White Teeth di Zadie Smith

La molteplicità identitaria sembra essere messa in relazione con le diverse forme della lingua parlata offerte dal testo smithiano. Come i primi scrittori di origine caraibica, si pensi a Sam Selvon e Jean Rhys, la nostra autrice mostra, infatti, una moltitudine di registri, diversi accenti e dialetti attraverso la manipolazione dei segni sulla pagina, per rappresentare un tipo particolare di immigrant speech. Ad esempio, quando Clara è incinta di Irie dice: “And I arks the doctor what it will look like, half black an’ half white an’ all dat bizness. And ‘im say anyting could happen. Dere’s even a chance it may be blue-eyed! Kyan you imagine dat?”.

Nel testo, inoltre, sono menzionate alcune mescolanze di lingue “a strange mix of Jamaican patois, Bengali, Gujarati and English”. Esse sono parlate dalla nuova generazione, come il gruppo di amici di Millat “they were of a breed: Raggastani” che si unisce ad altre bande:
“It was a new breed, just recently joining the ranks of the other street crews: Becks, B-boys, Indie-Kids, wide-boys, ravers, rude-boys, Acidheads, Sharons, Tracies, Kevs, Nation Brothers, Raggas and Pakis; manifesting itself as a kind of cultural mongrel of the last three categories. […] Their ethos, their manifesto, if it could be called that, was equally a hybrid thing”.

L’enfasi di White Teeth sui nuovi giovani di Londra con le loro lingue parlate e ibride permea il testo. La “mutazione” della pronuncia, dunque, potrebbe essere utile per mostrare come la lingua inglese sia reinventata dal suo interno, ma molto più generalmente, potrebbe indicare una sorta di equivalente linguistico dell’intreccio etnico, come suggerisce la sfumatura ironica sulla parola “breed”.

Il romanzo, inoltre, segnala la mescolanza delle lingue permettendo di fare chiarezza sulla relazione tra lingua e cultura. Essa può essere espressa anche dai nomi ibridi come “Abdul-Jimmy”, “Abdul-Colin” e “Abdul-Mickey”, nonché “Isac Leung […], Danny Rahman […], Quang O’Rourke […], Irie Jones […].
Children with first and last names on a direct collision course, nomi che comunque sono testimonianza delle loro possibili origini: “Names that secrete within them mass exodus, cramped boats and planes, cold arrivals, medical checks”.

Per concludere, White Teeth sembra adatto per dimostrare che, attraverso il contatto interetnico, la lingua inglese ha acquisito maggiori potenzialità di sviluppo sia dal punto di vista della comunicazione orale, sia nell’ambito della scrittura narrativa. Le peculiarità innovative della lingua inglese, inoltre, appaiono assumere un ruolo maggiore nei termini di una nuova definizione del concetto d’identità proprio perché entrambi sono intrecciati in un processo che è in continuo divenire.