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Forme dell'incarnato nel cinema della postmodernità

Incarnato realistico

Con incarnato realistico vogliamo riferirci alla raffigurazione della pelle dei personaggi (colorito o incarnato) che, attraverso l’utilizzo di computer graphics, compositing e color correction, viene resa in maniera mimetica rispetto al suo referente reale. Per questa ragione in questa sezione non analizzeremo elementi teriomorfi, mostri o altri esseri non umani. La nostra attenzione verterà verso quei film dove ci sia la presenza di personaggi umani elaborati al computer. La storia della computer grafica e il progresso delle tecniche di questi anni hanno portato a creazioni virtuali che sfiorano a tal punto la realtà da divenire protagoniste anche di alcune campagne pubblicitarie. “Oggi una modella digitale in una pubblicità non suscita meno emozioni di una in carne e ossa. Le differenze fra reale e virtuale scompaiono. E il digitale colma l’abisso fra quelli che prima erano due ambiti distinti. In Giappone i cosiddetti “idoli virtuali” […] partecipano a campagne pubblicitarie per case automobilistiche e fornitori di servizi internet”. Da queste parole di Wiedemann possiamo ben capire che la soglia tra reale e virtuale si è veramente ridotta ai minimi termini. Addirittura, ci sono dei moderni artisti, detti digital artist, i quali si sono dedicati alla creazione di donne virtuali, i cui corpi, pelle e viso non danno più indizi sul loro essere digitali. Questo è un ambito molto ampio e in continua crescita, ma che ha già compiuto grandi passi avanti a tal punto da aver abituato il pubblico all’invasione delle immagini di sintesi, sicché non ne prova più stupore. “Alla fine del XX secolo il progresso tecnologico e informatico ci ha portato a una trasparenza ineluttabile e l’idea che il reale si allontani è solo un illusione, poiché oggi la realtà è al suo culmine. E con le più recenti perfomance tecnologiche si è raggiunto un tale grado di realtà e di oggettività da poter addirittura parlare di un eccesso di realtà che rende gli interlocutori più ansiosi e turbati della mancanza di realtà”. Interessanti sono le parole “eccesso di realtà”. In effetti, davanti a immagini, o nel nostro caso specifico di film, in cui gli attori virtuali mangiano, si muovono e parlano, scatta per lo spettatore una sorta di inganno, come se in quel momento stesse assistendo ad un fatto reale e non a una riproduzione digitale. Come abbiamo già detto, questi attori digitali iniziano a provocare emozioni più forti di quelli veri ed è proprio per questo motivo che si è arrivati a un “eccesso di realtà”. In effetti, la percezione di realtà ci viene data oltre che dai personaggi virtuali che appaiono realistici, anche dalle tecniche usate che in certe situazioni, le quali, seppur a volte siano impossibili umanamente, risultano possibili nel mondo del virtuale. Un esempio di questo tipo ci viene offerto dal film Matrix dei fratelli Wachowski. I personaggi sono attori reali, ma tutta la realtà che li circonda è virtuale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Forme dell'incarnato nel cinema della postmodernità

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Palazzo
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze dello spettacolo multimediale
  Relatore: Rino Schembri
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 123

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