Skip to content

La regolamentazione finanziaria: teoria, storia e istituzioni, con un confronto USA-UE

Le safety nets: “Too-big-­to-­fail” e assicurazione sui depositi

Uno dei problemi principali riguarda il fenomeno di “moral hazard” che viene a crearsi a fronte di assicurazioni, più o meno esplicite e generalmente pubbliche, contro il rischio di fallimento.
Queste “safety nets” (letteralmente “reti di sicurezza”) sono di due tipi, a seconda del soggetto a cui sono rivolte:
- Protezione delle “too-big-to-fail”, indirizzata verso le istituzioni finanziarie.
- Assicurazione sui depositi bancari, indirizzata verso i consumatori.

La questione delle “too-big-to-fail” è balzata all’onore delle cronache durante la crisi finanziaria del 2008: dopo il fallimento di Lehman Brothers il governo USA si rese conto dei rischi che un contagio avrebbe avuto sull’economia mondiale, nel caso in cui altre grandi istituzioni finanziarie fossero fallite. Il Tesoro venne quindi in aiuto di diverse società, soprattutto nei confronti di AIG, fornendo ingenti linee di credito per permettere al colosso assicurativo di far fronte alle perdite continue, fino ad arrivare al vero e proprio salvataggio e alla nazionalizzazione de facto. Un processo simile avvenne anche per Fannie Mae e Freddie Mac, le due GSE (“government-sponsored enterprises”) operanti nel settore dei mutui. Il costo totale dei salvataggi è stato calcolato in 700 miliardi di dollari, una cifra molto alta se si pensa che il budget federale del 2008 era pari a 2900 milardi. Il costo del bailout, pari circa al 25% di tale budget, è considerata una delle cause del crescente deficit nelle finanze pubbliche USA (anche se non si può non notare come il disavanzo avesse cominciato ad essere sistematico già nel 2003).

In realtà il “bailout” (salvataggio) delle banche non è avvenuto per la prima volta con la recente crisi: nel 1984 la Continental Illinois, al tempo settima banca degli USA per dimensione, divenne insolvente per una serie di investimenti sbagliati e fu colpita da una corsa agli sportelli troppo rapida per poter essere fronteggiata. La FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation) ritenne che la banca fosse “troppo grande per fallire” e che il rischio di una bancarotta fosse troppo alto, e garantì quindi virtualmente tutti i depositi e il capitale azionario utilizzando quasi 5 miliardi di dollari per il salvataggio. Un altro salvataggio di grandi dimensioni fu quello del 1998 in favore del Long-Term Capital Management (LTCM), un importante hedge fund sull’orlo del fallimento. Diversi economisti ritennero questo salvataggio un errore dai costi nettamente superiori ai benefici, con i principali vantaggi in favore di manager e azionisti. Infine, anche durante il crollo delle S&L (v. supra, cap. 2.1.6) il governo dovette utilizzare ingenti quantità di soldi pubblici per superare la crisi.

In entrambi questi casi al policymaker si pone un dilemma sostanzialmente insolubile: da un lato lasciar fallire le istituzioni insolventi, come la legge di mercato richiederebbe, con rischio di forti ricadute sia sui risparmi dei cittadini che sull’offerta di credito per l’economia, una delle variabili più delicate e importanti in momenti di crisi. Oppure salvare le banche, attraverso l’apertura di linee di credito illimitate, dell’acquisto di assets “tossici” o addirittura con una nazionalizzazione forzata, nel tentativo di stabilizzare il sistema ed evitare distruzioni maggiori, ma con il rischio (anzi, la certezza) di scontentare i cittadini per l’utilizzo improprio dei soldi pubblici, aumentando il moral hazard potenziale e ingrossando i deficit di bilancio.
Questo potenziale azzardo morale è reso evidente dal differente costo di finanziamento fronteggiato dalle banche di piccole dimensioni rispetto alle “big” (assets oltre i 100 miliardi di dollari): come notato da Baker e McArthur, prima della crisi questa differenza era pari in media allo 0,29%, mentre quando nel 2008 la linea del “too-big-to-fail” divenne di fatto la politica ufficiale del governo questo gap si alzò a 0,78%. L’aumento di quasi 50 punti base è in parte attribuibile alla garanzia governativa, che si va ad aggiungere alle garanzie proprie della banca. Questa scelta politica permette alle banche che rientrano nella rete di sicurezza di prendere a prestito ad un tasso inferiore a quello che otterrebbero semplicemente con il proprio merito.

E’ importante però che quando si parla di “salvare” una banca ci si intenda sul significato: le soluzioni possono essere la fusione con un’altra istituzione, l’acquisto da parte dello stato oppure l’apertura di linee di credito temporanee. In ogni caso il management dovrebbe essere licenziato, così come gli azionisti dovrebbero perdere il loro investimento. Se queste condizioni sono rispettate si raggiunge l’obiettivo di mantenere operativa l’istituzione per il bene degli “shareholders” (clienti, correntisti, la società di per sé), punendo allo stesso tempo chi ha causato il fallimento. E’ questo l’unico modo equo di gestire operazioni di questo tipo, che altrimenti sarebbero trasferimenti impropri di ricchezza da una categoria (i contribuenti) a un’altra (le istituzioni finanziarie), con evidenti implicazioni di “tradimento” del patto fra governo e cittadini.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La regolamentazione finanziaria: teoria, storia e istituzioni, con un confronto USA-UE

CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI

La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF

Acquista

Informazioni tesi

  Autore: Jacopo Volta
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia Politica
  Relatore: Vera Negri Zamagni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 252

FAQ

Per consultare la tesi è necessario essere registrati e acquistare la consultazione integrale del file, al costo di 29,89€.
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Ingiustamente snobbata durante le ricerche bibliografiche, una tesi di laurea si rivela decisamente utile:
  • perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
  • perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
  • perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
  • L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
  • Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
  • L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
L'obiettivo di Tesionline è quello di rendere accessibile a una platea il più possibile vasta il patrimonio di cultura e conoscenza contenuto nelle tesi.
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »

DUBBI? Contattaci

Contatta la redazione a
[email protected]

Ci trovi su Skype (redazione_tesi)
dalle 9:00 alle 13:00

Oppure vieni a trovarci su

Parole chiave

Tesi correlate


Non hai trovato quello che cercavi?


Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database

Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione

Ottimizza la tua ricerca:

  • individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
  • elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
  • se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
  • utilizza la ricerca avanzata
  • utilizza gli operatori booleani (and, or, "")

Idee per la tesi?

Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti


Come si scrive una tesi di laurea?


A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?

Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.


La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?


La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.

Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:

È ora di pubblicare la tesi