimo Basilavecchia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 103

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