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Adriatic Sea-Effect Snow: studio e caratterizzazione del fenomeno.

Brezza termica delle aree interne

Confluenza nei bassi strati è generata anche dall’afflusso di aria più fredda dalle zone interne del versante adriatico italiano (land breeze).
Tra la superficie marina (o le aree prospicienti i litorali) e le aree dell’entroterra si crea un considerevole gradiente termico orizzontale che può arrivare anche sino a 6-8°C in circa 10 km con dislivelli esigui.
L’aria più densa delle aree interne genera una brezza termica negli strati più bassi (tipicamente non oltre i 500m di altitudine) che si somma vettorialmente al vento geostrofico, deviandolo. Se le isolinee del campo barico non sono particolarmente vicine, la brezza termica riesce a indurre una rotazione antioraria di diverse decine di gradi al vento geostrofico, raggiungendo i 70-90° nel caso in cui il gradiente barico è poco significativo (venti in mare aperto tipicamente inferiori ai 20-30 Km/h).
Un metodo empirico per stabilire se la brezza termica possa insorgere sulle aree del basso adriatico è quello di valutare la differenza pressoria tra la stazione meteorologica di Santa Maria di Leuca e quella di Termoli; se il delta è inferiore ai 5/7 hPa ci sono buone probabilità che la brezza termica vinca il vento sinottico di matrice marittima e s’instauri interessando il primo entroterra e qualche volta i litorali (se il gradiente è uguale o inferiore a un delta indicativo di 3hPa)
La risposta termica delle zone interne è influenzata in ugual modo dall’entità dell’avvezione che raffredda il substrato “continentale” del versante adriatico e da eventuali precipitazioni in atto nelle zone interne che facilitano il riversamento dall’alto dell’aria fredda aumentando il gap termico con la costa. Inoltre la manifestazione della brezza termica risulta favorita durante le ore notturne e nella prima mattinata grazie al raffreddamento delle pianure e della vallate interne dovute alla dispersione di calore per l’irraggiamento notturno, specie con venti deboli e scarsa copertura nuvolosa.
In avvezioni fredde consistenti, i venti nelle zone interne ruotano da nord-ovest o da ovest convergendo con i flussi mediamente settentrionali o nord-orientali presenti in mare. Questa convergenza implica senza dubbio una enfatizzazione dei moti convettivi a ridosso della costa perché ci si trova di fronte all’azione di uno pseudo-fronte freddo che s’infila sotto lo strato di aria più calda-umida presente sopra la superficie marina.
L’effetto può sommarsi poi al contributo della convergenza indotta dall’attrito ed a eventuali sollevamenti forzati suscitati da rilievi collinari o montuosi. Una circolazione di questo genere può far assumere alla cella convettiva caratteristiche di un sistema autorigenerante.
La brezza termica è composta da aria che normalmente ha un basso contenuto di vapore acqueo, sia perché proveniente dalle aree interne, sia perché talvolta è il risultato di un vento di caduta. Quando però il suolo nelle zone interne è bagnato per via delle piogge accumulate durante la fase perturbata, la brezza termica può caricarsi e trasportare un discreto tasso di umidità.
In queste circostanze l’effetto pseudo-fronte freddo ne risulta smorzato (aria più umida è meno densa), di contro la convergenza avviene quindi tra due flussi umidi (quello mite marittimo e quello freddo interno) con incremento delle precipitazioni e nubi tipicamente molto più basse.
Particolare interesse suscita la convergenza che s’instaura all’interno dei golfi esposti al flusso come ad esempio quello di Manfredonia (con correnti dominanti da est o nord-est a 850hPa) o quello compreso tra le coste molisane ed il Gargano (con correnti nord-occidentali o settentrionali).
In quest’ultimo sovente la banda nuvolosa s’intensifica a tal punto da creare celle temporalesche in grado di scaricare quantitativi di neve anche di diversi centimetri l’ora (superASES).

Questo brano è tratto dalla tesi:

Adriatic Sea-Effect Snow: studio e caratterizzazione del fenomeno.

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Informazioni tesi

  Autore: Francesco Paolo Barile
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Ferrara
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Meteorologia e Ambiente
  Relatore: Federico Porcù
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 89

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