Turismo culturale e memoria: la valorizzazione dei cimiteri monumentali

Perché il modello rispecchiasse il più possibile la realtà di ciascun cimitero e rispondesse alle esigenze di ogni partner, è stato elaborato un questionario, somministrato ai partecipanti un paio di mesi prima dello svolgimento del workshop [Zagabria, 2005].
Le domande del questionario seguivano la struttura del modello e ponevano quindi interrogativi sull’organizzazione, sugli obiettivi, sulle finanze e via discorrendo.
Tutti i paesi partecipanti hanno fornito risposte di qualità, il che ha indicato un elevato livello di ambizione e partecipazione tra i membri, oltre a rappresentare un importante indicatore del valore dell’associazione e della cooperazione presente all’interno del network. Sono state poi selezionate le risposte più significative e rappresentative appartenenti ad ogni casella del modello. Ecco ciò che è emerso . Per quanto riguarda gli obiettivi, sono fondamentalmente quattro le aree in cui si intende agire. La prima è inerente alla riqualificazione dei cimiteri.

I partner suggeriscono:
- il riutilizzo delle tombe più antiche e abbandonate per nuove sepolture, preservando il loro valore storico e artistico;
- il reinserimento dei cimiteri nella quotidianità della vita cittadina, cercando quindi di invertire la tendenza che li ha portati ad una quasi totale segregazione;
- di puntare al raggiungimento di una rilevanza culturale su scala nazionale e internazionale.

La seconda area d’azione riguarda la protezione culturale. Si punta:
- all’elaborazione di progetti che rendano l’intero cimitero un luogo artisticamente significativo, rendendo monumentali anche le parti non monumentali;
- alla conversione digitale di tutta la documentazione sulle opere d’arte presenti nei cimiteri;
a risolvere il problema dell’abbandono delle tombe di notevole pregio, dovuto all’assenza di eredi o alla loro mancanza di volontà (o impotenza) nel farsi carico della manutenzione ordinaria dei propri beni.

La terza area d’azione riguarda l’incremento della consapevolezza. È necessario che l’intera popolazione delle città che ospitano questi cimiteri apprenda il valore culturale di tale patrimonio, in modo particolare le nuove generazioni. Le azioni intraprese con l’obiettivo di risvegliare coscienza e consapevolezza nei cittadini, devono essere accompagnate da piani di recupero che permettano la totale fruizione di questi luoghi. La quarta categoria di obiettivi è improntata sul management.
Il sistema di gestione ed elaborazione dei dati di ciascun cimitero dell’associazione deve essere migliorato al fine di accelerare sia le normali procedure operative inerenti alle funzioni cimiteriali, sia le funzioni più strettamente turistiche e culturali. Oltre a ciò essere pronti ad affrontare l’eventuale cessazione del monopolio che gestisce numerosi cimiteri, tra cui buona parte di quelli italiani, per far spazio a nuove forme di concorrenza. Il terzo “box” ha permesso di condividere dati sul numero di cimiteri posseduti da ogni città coinvolta nel progetto e sulla capacità di ognuno di essi, in termini di numero di tombe (si va da Vienna con 46 cimiteri per un totale di 600.000 tombe, a Milano con 8 cimiteri cui appartengono però 1.100.000 tombe).
Si sono confrontati inoltre i diversi modelli gestionali. Ci sono cimiteri la cui proprietà è totalmente del Comune (Milano, Bologna, Firenze, Napoli e Genova, ma anche Vienna, Praga, Tallinn), altri la cui proprietà è in mano a società private, a società pubbliche o a società miste, mentre altri ancora sono di proprietà del consiglio ecclesiastico (come la maggior parte dei cimiteri in Norvegia, Danimarca e Svezia).